La convivenza 24 ore su 24 forzata, gli spazi ridotti, nuovi e vecchi problemi da affrontare, limitata possibilità di sfogo, difficoltà nella gestione dei figli: tutte le difficoltà del primo lockdown, in Italia si sono tradotte con un aumento notevole delle richieste di separazione.
L’Associazione nazionale avvocati divorzisti, infatti, ha fatto sapere che è stato registrato un aumento di circa il 60%. rispetto al 2019. L’avvocato Matteo Santini, presidente dell’Associazione, ha illustrato le motivazioni di questo dato: “Un conto è condividere i weekend e le sere, un conto è condividere l’intera giornata con tutti i problemi relativi all’emergenza sanitaria: stress sanitario per la malattia, mancanza di lavoro, convivenza con i figli con le difficoltà connesse alla didattica a distanza“. Questo, ha proseguito Santini, ha portato un’esplosione emotiva con conseguente voglia di allontanamento, sfociata nella separazione.
Al Nord le richieste sono state il doppio che al Sud: 450 ogni mille coppie contro 200 ogni mille.
Il 40% delle richieste di separazione sono state dettate dall’infedeltà, anche virtuale. Durante il lockdown, è stato molto più difficile nascondere le relazioni extra coniugali, così come non affrontare crisi già preesistenti, con ovvie conseguenze. Un altro dato che descrive la drammaticità dello scenario, è che il 30% dei casi ha avuto come causa la violenza del partner.
Il presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami), l’avvocato Gian Ettore Gassani, ha dichiarato che la metà delle richieste di separazione non sono consensuali e che “La pandemia ha creato l’emergenza familiare, non solo quella economica, che sottolinea non solo l’aumento delle richieste di separazioni, ma denuncia anche un incremento di violenze all’interno della famiglia“. Infatti, durante il periodo di chiusura totale della scorsa primavera, le chiamate al Numero Anti Violenza e Stalking 1522 sono aumentate del 73%, ma sono di contro calate le denunce (dati Istat). L’Ami ha inoltre reso noto che sempre durante il lockdown, le violenze in famiglia sono aumentate del 70% e i femminicidi del 20%.
Molte cause però rimangono sospese ancora a causa del Covid: sempre secondo Ami, attualmente in attesa di giudizio provvisorio sono ben 10 mila coppie, molte delle quali costrette ancora a convivere.
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