“Il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori”. A dirlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo aver firmato un provvedimento che vieta la riapertura degli impianti sciistici e, di conseguenza, tutte le attività sciistiche fino al prossimo 5 marzo.
Nei giorni scorsi il Cts si era già espresso sulla questione, esprimendo la sua contrarietà per la riapertura degli impianti sciistici nel nostro Paese. Questo a causa delle “mutate condizioni epidemiologiche” e al diffondersi delle nuove varianti del Coronavirus.
“Allo stato attuale non appaio sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”. Il Cts ha poi lasciato al Governo la decisione finale sulla riapertura degli impianti sciistici.
Da oggi, infatti, si sarebbero dovuti riaprire gli impianti sciistici in Piemonte e Lombardia, e da mercoledì 17 febbraio, avrebbero riaperto anche in Veneto.
“La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione: che risposte si danno e in che tempi al documento predisposto dalle Regioni? Non è solo questione di cifre: non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa. Probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop”. A dirlo sono Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, nuovi ministri del Governo del premier Mario Draghi.
“Una decisione dell’ultimo seconda che dà un ulteriore colpo gravissimo a un settore che stava faticosamente riavviando la propria macchina organizzativa. Ancora una volta si dimostra che il sistema delle decisioni di ‘settimana in settimana’ è devastante sia per gli operatori, sia per i cittadini” ha detto Attilio Fontana, presidente della Lombardia, commentando il rinvio delle aperture per gli impianti sciistici.
Anche l’Anef, Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, ha commentato la decisione del Governo di rimandare ancora una volta la riapertura degli impianti sciistici. “Dopo il 3 dicembre, il 7 gennaio, il 18 gennaio e il 15 febbraio, adesso la proroga al 5 marzo. Ormai la stagione è saltata, ci sentiamo presi in giro di fronte a tutto quello che abbiamo speso per l’apertura di domani, in vista della quale abbiamo assunto altro personale”.
E sui ristori l’Anef ha detto: “I ristori siano immediati, altrimenti il comparto va in fallimento. Siamo il settore più penalizzato: da 12 mesi senza un euro di incasso ma con spese e stipendi da pagare. La cassa integrazione è arrivata a dicembre, da luglio lavoriamo per preparare l’inverno”.
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