Non accenna a diminuire la fuga dal partito Azione di Carlo Calenda, che dopo Gruppioni e Pigoni perde 38 membri del direttivo di Modena. Il primo a dare le sue dimissioni, il segretario cittadino Pietro Borsari, che ha spiegato come non si sentano più parte di una forza politica aggregatrice ma isolazionista e non ci siano i presupposti per continuare in tale senso. Ieri a mollare il colpo anche il segretario di Firenze Franco Baccari, passato a Italia Viva, partito dell’ex alleato Matteo Renzi.
Continua l’uscita in massa dal partito di Carlo Calenda, Azione. Dopo l’addio della deputata Naike Gruppioni e quello della consigliera e coordinatrice regionale Giulia Pigoni, a fare le valigie sono stati oggi 38 membri del direttivo provinciale della città di Modena, con in testa il loro segretario Pietro Borsari, che non condividono più le idee da loro definite isolazioniste del partito. Ieri ad andarsene era stato anche Franco Baccari, segretario per la città di Firenze, che ha informato con un comunicato la decisione di passare a Italia Viva di Matteo Renzi. A restare ancora nel partito, Gianluca Susta, il quale ha tuttavia dato le dimissioni da segretario regionale per il Piemonte.
Oggi in ben 38 membri del direttivo provinciale di Modena hanno deciso di levare le tende e dire addio ad Azione, partito fondato da Carlo Calenda. a spiegare i motivi dietro tale scelta, Pietro Borsari, segretario cittadino: “Non ci sentiamo più rappresentativi di un partito che, pur essendo nato con l’obiettivo di essere forza aggregatrice libdem e riformista, ha deciso di adottare una linea isolazionista. Sentiamo di aver profuso energie, entusiasmo e impegno in un progetto che ha smarrito la sua vocazione originaria. È impossibile per noi continuare a rappresentare questo partito sul territorio” ha dichiarato.
Sempre nella giornata di oggi sono arrivate le dimissioni di Gianluca Susta, segretario piemontese, che ha tuttavia per ora deciso di rimanere nel partito, a differenza del collega fiorentino Baccari, passato a Italia Viva di Matteo Renzi: “Resto nel partito perché ne condivido i valori. Non sono però d’accordo con la linea di rottura con Italia Viva perché sostengo la necessità di una ricomposizione dell’area liberal democratica e quindi ritengo di non essere la persona più adagiata a rappresentare la linea del partito sul territorio” ha spiegato Susta all’agenzia di stampa Adnkronos.
A suscitare l’insoddisfazione di parte di Azione il modo di gestire il partito del suo leader, Carlo Calenda, come ha spiegato del resto Pigoni, a sua volta uscente e confluita in Italia Viva che lo ha accusato, fondamentalmente, di egoismo. Per Calenda, invece, le cose non starebbero affatto così, ma sarebbe in atto da parte del suo ex alleato del Terzo Polo una sorta di “scippo” ai suoi danni dopo la rottura di alcune settimane fa.
“Mentre io stavo in giro per le elezioni amministrative per cercare di prendere voti per liste dove c’erano pure i suoi, è andato da una parlamentare di Azione, peraltro manco iscritta ad Azione, e l’ha convinta a passare con lui” ha dichiarato.
La deputata Naike Gruppioni e la consigliera Giulia Pigoni ci hanno messo poco a trovare un nuovo partito e subito dopo l’addio ad Azione sono confluite ad Italia Viva a sorpresa accolte con calore dal suo fondatore e leader Matteo Renzi. “Diamo il benvenuto a due persone straordinarie, a due donne che sono non solo accomunate dalla provenienza cioè l’Emilia Romagna, ma anche dalla loro passione per la politica” aveva dichiarato ieri in conferenza stampa Renzi.
Un arrivo di cui Calenda non sapeva nulla, e che ha commentato con parole piuttosto forti nei confronti dell’ex alleato e delle due ex Azione: “Abbiamo appreso stamattina da un giornale di questo ‘scippo’. Faccio i migliori auguri a Naike. Ogni scelta è legittima e rispettabile. Mi permetto solo di notare che, per rispetto alla comunità che l’ha eletta sei mesi fa quasi senza conoscerla, una comunicazione preventiva sarebbe stata più elegante. Ma immagino che l’uscita a sorpresa fosse parte dell’accordo di ingaggio” aveva dichiarato in risposta alle parole del politico fiorentino.
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