Le studentesse afghane continuano a subire attacchi violenti contro la loro educazione e vedono limitata l’istruzione scolastica, come hanno dimostrato chiaramente i recenti episodi di avvelenamento in alcune scuole primarie nella provincia di Sar-e-Pul. Questi attacchi sono simili a quelli verificatisi in Iran, che hanno causato anche la morte di diverse studentesse, oltre che intossicazione e malessere per tutti i colpiti. La situazione preoccupa i genitori e la comunità internazionale, che temono ulteriori restrizioni per le donne afghane e la loro educazione sotto il governo talebano, che ha espresso il desiderio di riportare ai margini della società le donne in Afghanistan.
In questo contesto, la comunità internazionale si sta riunendo spesso e in occasioni ufficiali per discutere della situazione in Afghanistan, in un momento cruciale per il Paese e per il futuro delle donne afghane.
La situazione delle donne in Afghanistan è notevolmente peggiorata dopo il ritorno dei talebani al potere, a seguito del ritiro delle truppe americane nel 2021. Mentre il Paese cerca di ricostruire e stabilizzarsi, le donne si trovano a dover affrontare nuove restrizioni e minacce alla loro libertà e ai loro diritti. Le donne sono state costrette a vivere in un clima di paura, con limitazioni all’accesso all’istruzione, all’occupazione e alla partecipazione alla vita pubblica.
In particolare, il governo talebano ha espresso l’intenzione di riportare la condizione delle donne come prima dell’avvento straniero nella Nazione, limitando la loro partecipazione in molti settori della società e del lavoro.
La comunità internazionale oltre ad aver espresso profonda preoccupazione, sta cercando di intervenire per garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali e della loro dignità umana, anche attraverso la pressione politica e la mobilitazione della società civile.
Le studentesse afghane continuano a subire attacchi violenti contro il diritto di istruzione che fornisce loro una possibilità per il futuro. Come dimostrato dai recenti episodi di avvelenamento in alcune scuole primarie nella provincia di Sar-e-Pul le autorità talebane proseguono i loro piani e la loro linea di condotta nonostante gli ammonimenti globali.
Questi attacchi sono simili a quelli occorsi in Iran, che hanno causato il ferimento e, in alcuni casi riferiti dai media locali anche la morte, di numerose studentesse. La situazione preoccupa i genitori e le autorità globali, che temono ulteriori restrizioni per le donne afghane e la loro educazione sotto il governo talebano, che ha espresso il desiderio di riportare ai margini le donne afghane.
In questo difficile contesto, la comunità internazionale si riunirà per discutere della situazione in Afghanistan, in un momento nel quale le donne afghane stanno soffrendo a causa delle privazioni e dei limiti imposti dai talebani.
Il funzionario Mohammad Rahmani ha riferito ai media internazionali che entrambe le scuole primarie attaccate erano vicine l’una all’altra e sono state prese di mira in successione. I bambini sono stati trasferiti in ospedale e sono tutti al sicuro. Non sono state fornite ulteriori informazioni su come le studentesse siano state avvelenate.
Rahmani non ha specificato l’età delle ragazze coinvolte, ma ha detto che erano studentesse dalla prima alla sesta classe. Questo è il primo caso di attacco di questo tipo da quando i talebani hanno ripreso il controllo del paese nell’agosto 2021 e hanno iniziato a reprimere i diritti e le libertà delle donne e delle ragazze afghane.
Le ragazze sono state costrette ad abbandonare la loro istruzione oltre la scuola media, inclusa l’università, e alle donne è stato vietato inoltre l’accesso a gran parte dei lavori e degli spazi pubblici. Un ritorno al periodo più buio dell’Afghanistan che ha nuovamente raggiunto il primo posto nella classifica mondiale dei luoghi in cui le donne soffrono più discriminazione e vessazioni.
In Iran circa 13.000 studentesse sono state colpite da episodi di avvelenamento nelle scuole femminili da novembre. La situazione ha sollevato preoccupazione e allarme tra la popolazione e la comunità internazionale, che ha espresso la necessità di indagare sulla questione e trovare una soluzione per garantire la sicurezza delle studentesse e il loro diritto all’educazione.
Non è ancora chiaro chi sia responsabile di questi attacchi e quale sia il loro obiettivo. La situazione delle donne e delle ragazze in Iran è stata oggetto di discussione e preoccupazione a livello internazionale per anni, ma le nuove restrizioni all’accesso all’istruzione e alla vita pubblica, nonché violazioni dei loro diritti umani fondamentali stanno alzando malcontento generale e ciò potrebbe innescare problematiche diplomatiche.
Nella dichiarazione conclusiva della seconda riunione dei leader dell’Asia centrale e dell’Unione europea, è emersa una profonda preoccupazione congiunta riguardo alla situazione in Afghanistan, ma anche la necessità di garantire stabilità e crescita nel Paese.
Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha sollecitato un governo inclusivo che rispetti i diritti umani, in particolare l’accesso all’istruzione e al lavoro per le donne e le ragazze afghane.
L’imam Ali Rahman, presidente del Tagikistan, ha evidenziato l’incremento del terrorismo internazionale in alcune province settentrionali dell’Afghanistan, sottolineando l’importanza di proteggere le frontiere tra il Tagikistan e l’Afghanistan. Sadyr Japarov, presidente del Kirghizistan, ha sostenuto incontri periodici tra Asia centrale e Unione europea per affrontare le questioni di politica e sicurezza, inclusi rappresentanti speciali ssull’Afghanistan.
Japarov ha anche sollecitato un approccio di esempio, persuasione e dialogo costruttivo per affrontare le questioni dei diritti delle donne afghane all’istruzione e al lavoro. I partecipanti all’incontro hanno espresso la necessità di mantenere e intensificare gli aiuti umanitari al popolo afghano, in quanto la situazione umanitaria sta degenerando rapidamente.
L’Emirato Islamico ha contestato le preoccupazioni sulla sicurezza dei paesi vicini e della regione dell’Afghanistan, sostenendo che il territorio non rappresenta una minaccia per nessun’altra nazione e che le questioni sui diritti umani e la struttura del sistema del paese sono questioni interne che saranno risolte in conformità con i valori islamici.
Infine, i partecipanti hanno concordato sulla necessità di tenere ulteriori riunioni sull’Afghanistan per affrontare la situazione in modo efficace.
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