Graditissimo ritorno, con In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi, per Maurizio De Giovanni che con questo nuovo libro, accolto da un’eccellente recensione critica, si riconferma ancora una volta tra gli scrittori preferiti dai lettori italiani. Un’opera un po’ più lunga del solito, come ha ammesso lo stesso De Giovanni, che si preannuncia – a detta di molti – come il miglior libro del giallista napoletano. Merito (probabilmente) del protagonista, il commissario Luigi Ricciardi, eroe della fortunatissima serie a lui dedicata, inaugurata nel 2007 con il romanzo Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi.
Edito da Einaudi il libro – che fa seguito al grande successo di Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi, uscito nel 2012, e Buio per i bastardi di Pizzofalcone, pubblicato lo scorso anno – è ambientato ancora una volta nella Napoli degli anni Trenta, in piena epoca fascista. Protagonista assoluto, il commissario Ricciardi, uomo integerrimo, dotato di grande intuito e di un profondo senso di giustizia. Perennemente triste a causa del Fatto – un brutto episodio capitatogli da bambino quando, girando per i vigneti di famiglia, s’imbatté nel cadavere di un contadino – possiede però una dote insolita: riesce a percepire i pensieri e gli ultimi istanti di vita delle vittime sulle quali si ritrova ad indagare. Questa caratteristica, tuttavia, anziché aiutarlo nelle indagini – ha capito, infatti, che gli ultimi pensieri di un morente sono rivolti ai proprio cari o a faccende lasciate in sospeso – gli causa sospetto da parte dei colleghi che, oltre a guardarlo di traverso per la bravura nel risolvere i delitti, lo credono quasi in combutta con il diavolo.
Trama
Estate 1932, una delle più calde del secolo. Napoli, immersa nella calura di luglio, si appresta a celebrare una delle sue feste più popolari, la Madonna del Carmine, quando una notizia terribile sconvolge l’intera città: un noto chirurgo, stimato professionista e amato da tutti per l’attività gratuita nei confronti delle famiglie più povere, è caduto da un’impalcatura in circostanze poco chiare; lascia la moglie e un figlio piccolo. Incaricato di indagare sul caso – si tratta di suicidio o il medico è stato spinto da qualcuno? – il commissario Ricciardi si mette subito a lavoro, con il Fatto che, come al solito, lo perseguita. Questa volta però i pensieri dell’uomo sono turbati anche dalle inquietudini personali, dubbi e incertezze che lo portano a riflettere sulla sua tormentata vita sentimentale: in bilico tra due donne – Erica, la timida dirimpettaia da cui è segretamente attratto, e l’affascinante Livia, ex cantante lirica che lo corteggia apertamente – il malinconico poliziotto continuerà a sopportare il peso dell’indecisione o sceglierà finalmente chi sarà la donna della sua vita?
Recensione
Settimo capitolo dedicato alle indagini di Ricciardi, il romanzo di Maurizio De Giovanni conferma la grande perizia narrativa e il forte impatto visivo che caratterizza le sue pagine: le parole, infatti, non solo raccontano i fatti, ma ‘scolpiscono‘ il ritratto dei vari personaggi, descrivendo paesaggi e situazioni in cui il lettore riesce a ‘sentire‘ il caldo infernale che opprime Napoli, gli odori degli ambienti e perfino le voci dei morti. E non è da poco per un genere, come quello noir, in cui è facile incappare in descrizioni banali, il delitto, l’indagine, l’indizio, o troppo sensazionalistiche – come nel caso di scene di sangue in cui l’impatto è sì immediato, ma troppo spesso non v’è storia.
Qui invece la storia c’è tutta, ed è ambientata in un luogo preciso e perfettamente realistico, in cui trovano spazio il delitto – il cui contorno sembra interessare poco allo scrittore – ma soprattutto le tante varianti che si intrecciano col racconto: la poesia, la religiosità pagana, le superstizioni, le canzoni, le tradizioni di un tempo e ovviamente l’amore. Il tutto, sullo sfondo di Napoli, che qui brilla in tutta la sua bellezza.
Così come i personaggi, tanto reali nella loro costruzione, quanto tutti potenziali colpevoli, costruiti ognuno per lasciare intatta la suspense, fino al colpo di scena finale. Del resto lo stesso autore ha affermato di essersi affezionato talmente tanto ai suoi personaggi che in questo romanzo, il più corposo dell’intera serie, ‘ho sentito il bisogno di svilupparli tutti, senza lasciare nessuno sullo sfondo‘, ognuno con il suo carico di sentimenti, ognuno con la sua storia alle spalle.
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