Lo scostamento di bilancio non è altro che una variazione degli obiettivi di finanza pubblica a differenza di quelli che si erano definiti in occasione dell’approvazione del bilancio dello Stato.
Una manovra che deve essere votata a maggioranza assoluta da parte di entrambe le Camere.
Durante la giornata di giovedì 27 aprile non c’è stata l’approvazione della risoluzione presso la Camera dei Deputati attraverso la quale il governo chiedeva il lasciapassare verso uno scostamento di bilancio pari a 3,4 miliardi nel 2023 e, nel 2024 per un importo pari a 24,5 miliardi di euro. Si tratta di fondi che dovrebbero essere utilizzati per finanziare vari progetti tra cui anche il decreto lavoro. In cosa consiste lo scostamento di bilancio? Qual è la sua applicazione?
Lo scostamento di bilancio non è altro che una modifica degli obiettivi di finanza pubblica a differenza di quelli che erano stati decisi nel momento in cui c’è stata l’approvazione del bilancio, ossia i saldi delle diverse manovre finanziarie che sono state predisposte durante il corso di ogni anno. Nel mese di aprile potrebbe arrivare la modifica alla situazione che è stata decisa all’interno della legge di bilancio ossia quando c’è l’approvazione del Def o nel mese di ottobre con l’aggiornamento del Def, ossia la Nadef.
La scelta di andare avanti con uno scostamento di bilancio e si prende nel momento in cui si crede sia importante andare alla ricerca di fondi per realizzare alcune misure di politiche economica utilizzando quindi la leva delle deficit. Visto che in pratica si fa riferimento ad un ampliamento del debito, è necessaria l’autorizzazione del parlamento da parte del governo. Infatti lo scostamento deve essere approvato sia dalla Camera dei Deputati che Dal Senato a maggioranza assoluta proprio in base a ciò che afferma l’articolo 81 della Costituzione. Attraverso il testo della norma si vanno a decidere le situazioni in cui è permesso ricorrere all’indebitamento dopo aver stabilito che “lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”. Infatti, in base a ciò che afferma l’articolo 81, è possibile leggere che “Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali”.
Durante la giornata di ieri, presso la Camera dei Deputati, la risoluzione di maggioranza attraverso la quale era in previsione uno scostamento di bilancio per andare a finanziare il decreto lavoro è stata bocciata per soli sei voti. Infatti, per ottenere l’approvazione, era necessario avere 201 approvazioni. Nel testo invece ce ne sono stati soltanto 195. Inoltre, il lasciapassare era stato già ottenuto dal Senato dopo aver analizzato la medesima risoluzione.
Qual è il prossimo passo? Attualmente quindi il governo non dovrà far altro che realizzare un nuovo testo di risoluzione in quanto il testo bocciato non potrà essere votato di nuovo nella stessa versione. Ed è per questo motivo che, a seguito della bocciatura a Montecitorio, è stato organizzato un consiglio dei ministri lampo così da presentare una relazione nuova riguardo allo scostamento di bilancio senza andare a mettere le mani sui saldi previsti e sul Def.
Si è sottolineato che tale ricorso all’indebitamento è stato fatto al fine di sostenere il lavoro e le famiglie “oggetto degli interventi programmati per il Cdm fissato per il 1° maggio”.
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