In Iran tre uomini sono stati condannati a morte per aver preso parte alle proteste contro il regime e per essere ritenuti responsabili della morte di tre membri appartenenti alle forze di sicurezza.
Il Dipartimento di Stato USA aveva chiesto alle autorità di non procedere con la condanna a morte, ma la richiesta non è stata ascoltata. Le proteste sul territorio iraniano continuano ad esserci seppur in modo meno frequente e più calmo rispetto alle precedenti.
In Iran altri tre uomini sono stati condannati a morte per aver preso parte alle proteste che si sono scatenate contro l’attuale regime degli ayatollah.
Le proteste hanno avuto inizio a seguito della morte della giovane ragazza curda Mahsa Amini che si trovava in custodia della polizia.
A diffondere la notizia della condanna a morte è stata proprio la magistratura locale, che ha riportato anche che Saleh Mirhashemi, Majid Kazemi e Saeed Yaghoubi accusati di “moharebeh”, ossia guerra contro Dio, erano anche in possesso di armi durante la manifestazione che si è svolta nella città di Isfahan.
A riportare la notizia è stata l’agenzia di stampa chiamata Mizan Online. Da quanto si apprende i tre uomini erano stati arrestati lo scorso novembre 2022, mentre partecipavano ad una delle tante manifestazioni nate a seguito della morte di Mahsa Amini.
Lo scorso gennaio 2023 i tre uomini sono stati condannati a morte. Le accuse contro di loro sono diverse, oltre ad essere accusati di proteste contro il regime sono anche ritenuti colpevoli di appartenere a gruppi illegali che hanno l’intenzione di minare la sicurezza all’interno del Paese.
Inoltre questi gruppi si occuperebbero anche di fare crimini contro la sicurezza interna. Dalle prove in possesso contro gli imputati è emerso che lo stato d’animo dei tre durante la manifestazione ha portato al martirio che ha causato la morte di tre membri delle forze di sicurezza.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America aveva chiesto alle autorità di Teheran di non procedere all’esecuzione, richiesta però che sembra essere stata fatta invano.
Per mesi l’Iran è stato scosso da diverse importanti e aggressive proteste di massa in tutto il Paese a seguito della morte di una donna curda di soli 22 anni, Mahsa Amini, mentre si trovava in custodia.
La ragazza iraniana era stata arrestata dalla polizia morale per aver violato il rigidissimo codice di abbigliamento che impone a tutte le donne del luogo di indossare il velo, a tre giorni dal suo arresto la ragazza è deceduta il 16 settembre del 2022.
Questo tragico avvenimento ha portato la popolazione a scendere in piazza a manifestare. Secondo quanto riportato da Amnesty International, l’Iran è il Paese che giustizia il maggior numero di persone escludendo la Cina.
Ad oggi sono 7 le condanne a morte che sono state eseguite a seguito degli arresti avvenuti durante le proteste. Le proteste negli ultimi mesi si sono attenuate, sebbene ancora ve ne siano alcune sporadiche.
La maggior parte di queste proteste sono frutto di donne che rifiutano di indossare il velo islamico obbligatoriamente. Questi tre uomini che l’Iran ha condannato a morte sono perciò solo gli ultimi tre di una lunga lista.
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