L’Unione Europea ha ricevuto la proposta del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica secondo la quale si va a parlare di un decreto il cui scopo è quello di incentivare le forme di autoproduzione insieme all’auto consumo di energia realizzata da fonti rinnovabili.
Coloro che prenderanno parte a questa proposta otterranno dei contributi a fondo perduto insieme a degli sconti in bolletta. Adesso si è in attesa della lascia passare della Commissione europea.
La proposta inviata all’Unione Europea
Il Ministero dell’Ambiente della sicurezza energetica ha fatto una proposta all’Unione Europea, ossia un idea che va ad incentivare le comunità europea energetiche. Questa fa riferimento sia a forme di autoconsumo di energia che ad autoproduzione.
Attualmente la proposta è stato depositata e non si dovrà fare altro che aspettare il lascia passare da parte della Commissione europea. Ma che cosa si intende nel momento in cui si parla di comunità energetiche?
Le comunità energetiche non sono altro che diverse persone raggruppate, tra cui cooperative, imprese, associazione, enti locali oppure enti religiosi che tutti insieme si uniscono al fine di auto consumare e auto produrre l’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Si tratta di energia realizzata dall’eolico, fotovoltaico, biomasse e idroelettrico.
Coloro che scelgono di muoversi verso questa direzione otterranno numerosi vantaggi tra cui un enorme risparmio in bolletta insieme alla diminuzione di emissioni ed inquinamento. Non manca poi l’indipendenza energetica dal Paese nonché una sicurezza per quanto riguarda l’utilizzo di energia pulita.
Gilberto Picchetto Fratin, il ministro dell’ambiente della sicurezza energetica, all’interno di una nota afferma che lo scopo di questa proposta è quello di fare in modo che nascano altr 15mila comunità energetiche “Diamo all’Italia una nuova energia tutta rinnovabile. Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica”.
In cosa consiste questa proposta
La proposta avanzata da Fratin è formata da due misure diverse. Da una parte è stato realizzato un intervento di incentivazione per coloro che scelgono di partecipare alle comunità energetica mentre dall’altro è presente uno stanziamento del Pnrr pari a 2,2 miliardi per quanto riguarda un finanziamento a fondo perduto che raggiunge fino al 40% dei costi inerenti alla costruzione di un nuovo impianto.
Una cifra che può essere usata anche per potenziare un impianto già esistente situato in un comune in cui non sono presenti più di 5.000 abitanti. È molto importante aggiungere che la potenza nominale massima di ogni impianto non deve essere più alta di un Megawatt.
Una decisione presa per fare in modo che continui ad essere in piedi il carattere comunitario e che quindi i fondi non vengono utilizzati per realizzare delle imprese che producono energia elettrica.
Attraverso questo provvedimento, due sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere: aumentare la produzione di energia rinnovabile e dare la possibilità di risparmiare per quanto riguarda il costo dell’energia.
Coloro che desiderano aggiungersi all’interno di una comunità energetica avranno la possibilità di avere una tariffa incentivante per quanto riguarda la quota di energia condivisa dagli impianti a fonti rinnovabili.
E’ di 5 gigawatt la potenza massima finanziabile, un valore che prevede un limite temporale fino al 2027. La misura che dà la possibilità di accedere ai contributi a fondo perduto interessa soltanto quelle comunità in cui non sono presenti più di 5.000 abitanti.
L’intervento in questione può essere utilizzato sia per realizzare nuovi impianti che per rendere più efficienti quelli già esistenti. In quest’ultimo caso la misura prevede un finanziamento di 2,2 miliardi di euro del Pnrr ed ha come scopo quello di portare gli impianti ad una potenza di 2 gigawatt.
Coloro che riusciranno ad ottenere il contributo a fondo perduto avranno la possibilità di fare in modo che questo possa essere cumulato con l’incentivo in tariffa.
Perciò che concerne la tariffa, tre sono le fasce indicate per gli incentivi:
- per quanto riguarda gli impianti che hanno una potenza fino a 600 kW, la tariffa ha un prezzo fisso di 60 euro a megawattora;
- per gli impianti con una potenza tra 200 kW e 600 kW, il costo fisso è di 70 euro;
- per gli impianti che non superano i 200 kW, il prezzo fisso è di 80 euro.
Esiste poi anche un fattore di correzione che varia in base alla Regione. Infatti, per le regioni del centro, tra cui Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria e Toscana, sono previsti 4 euro in più per Megawatt ore mentre, per le regioni del nord, ossia Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto e Emilia Romagna, sono previsti 10 euro in più a megawattora.
Nel momento in cui invece è prevista l’erogazione del contributo all’interno di un conto capitale, la tariffa potrà anche essere soggetta ad una decurtazione.
All’interno della proposta si parla molto chiaramente anche delle spese che possono fatte con il fondo in questione. Infatti questa prevede addirittura l’esborso finanziario che non sia superiore al 10% dell’importo ammesso.
Infine è molto importante sapere che le spese variano in base al tipo di impianto che si desidera installare:
- per un impianto che non supera i 20 kW, il costo concesso è di 1500 euro;
- per gli impianti tra 20 e 200 kW, il costo è di 1.200 euro,
- per gli impianti tra 200 e 660 kilowatt, il costo è di 1.100 euro
- mentre per gli impianti tra 600 e 1000 kW il costo è di 1.050 euro.