I bancomat e le sedi fisiche di banche in Italia si sono ridotti di un terzo negli ultimi 10 anni. Le difficoltà di un Paese che fatica ad abbandonare i contanti.
Nella nuova legge di bilancio tra limite dei contanti alzato a 5mila euro e innalzamento del tetto per l’obbligo del Pos, è chiara la volontà del Governo di favorire il contante. Il nostro Paese però sembra non essere pronto a tali modifiche, vista la direzione dei nuovi modelli di business, le nuove tecnologie, e le poche sedi sul territorio.
Giorgia Meloni e il suo governo stanno spingendo verso l’utilizzo del contante per i cittadini, e la manovra finanziaria ne è prova inconfutabile. Tra il tetto all’obbligo Pos alzato fino a 60 euro – con eventuali rettifiche ancora possibili – e l’innalzamento del contante a 5mila euro, l’esecutivo di centrodestra pare stia correndo nella direzione di un Paese che continua a preferire ancora il contante (anche se sempre di meno) rispetto ai pagamenti online e con carte.
Ma in Italia le difficoltà legate al prelievo di denaro contante rimangono, per milioni di cittadini. Soprattutto quelli che vivono nei piccoli centri, dove le sedi delle banche negli ultimi anni sono scomparse, o hanno assorbito le filiali più piccole, adattandosi alle necessità e alle innovazioni tecnologiche di pagamenti online sempre più diffuse.
Secondo la la Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI) infatti nel nostro Paese ci sono quasi 4 milioni di cittadini senza accesso diretto a una banca. Ossia gli abitanti di 3.062 comuni nei quali non sono più presenti filiali – 38% del totale dei comuni italiani.
Al Nord la carenza di sedi e sportelli riguarda il 6% dei cittadini, al Centro il 3,2%, al Sud e nelle Isole il 10,7 % dei residenti.
Dalla relazione della Banca d’Italia invece, tramite segnalazioni ed esposti dei clienti delle banche, si nota una situazione ancora più preoccupante. Osservando infatti il numero dei comune, piuttosto che i cittadini, senza filiale.
E’ il Piemonte in testa con 713 comuni in cui si registra una mancanza di sedi fisiche, oltre il 60%. Segue la Lombardia con 483 comuni (un terzo), la Calabria 280 comuni, il Lazio 179 enti locali e l’Abruzzo 173, per il 56%. Tali dati dimostrano come le banche progressivamente abbiano deciso di chiudere le filiali nei comuni più piccoli, con gli sportelli che dai 32.888 del 2012 sono diventati 21.650 nel 2021.
Ma a cosa sono è dovuto una tale riduzione di sedi bancarie? Ci sono diverse motivazioni. Secondo quanto riportato da Il Post, in primis la riduzione di sportelli sul territori sarebbe legata all’acquisizione di piccole filiali da parte dei grandi gruppi bancari.
Come seconda motivazione ci sarebbe quella dei tassi di interesse, tenuti bassi dalla BCE per convincere la gente a contrarre prestiti, che hanno determinato una riduzione dei guadagni delle banche. Dunque per tale motivo il settore ha dovuto far fronte rimodellando il proprio business per risollevare i guadagni, tagliando diversi costi.
Ultima motivazione riguarderebbe inevitabilmente le nuove tecnologie, che permettono di svolgere operazioni una volta complesse in estrema velocità, online. Bonifici, bollettini, pagamenti di ogni genere, hanno reso superfluo il lavoro delle filiali fisiche.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…