La NATO si prepara ad affrontare una delle più importanti riunioni degli ultimi tempi in Lituania questa settimana, con l’aggressione della Russia al centro delle discussioni. Tuttavia, un altro tema che attira l’attenzione è la prospettiva di adesione all’Alleanza Atlantica da parte dell’Ucraina e della Svezia.
Il conflitto è al centro della riunione ma anche la scelta di inviare munizioni a grappolo a Kiev, sarà sicuramente un argomento che emergerà tra quelli che verranno trattati.
Le adesioni alla Nato suscitano reazioni differenti e per diverse motivazioni, e sono utilizzate anche per attuare mosse strategiche con lo scopo di vedere esaudito un determinato desiderio o necessità.
Il vertice Nato e le adesioni di Ucraina e Svezia
In particolare, l’adesione dell’Ucraina alla NATO è un argomento delicato e controverso che ha diviso l’opinione pubblica e gli Stati membri dell’Alleanza. Molti Paesi, soprattutto quelli dell’Europa dell’Est, sostengono l’ingresso dell’Ucraina nella NATO come una mossa strategica per proteggere l’Europa dall’aggressione russa. Altri, invece, temono che un’eventuale adesione dell’Ucraina possa provocare una reazione ancora più aggressiva da parte di Mosca.
Anche la Svezia, che non fa parte della NATO, è al centro della discussione diplomatica in questo vertice. Infatti, il Paese scandinavo ha manifestato il desiderio di aderire all’Alleanza Atlantica, ma ci sono opinioni contrastanti su questo argomento. Alcuni sostengono che l’adesione della Svezia alla NATO sarebbe un ulteriore deterrente contro l’aggressione russa, mentre altri temono che potrebbe provocare una reazione negativa da parte della Russia.
Il vertice di Vilnius è un’occasione importante per la NATO per discutere degli sviluppi della situazione internazionale, in particolare delle tensioni con Mosca, ma anche per cercare di superare le divergenze interne riguardo alla prospettiva di adesione di Ucraina e Svezia.
I 31 leader dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico si riuniranno per un vertice di due giorni. L’obiettivo principale dell’incontro sarà quello di riaffermare il sostegno dell’alleanza militare nei confronti dell’Ucraina, attualmente in guerra.
Il vertice della NATO cercherà di superare le divergenze interne sulla prospettiva di adesione della Svezia all’Alleanza Atlantica. La Svezia, che non fa parte della NATO, ha manifestato il desiderio di entrare nell’alleanza militare, ma ci sono opinioni contrastanti in merito all’eventuale ingresso del paese scandinavo.
Infine la riunione punterà a mostrare una posizione unita contro l’aggressione della Russia, che continua a rappresentare una minaccia per la sicurezza dell’Europa.
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato ai giornalisti riguardo al vertice di Vilnius che l’alleanza militare rafforzerà la sua deterrenza e difesa, anche attraverso maggiori investimenti.
Inoltre, ha annunciato che l’Alleanza intensificherà il suo sostegno all’Ucraina e lavorerà per avvicinare il paese alla NATO.
La Lituania, paese ospitante del vertice, si aspetta che l’incontro porti a decisioni concrete, non solo a dichiarazioni. Il presidente lituano Gitanas Nausėda ha espresso questo auspicio su Twitter, sottolineando l’importanza di rendere il vertice di Vilnius memorabile per le decisioni prese.
Il sostegno all’Ucraina e la difesa contro l’aggressione russa sono tra le principali priorità del vertice della NATO di quest’anno. L’Alleanza continuerà a lavorare per garantire la sicurezza e la stabilità dell’Europa, attraverso una maggiore cooperazione tra i Paesi membri e un impegno per la difesa comune.
Per l’Ucraina, uno degli obiettivi principali dopo il vertice di Vilnius è ottenere una conferma definitiva sulla sua adesione alla NATO. Lo scorso settembre, Kiev ha formalmente richiesto di entrare a far parte dell’alleanza militare per rafforzare i propri confini contro la Russia.
Da allora, il presidente ucraino Zelensky e i funzionari del suo governo hanno esercitato pressioni sulle nazioni della NATO per accelerare il processo di adesione dell’Ucraina.
Anche la popolazione ucraina, sia all’interno del Paese che in tutto il mondo, ha espresso il proprio sostegno all’adesione del paese all’Alleanza Atlantica.
Per l’Ucraina, l’ingresso nella NATO rappresenterebbe una mossa strategica per garantire la propria sicurezza e proteggere il paese dall’aggressione russa. Tuttavia è un tema controverso e delicato, in quanto potrebbe provocare una reazione ancora più aggressiva da parte della Russia e creare tensioni tra Mosca e l’Occidente.
Nonostante un ampio consenso sulla necessità di fornire un forte sostegno all’Ucraina, i membri della NATO rimangono divisi sul tema di offrire al Paese l’adesione all’alleanza in un momento in cui è ancora in corso una guerra.
Mentre alcuni paesi, come la Lituania e la Polonia, sostengono fortemente l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, altri come gli Stati Uniti e la Germania hanno mostrato una posizione più restrittiva sull’idea.
L’intervista del presidente degli Stati Uniti Joe Biden con la CNN ha evidenziato la posizione contraria di alcuni membri della NATO sull’ingresso dell’Ucraina. Biden ha precisato che Kiev è ancora impegnata in una guerra con la Russia e che l’ingresso del paese nell’Alleanza Atlantica potrebbe trascinare l’intera NATO sul campo di battaglia.
Questa posizione è condivisa anche da Germania, Turchia e altri membri della NATO, che ritengono che l’adesione dell’Ucraina potrebbe aumentare la profonda crisi e generare un conflitto mondiale.
Tuttavia, altri membri della NATO, come Lituania e Polonia, sostengono l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica come una mossa strategica per proteggere l’Europa dall’aggressione russa e garantire la sicurezza nella regione.
La dichiarazione del presidente Biden sulla possibile guerra con la Russia in caso di adesione dell’Ucraina alla NATO riflette la gravità della situazione e la complessità dei problemi che l’Alleanza Atlantica deve affrontare in merito all’adesione del paese ucraino.
L’articolo 5 della NATO, che prevede la difesa collettiva di tutti i membri dell’alleanza in caso di attacco armato, rappresenta una pietra angolare dell’alleanza militare.
Le parole del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba sulla rimozione del Membership Action Plan (MAP) dal percorso dell’Ucraina verso l’adesione alla NATO indica che i membri dell’alleanza militare non sono ancora giunti a un consenso unanime sulla questione dell’adesione del Paese. Kiev continuerà a cercare di rafforzare la propria cooperazione con la NATO e di lavorare per garantire la propria sicurezza e protezione contro l’aggressione russa.
La dichiarazione di Stoltenberg sulla differenza tra il vertice di Vilnius e quello del 2008 di Bucarest, riguarda il fatto che l’Ucraina si è avvicinata molto di più alla NATO negli ultimi anni grazie alla cooperazione e all’interoperabilità tra il paese e l’alleanza militare. Ma non è ancora chiaro se la posizione della NATO sull’adesione dell’Ucraina all’alleanza sarà più forte di quella del 2008.
La dichiarazione del Cremlino sulla possibile “dura risposta” in caso di adesione dell’Ucraina alla NATO mostra la chiara posizione della Russia. Mosca ha ripetutamente affermato che l’adesione dell’Uc rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza nazionale russa e potrebbe portare a una svolta non voluta.
Stoltenberg ha confermato che l’alleanza sta preparando un programma pluriennale di assistenza all’Ucraina, che verrà presentato al vertice di Vilnius. Questo programma di assistenza includerà sostegno finanziario e materiale per le esigenze critiche come il carburante, le forniture mediche, le attrezzature per lo sminamento e i ponti di barche. Inoltre, l’alleanza aiuterà l’Ucraina a rafforzare il proprio settore della sicurezza e della difesa, compresi ospedali militari e a passare dagli standard dell’era sovietica a quelli della NATO.
Ha inoltre annunciato l’istituzione di un Consiglio NATO-Ucraina per rafforzare i legami politici tra l’Ucraina e l’alleanza militare. Il Consiglio agirà come un meccanismo di consultazione tra i membri e Kiev, consentendo di discutere e soprattutto decidere rapidamente questioni specifiche in caso di minacce percepite dall’Ucraina.
Questo percorso è visto come un passo significativo verso una maggiore cooperazione tra l’Ucraina e la NATO, anche se l’adesione del paese all’alleanza militare rimane un tema controverso e delicato.
La vicenda tra Svezia e Turchia
L’adesione della Svezia alla NATO è un altro tema importante che verrà discusso al vertice di Vilnius. La richiesta della Svezia e della Finlandia di diventare membri della NATO è stata bloccata da Turchia e Ungheria lo scorso maggio.
La Turchia ha sollevato timori sulla presunta connessione della Svezia con organizzazioni considerate “terroristiche” come il Partito dei Lavoratori del Kurdistan o PKK e il Partito dell’Unione Democratica (PYD) in Siria. Il presidente turco Erdogan ha accusato la Svezia di fornire un rifugio sicuro ai membri di queste organizzazioni.
La Svezia ha respinto queste accuse e ha affermato che ha una politica di tolleranza zero nei confronti del terrorismo. Le autorità svedesi hanno sottolineato che l’adesione alla NATO è una decisione sovrana e che il Paese soddisfa tutti i requisiti per diventare un membro dell’alleanza militare.
La richiesta del presidente turco Erdogan alla Svezia di revocare l’embargo sulle armi imposto alla Turchia nel 2019 in seguito all’incursione di Ankara nel nord della Siria è un altro tema di disaccordo tra i due Paesi.
Erdogan ha affermato che la revoca dell’embargo sulle armi è una preoccupazione importante per la sicurezza della Turchia e che deve essere risolta prima che la Turchia acconsenta all’allargamento della NATO per includere la Svezia.
La Svezia, però, ha respinto la richiesta di Erdogan e ha risposto che l’embargo sulle armi rimarrà in vigore finché Ankara non rispetterà il diritto internazionale e non risolverà i problemi nella regione anche sulle violazioni dei diritti umani.
Come ha detto un funzionario della NATO, il miglior scenario possibile sarebbe che il presidente Erdogan si dichiarasse soddisfatto delle azioni del parlamento svedese e si mostrasse aperto a risolvere le divergenze con la Svezia.
Secondo Bruno Lete, esperto di sicurezza e difesa del German Marshall Fund degli Stati Uniti a Bruxelles, non c’è nulla dal punto di vista tecnico che impedisca alla Svezia di diventare un membro della NATO, ma la questione è principalmente politica.
Lete ritiene che la Turchia stia usando il veto sull’adesione della Svezia per perseguire i propri interessi, in particolare per riottenere l’accesso al programma di caccia a reazione F-16 degli Stati Uniti. La Turchia è stata rimossa dal programma dopo aver acquistato i sistemi S-400 russi, nonostante gli avvertimenti di Washington di non farlo.
La situazione attuale sembra essere caratterizzata da una serie di negoziati e accordi tra Turchia, Svezia, Stati Uniti e NATO, tutti finalizzati a rafforzare la capacità militare dell’alleanza.
È interessante notare che Erdogan ha negato immediatamente i collegamenti tra l’adesione della Svezia alla NATO e l’obiettivo dell’F-16 di Ankara, ma ha sottolineato allo stesso tempo che l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea potrebbe accelerare l’adesione della Svezia alla NATO.
Infine, Stoltenberg ha espresso sostegno per l’adesione della Turchia all’UE e ha sottolineato che la Svezia potrebbe ancora aderire alla NATO al vertice di settembre, il che suggerisce che la situazione è ancora in divenire e che potrebbero esserci sviluppi significativi nei prossimi mesi.
Inaspettatamente lunedì Stoltenberg ha annunciato che Erdogan ha deciso di portare al parlamento turco la richiesta di adesione alla Nato della Svezia.
La Turchia quindi sosterrà l’ingresso della Svezia nell’alleanza militare dopo aver intrapreso un percorso turbolento, che sembra però aver raggiunto una conclusione.
Stoltenberg ha dichiarato: “Sono lieto di annunciare che il presidente Erdogan ha accettato di inoltrare il protocollo di adesione per la Svezia alla grande assemblea nazionale il prima possibile e di lavorare a stretto contatto con l’assemblea per garantire la ratifica”.
Anche la questione della Cina è diventata una priorità nella strategia della NATO, come dimostrato dalla sua identificazione come una “sfida sistemica alla sicurezza euro-atlantica”.
Ma come ha sottolineato Lete di GMF, l’obiettivo dell’alleanza è quello di collaborare con i Paesi asiatici, Australia e Nuova Zelanda solo per lo scambio di informazioni e la consapevolezza della situazione, non per creare una partnership militare.
La Cina è vista come una minaccia alla sicurezza non solo dalla NATO, ma anche da molti altri Paesi. Pechino sta aumentando rapidamente il suo potere militare, economico e tecnologico, e la sua politica estera ha generato timore. Ciò ha portato alla creazione di alleanze e partenariati tra i Paesi che cercano di contrastare l’influenza di Pechino. In prima linea gli Stati Uniti che si contendono il primato economico e produttivo con la Cina.
La Nato si concentra principalmente sulla difesa della regione euro-atlantica, quindi la questione della Cina è vista principalmente attraverso questa lente. Non ha un ruolo diretto nella gestione delle tensioni tra la Cina e i paesi asiatici, Australia o Nuova Zelanda, ma è importante che l’alleanza collabori con questi paesi per comprendere meglio la situazione e sviluppare una risposta coordinata alle minacce comuni.