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L’immunità parlamentare è un pilastro delle moderne democrazie in Europa e nel mondo, ma ogni paese la declina a suo modo, in base alla propria storia e alle proprie necessità. Prima di vedere come funziona all’estero, è meglio fare una precisazione. L’immunità per i parlamentari è composta di due voci: l’insindacabilità (la libertà di parola e di voto nell’esercizio delle funzioni) e l’inviolabilità (garanzie per ogni limitazione alla libertà personale). Ci sono poi dei casi particolari che riguardano essenzialmente figure al di fuori del Parlamento ma con alti ruoli istituzionali, come il Presidente della Repubblica o sovrani nelle monarchie costituzionali, anche in questo caso con differenze tra paese e paese.
In generale, possiamo dire che tutti i paesi democratici assicurano libertà di voto e di espressione ai parlamentari e ai membri delle istituzioni: più complesso invece il rapporto con l’inviolabilità che passa da stati in cui i politici sono quasi intoccabili a paesi dove anche la massima carica dello Stato può essere portata davanti a un giudice.
Stati Uniti Gli Stati Uniti garantiscono l’immunità come insindacabilità a tutti i membri del Congresso con delle restrizioni precise. La Corte Costituzionale ha chiarito che sono coperte da immunità tutte le attività parlamentari con particolare riguardo a quello che avviene all’interno delle Aule. Ciò che invece viene detto o fatto in altri contesti può essere sottoposto alla giustizia ordinaria.
I parlamentari godono anche dell’inviolabilità ma a precise condizioni: non possono essere arrestati mentre si recano in Parlamento o durante la sessione (stessa cosa avviene in Irlanda). In generale sono coperti dall’arresto a meno che non abbiano compiuto “alto tradimento, reato grave e violazione dell’ordine pubblico”, lasciando largo spazio all’interpretazione dei giudici.
Non viene prevista alcuna immunità per il potere esecutivo, dal Presidente ai funzionari, compresi i giudici intesi come membri delle giurisdizioni federali. La procedura dell’impeachment riguarda l’aspetto politico e non quello della magistratura ordinaria (che procede in modo autonomo), viene richiesta dalla Camera dei Rappresentanti o dal Senato per tradimento (treason), corruzione (bribery) e gravi crimini e misfatti (high crimes and misdemeanours) e prevede la rimozione dalla carica (removal from office) e l’interdizione dai pubblici uffici (disqualification).
Gran Bretagna
Potremmo definire la Gran Bretagna la patria dell’immunità parlamentare. Qui infatti il concetto di libertà di parola ai rappresentati politici è stato garantito fin dai tempi della Magna Carta e il diritto al “freedom of the speech“, cioè alla libertà di parola di fronte alla Corona e ai suoi rappresentanti, è citato in documenti ufficiali anche prima del Bill of Rights, il documento del parlamento britannico base dell’ordinamento democratico redatto nel 1689 che lo sancisce in via definitiva.
La declinazione moderna dell’immunità parlamentare in Gran Bretagna prevede la copertura per atti e opinioni espresse nelle loro funzioni, salvo che per i reati di diffamazione, in quella che gli studiosi di giurisprudenza definiscono “immunità ristretta” secondo cui l’immunità copre parole e voti solo nei procedimenti parlamentari, cioè dentro le Aule del Parlamento. Il confine è netto. Quello che avviene nella House of Parliament relativamente al lavoro di parlamentare è coperto da immunità: le stesse parole, dette alla stampa fuori dal Parlamento, possono invece essere usate per un’incriminazione.
I membri del governo e il premier non godono di alcuna immunità, come già abbiamo visto per l’Italia, a meno che non siano eletti in Parlamento (e quindi ricadano sotto l’immunità parlamentare. L’unico ad avere immunità estesa a livello penale e civile è il sovrano, nel caso attuale la Regina Elisabetta II: per atti costituzionali e tradizione secolare è persona inviolabile dalla magistratura e quindi non può essere arrestata o chiamata a testimoniare. Non è inoltre responsabile penalmente e civilmente delle sue azioni di cui è garante il governo.
Il caso Svezia e Danimarca
Altri paesi europei hanno una legislazione simile a quella inglese in fatto di immunità parlamentare: Belgio, Paesi Bassi e Svezia hanno la libertà di parola garantita per tutti i parlamentari, ma con una specifica particolare per il paese nord europeo. I parlamentari svedesi possono essere perseguiti per reati compiuti al di là delle attività di rappresentanti ma possono essere arrestati in caso di flagranza, per aver confessato o se il crimine ha una pena minima di due anni di carcere. Anche qui il monarca gode di immunità assoluta, mentre il premier e i ministri godono di immunità solo se membri del Parlamento.La Danimarca invece prevede che i parlamentari possano essere arrestati solo in caso di flagranza di reato.
Camere alte senza immunità
Una menzione particolare meritano i casi dei paesi europei che hanno il bicameralismo imperfetto, con una Camera dei rappresentanti delle autonomie come dovrebbe diventare il Senato italiano con la riforma costituzionale. In questi paesi viene garantita la libertà di voto e parola ai parlamentari nell’ambito dello loro funzioni solo ai membri della camera politica, cioè quella eletta direttamente dai cittadini.
In Germania la differenza è notevole: qui i membri del Bundesrat, cioè il Senato delle Regioni composto da rappresentanti dei diversi Land, non hanno né insindacabilità né inviolabilità, come invece concesso ai membri del Bundestag, il parlamento federale tedesco.
In Austria invece tutti i parlamentari possono essere sottoposti a restrizione della libertà se il reato è chiaramente non connesso all’attività politica anche senza autorizzazione a procedere.
Anche Spagna e Francia garantiscono l’immunità ai parlamentari in tema di insindacabilità e inviolabilità, sempre per atti e voti compiuti nelle funzioni di rappresentanti e con limitazioni alla libertà con autorizzazione delle Camere di appartenenza. Oltralpe i politici che vengono condannati incorrono spesso nell’ineleggibilità per cui non possono presentarsi a elezioni di alcun tipo per il periodo stabilito dalla condanna, un po’ come l’interdizione ai pubblici uffici prevista in Italia.
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