Mentre le proteste in Iran stanno riprendendo piede, nuovamente, fomentate dagli avvelenamenti, che stanno subendo le studentesse iraniane, le autorità hanno rivelato di aver attuato i primi arresti in merito alla delicata faccenda.
Una situazione che scatenato il malcontento popolare in maniera importante dato che le giovani studentesse, colpite all’interno degli ambienti scolastici, hanno un età nella quale dovrebbero essere protette e non attaccate. Si tratta di giovani che frequentano le scuole primarie e secondarie e il vile attacco appositamente mirato alla nuova generazione femminile ha scatenato tensione, che si è già notata per le strade del Paese.
La questione ha sollevato indignazione globale e le autorità avevano inizialmente additato i ‘nemici dello stato islamico’ come possibili autori degli attacchi mediante veleno nelle scuole.
L’opinione interna, invece, rivela una grossa fetta di popolazione che ritiene si tratti di un’azione attuata come punizione nei confronti delle donne, che dopo la morte di Mahsa Amini il 16 settembre 2022, non hanno mai smesso di lottare per i propri diritti.
Mentre le proteste di insegnanti e genitori imperversano davanti agli edifici scolastici, emerge che i primi sospettati ritenuti autori degli attacchi sono stati arrestati.
Gli avvelenamenti delle studentesse sono emersi da qualche settimana e la notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo, ma in realtà si tratta di episodi che avvengono ormai da diversi mesi.
Il primo avvelenamento è avvenuta nella città di Qom. Poi si sono notati casi anche nella capitale dell’Iran Teheran e, man mano che i giorni passano, gli avvelenamenti nelle scuole femminili sono diventati sempre più sospetti ed evidenti, dato i casi che necessitavano di accesso ospedaliero.
Così sono emersi sintomi comuni nelle ragazze colpite ma anche di strani odori notati dalle studentesse prima di stare male. I primi sintomi che emergono sono disturbi respiratori, mal di testa, nausea, sudorazione e palpitazioni, formicolii agli arti e difficoltà motoria.
Un attacco che ha indignato la popolazione in Iran che, nonostante non abbia mai smesso di lottare, ha ricominciato a protestare in maniera più decisa dopo la notizia degli avvelenamenti, che hanno coinvolto oltre 1200 studentesse nelle scuole iraniane e, negli ultimi giorni, sono stati presi di mira da attacchi con gas anche i dormitori.
Gli iraniani hanno deciso così di attuare nuove intense proteste e hanno scelto come luogo il Dipartimento dell’istruzione, per chiedere protezione e sicurezza nelle scuole e nei dormitori delle ragazze, dato che gli attacchi attuati tramite avvelenamento chimico stanno continuando ed hanno preso di mira anche i luoghi esterni alle aule o all’edificio scolastico come i luoghi dove dormono le ragazzine.
Si sono alzati slogan da parte dei manifestanti che hanno intonato “Morte a regime che uccide i bambini” E questo si è verificato nelle città di Kashmar, Saqqez, Harsin, Aligudarz e Ardebil.
Le Guardie di sicurezza iraniane hanno però interrotto diverse proteste in alcune località e si sono verificati anche i momenti di tensione dove la polizia ha lanciato lacrimogeni contro la popolazione e la manifestazione più agitata è stata quella nella città di Rasht.
Anche nella capitale Teheran si sono organizzati cittadini e insegnanti che hanno deciso di manifestare nel centro Jomhouri Street dove è situato un ufficio del Dipartimento d’istruzione e hanno denunciato la brutalità con il quale vengono permessi attacchi a giovani studentesse innocenti. Questo è scaturito dopo che le giovani hanno deciso di prendere parte alle proteste rivoluzionarie per il diritto femminile che imperversano all’interno dell’Iran da mesi.
Emergono dichiarazioni ufficiali dove viene riferito che i cittadini nella città religiosa di Mashhad hanno chiesto ai funzionari le dimissioni in quanto non è stato fornito ancora una spiegazione o una risposta in merito agli avvelenamenti delle studentesse.
La rabbia dei genitori e dei docenti emerge chiaramente ed è causata dal fatto che da mesi le autorità non si esprimono chiaramente in merito alla faccenda, se non negli ultimi giorni dopo che l’attenzione internazionale si è focalizzata sulla vicenda del giovane iraniane. Le autorità si sono trovate così a dover fornire dichiarazioni e spiegazioni.
Gran parte della popolazione ritiene che il fatto di non aver fornito tempestivamente informazioni e aver attuato indagini accurate e tempestive sia già un’ammissione di colpa.
Oggi, martedì 7 Marzo, si è tenuto il Consiglio di coordinamento dell’associazione professionale degli insegnanti iraniani, che ha espresso la propria solidarietà nei confronti delle ragazze avvelenate e colpite da malore ma anche verso le famiglie delle studentesse colpite.
Il consiglio ha dichiarato in una nota: “Noi insegnanti lavoratori e in pensione non lasceremo i nostri figli soli in una situazione così dolorosa”.
Viene contestato in maniera ferma e il fatto che le autorità della Repubblica islamica non hanno rilasciato un rapporto chiaro sui responsabili sul tipo di sostanze utilizzate o sulle indagini. Il timore è quello che il regime stia attuando una tattica per impedire alle giovani donne di proseguire le manifestazioni.
Le autorità iraniane annunciano i primi arresti
Martedì 7 Marzo le autorità iraniane hanno rilasciato un comunicato dove spiegano di aver tratto in arresto i primi sospettati per i misteriosi avvelenamenti, che si stanno verificando negli edifici scolastici femminili e ora anche all’interno dei dormitori.
Il viceministro degli interni Majid Mirahmadi ha dichiarato alla tv di stato: “Un certo numero di persone è stato arrestato in cinque province e le agenzie competenti stanno conducendo un’indagine completa”.
Le notizie ufficiali pparlan, come sopracitato, di 1200 studentesse avvelenate ed 60 scuole colpite in Iran dagli avvelenamenti tramite gas. Un importante legislatore iraniano ha affermato che, alla luce dei fatti, ben 5000 studenti sono rimasti coinvolti negli avvelenamenti e che hanno accusato sintomi. Secondo un funzionario statale anche le scuole prese di mira sembrerebbero essere circa 230. Nessun altro funzionario aveva parlato di cifre simili e questo ha destato molta preoccupazione sia all’interno dell’Iran che nella comunità globale.
Durante il fine settimana gli avvelenamenti sono aumentati in maniera esponenziale e gli odori riportati dagli studenti colpiti parlano di vernice autore di bruciato ma anche odore di marcio.
Le giovani studentesse colpite dagli avvelenamenti in Iran hanno dichiarato che, subito dopo aver sentito determinati odori, hanno cominciato ad avere intorpidimento, paralisi temporanea e un simil blackout.
CBS News Hamish de Bretton-Gordon, esperto di armi britannico, ha riportato che: “Sembra certamente un evento chimico o biologico. Questo non è qualcosa che sembra essere naturale.”
Ho continuato poi spiegando che: “I gas lacrimogeni, in particolare i gas lacrimogeni prodotti male, creerebbero questo tipo di sintomi senza uccidere le persone, e possibilmente altre sostanze chimiche come il biossido di zolfo, e alcune persone hanno anche suggerito il biossido di azoto. Si tratta di sostanze chimiche industriali che hanno usi commerciali perfettamente [legittimi], ma può essere tossico per l’uomo a certe dosi.”
Non si sono fortunatamente verificati i decessi e le studentesse colpite si sono riprese in qualche giorno.
I funzionari statali sembrano non aver trovato un consenso sulla causa dell’accaduto e questo è qualcosa che risulta insolito in quanto il regime è notoriamente autoritario e gestito da religiosi islamici dall’alto al basso.
Il leader supremo Khamenei ha preso parola a margine di una conferenza sull’agricoltura nella giornata di lunedì 6 Marzo e ha precisato che non vi era dubbio sul fatto che e gli attacchi siano stati deliberati e ha definito il crimine come imperdonabile è pesante punibile a suo avviso con la morte.
È emerso anche, tramite i media locali, che il ministero dell’Interno ha individuato campioni sospetti e li ha inviati alle analisi che potrebbero portare a informazioni decisive riguardo alla faccenda. Nonostante sia stato confermato da Khamenei che si tratta di un piano mirato Il leader supremo non ha però menzionato chi avrebbe attuato il suddetto piano ne se sia stato studiato dall’interno o dall’esterno del Paese.
Il capo di Stato Raisi ha invece accusato i paesi ostili di aver innescato un pericoloso piano attuato tramite gli avvelenamenti delle studentesse in Iran.
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