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In arrivo una stretta sulle slot machine

In occasione della giornata internazionale del gioco responsabile, si è parlato a lungo dell’arrivo di una Black List anti ludopatia.

Gioco d’azzardo- Nanopress.it

 

Ai microfoni di Today ha parlato il presidente di EGP, Associazione Italiana esercenti giochi pubblici, Emanuele Cangianelli

Il gioco d’azzardo in Italia

Preoccupa molto il fatto che spesso il gioco d’azzardo legale in Italia si scontra con la problematica della ludopatia facendo in modo che si perdano di vista i motivi che hanno portato il nostro paese a muoversi verso una direzione ben precisa.

Infatti, prima di affrontare l’argomento, è molto importante tenere a mente che il valore sociale ed economico del gioco regolamentato risulta essere in continua crescita anche se tutto ciò potrebbe rischiare che si trasformi in una malattia sociale molto costosa.

A questo riguardo ai microfoni di Today, Emanuele Cangianelli ha affermato che è molto importante evitare di vedere il gioco d’azzardo regolare come un demonio. Parole pronunciate durante la giornata internazionale del gioco responsabile.

Il presidente di EGP afferma che è molto importante sfruttare la regolamentazione presente nel settore così che si possa essere informati e dare la possibilità agli esercenti di mettere un freno nel momento in cui si sta esagerando.

Slot machine- Nanopress.it

Nel 2022 le varie forme di gioco d’azzardo legale come Bingo, scommesse, gratta e vinci, casinò online e poker hanno dato la possibilità allo stato di incassare 11 miliardi di euro. In Italia il settore del Gaming rappresenta l’1% del PIL nazionale e dà la possibilità a ben 35.000 dipendenti di ottenere uno stipendio.

Se si prende sotto esame il settore del retail, è possibile affermare che al suo interno sono presenti 70.000 dipendenti se si include anche il reddito proveniente dalla tabaccheria o dal barista. Se invece si prende sotto esame soltanto l’attività principale del gioco d’azzardo, si arriva a 150.000 redditi da lavoro.

Il Presidente dell’Associazione afferma che, a seguito della pandemia, il gioco d’azzardo è arrivato a livelli molto alti per poi stabilizzarsi su quella che era la situazione pre-covid anche se ha visto un aumento del gioco in rete. In poche parole resta lo stesso il numero di giocatori proprio come resta intatto il fatturato anche se sembra essere in aumento la parte illegale del gioco d’azzardo.

Cangianelli afferma essere molto preoccupato su questa situazione in quanto diverse persone che hanno un livello culturale medio non sono in grado di trovare la differenza tra il gioco legale e quello illegale. Si tratta di una condizione comune soprattutto tra i giovani i quali spesso e volentieri si fanno ingannare da link oppure da Passaparola. Molto spesso gli indirizzi internet in questione si appoggiano a siti illegali che vedono la malavita internazionale alla gestione.

Il gioco illegale online in Italia è un grandissimo problema. Secondo il Presidente dell’Associazione ciò che pesa di più è l’assenza di controllo su quelle che sono le dipendenze dal gioco.

Il fenomeno della ludopatia in Italia

Sono 18 milioni gli adulti che in Italia almeno una volta hanno provato il gioco d’azzardo durante gli ultimi 365 giorni. i giocatori si dividono in 13 milioni di persone che giocano in modo sociale, due milioni che hanno un profilo a basso rischio, 1,4 milioni con un profilo con rischio moderato e 1,5 milioni che hanno un profilo problematico.

A quest’ultima categoria appartengono coloro che non riescono a tenere sotto controllo il tempo che dedicano al gioco né tantomeno riescono a controllare la spesa alterando addirittura sia comportamenti sociali che quelli familiari. La metà della categoria appena descritta ha dei problemi piuttosto seri proprio come ricorda Cangianelli.

Ciò che più preoccupa è che il disturbo del gioco d’azzardo risulta essere un fenomeno in continua crescita. Se non si mettono in atto delle misure idonee, il rischio che si corre è che presto si trasformi in una malattia sociale.

Cangianelli afferma che l’associazione si impegna da sempre nel contrastare la ludopatia. Per farlo ha scelto addirittura di formare il personale che lavora all’interno delle sale  “Grazie al rapporto personale e diretto con i giocatori i dipendenti delle nostre aziende riconoscono i comportamenti compulsivi, tentando di fare da filtro all’accesso nelle sale. Purtroppo per motivi legali non è possibile impedire l’accesso a persone che siano in un evidente stato compulsivo”.

Roulette al casinò- Nanopress.it

Ed è per questo motivo che da diverso tempo l’associazione ha fatto una richiesta, ossia quella di introdurre delle regole più stringenti. Tra queste troviamo la proposta di un registro nazionale di esclusioni che dia la possibilità agli esercenti di evitare l’ingresso all’interno di aree del gioco a tutte quelle persone che non hanno mai effettuato mai la registrazione “Sul gioco online questo è già regolamentato (esiste il RUA, Registro unico degli Autoesclusi, che consente al giocatore di autoescludersi dal gioco a distanza per un periodo prefissato di 30, 60 o 90 giorni, oppure a tempo indeterminato, ndr). Parte della tecnologia c’è già ed è già nella normativa, si tratta solo di riportarla anche nei punti vendita fisici partendo dalle sale specializzate”.

Intorno agli anni 2000 è stato regolamentato il gioco d’azzardo. Questa è una scelta fatta sia per una questione di gettito fiscale ma anche per fare in modo che il gioco illegale insieme al criminalità potesse essere contrastata.

Nonostante ciò, come dichiara Cangianelli, durante gli ultimi anni esiste dell’incertezza all’interno delle politiche. Il presidente afferma che molto spesso capita di veder diminuire l’offerta la  cui conseguenza è il blocco della nascita di nuove sale.

In alcune regioni, come l’Emilia Romagna, durante gli ultimi anni c’è stata una chiusura del 80% delle attività già esistenti Spesso i comuni nell’idea un po’ ingenua di ridurre l’offerta – mentre si dovrebbe lavorare sulla domanda, sui consumatori – impediscono non solo l’apertura di nuove sale ma persino la continuità di quelle che ci sono sulla base di distanziamenti di 500 metri da una chiesa o da una scuola. In certe regioni, Emilia Romagna piuttosto che Piemonte, per i bar o le tabaccherie, questa cosa ha portato negli ultimi anni alla chiusura del 70-80% delle attività preesistenti. Spesso si tende a scegliere il proibizionismo, con il fantastico risultato di mettere proprio le persone a maggior rischio nelle mani della malavita. Noi pensiamo che questo sia assolutamente contrario agli interessi della collettività”.

Per quanto riguarda le infiltrazioni illegali, il presidente afferma che il problema esiste anche se ci tiene a spiegare che “il sistema delle concessioni ha già una normativa speciale, ci sono già moltissimi controlli nell’assegnare le concessioni. Però, come in tutte le attività imprenditoriali, si devono mettere le risorse sufficienti per fare i controlli”. 

Il presidente afferma che è molto importante evitare di demonizzare il gioco legale proprio come è errato anche affermare che, all’interno delle sale da bingo, gli anziani spendono l’intera pensione. All’interno del Bingo, un gioco molto simile alla tombola, le persone possono acquistare delle cartelle per una cifra non superiore a 3 euro. Per riuscire a spendere l’intero assegno pensionistico, sarà necessario giocare tutti i giorni della settimana cosa che non accade.

Inoltre il Presidente dell’Associazione afferma che molto spesso le sale da gioco svolgono anche una funzione sociale che non deve essere sottovalutata. Infatti, nelle sale da Bingo, le persone riescono a trovare compagnia anche perché al loro interno è presente anche una zona ristorazione.

Insomma il disturbo da gioco d’azzardo risulta essere problematico nel momento in cui si presentano delle conseguenze significative. Il rischio che un giocatore corre è quello di mettere la repentaglio la propria tranquillità rischiando di indebitarsi o addirittura infrangere la legge per ottenere quello denaro di cui ha bisogno.

Attraverso il numero verde 855 88 22 è possibile avere l’aiuto che serve per uscire dall’incubo del gioco d’azzardo patologico.

Marina Nardone

Sono Marina Nardone, nata nel 1992 e diplomata al liceo classico. Amo la scrittura anche se il mio cuore è occupato da un'altra passione, quella per l'uncinetto con cui creo dei piccoli capolavori. Su Nanopress.it mi occupo di economia.

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