Dopo la segnalazione degli avvelenamenti ai lupi e ai grifoni nel parco nazionale dell’Abruzzo, i carabinieri del luogo sono a caccia delle esche con le operazioni di perlustrazione nella zona circostante di Cocullo, in provincia dell’Aquila.
Secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, gli avvelenamenti di lupi e grifoni negli ultimi 15 giorni sono state causate rispettivamente per aver ingerito cibo tossico che carcasse.
Continuano incessanti le operazioni di perlustrazione al fine di individuare le esche che hanno avvelenato negli ultimi 15 giorni 9 lupi e 3 grifoni. Le indagini condotte dai carabinieri forestali di Scanno in collaborazione con gli uomini delle stazioni di Parco di Villetta Barrea e Parco di Pescasseroli con il sostegno dell‘Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Pescasseroli e dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Assergi.
Ad aiutare gli uomini delle forze dell’ordine anche i cani Kenia, India e Noche, pastori Belga Malinois addestrati nel ritrovamento di esche e bocconi contenenti sostanze tossiche. Secondo una prima ricostruzione, le carcasse di lupi e grifoni ritrovate nell’area Olmo di Bobbi – Monte La Selva, in provincia dell’Aquila, avrebbero perso la vita per aver ingerito cibo tossico (i primi) poi poi averne mangiato le carcasse (i secondi).
Dopo gli avvelenamenti nel parco nazionale dell’Abruzzo negli ultimi 15 giorni, adesso è caccia alle esche e individuare i responsabili della morte per avvelenamento di 9 lupi, 3 grifoni e 2 corvi imperiali.
Questo pomeriggio sono iniziate, intanto, le operazioni di pulizia del territorio, dove sono stati ritrovati i resti delle carcasse, per eliminare le tracce di veleno presenti nella zona circostante.
Grande partecipazione anche da parte dei volontari dell’associazione “Rewilding Apennines”, cani antiveleno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e guardie del parco interessato.
Nel frattempo, sono state inviate all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, con sede ad Avezzano, le carcasse degli animali ritrovati, in maniera tale da poter confermare la presenza di sostanze nocive nei resti. Nel territorio interessato sono state anche ritrovate delle esche, sempre inoltrate al laboratorio di analisi per cercare di capire il contenuto.
L’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, ha portato agli onori della cronaca nazionale il caso, la quale aveva dichiarato che l’associazione di cui fa parte avrebbe esposto una denuncia contro ignoti, ritenuti responsabili dell’avvelenamento.
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