Troppo pochi gli infermieri in Italia secondo Fnopi, che lancia l’allarme in seguito al calo delle domande dei corsi di laurea in infermieristica: “E’ a rischio l’articolo 32 della Costituzione” dicono dall’associazione.
Le domande di accesso ai corsi di laurea nelle professioni sanitarie fanno registrare un altro calo, e la Fnopi lancia l’allarme. Così, dice la Federazione nazionale degli ordini delle professioni sanitarie, non si potrà garantire a dovere il SSN in Italia. Intanto anche nelle altre facoltà delle Professioni sanitarie si registrano cali vertiginosi nelle iscrizioni ai Corsi. Il governo ad agosto ha stanziato 1,14 milioni per l’orientamento.
Diverse sono state negli ultimi mesi le proteste da parte degli operatori sanitari. Nel 2022 si è manifestato per la sicurezza, poi per gli stipendi dei lavoratori “non dignitosi” secondo le associazioni, e ancora i medici, sulle assunzioni e i contratti.
Ma in Italia l’emergenza riguarderebbe anche l’assunzione di personale che passa per forza di cose dalle iscrizioni all’Università, adesso in calo vertiginoso. Ci sono alcuni atenei dove si è raggiunto a malapena il numero di posti di bando. Altra tegola nella sanità, dopo le grandi difficoltà già messe in luce di recente, anche gli infermieri lanciano l’allarme con il calo di domande e di personale. Sì, perché anche quest’anno le domande per l’iscrizione ai corsi sono state con il segno negativo rispetto agli anni passati, con una riduzione media del10%.
Si va dal Nord Italia, -12,6%, al Centro, addirittura -15%, mentre al Sud il calo rispetto lo scorso anno è stato del 5,7%. La Federazione nazionale degli ordini delle professioni sanitarie avverte, dunque, sottolineando come senza infermieri nel Paese non si potrà garantire un SSN degno, e la stagione di assistenza non sarò in grado di andare avanti.
La prospettiva è allarmante, ma concreta, scrive www.redattoresociale.it: “Comporta perdite economiche, sociali, oltre che un restringimento dei diritti civili“.
Su 47 Università, scrive Quotidianosanitario, si è registrato un -6,8% per le domande di ammissione rispetto allo scorso anno. L’aumento di posti invece sale, del 3,2% con 34.040 posti disponibili contro i 32.998 del 2022. Il rapporto domanda posto è pari a 2,0 nel 2022, il picco massimo era stato invece di 5 nel 2011.
Gli infermieri a livello nazionale, da 25.539 domande dello scorso anno sono passati alle 22.870 di quest’anno, con 19.860 posti disponibili ossia un rapporto di 1,2. Il calo medio nazionale, come detto, è stato del 10,5%.
Ma il trend si evidenzia anche nella facoltà di Fisioterapia, dove il segno meno arriva al 7,2%, e per Ostetricia addirittura -20,4%. Salgono i Tecnici Radiologo, del 2,5%, calano del 10,2 i Tecnici Laboratorio. Scende l’Igiene Dentale del 3,8%, gli Educatori Professionali dell’8,7%.
Negli scorsi anni si è discusso molto anche sull’aumento dei posti disponibili, ma di recente sul tema la Presidente della Conferenza nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni sanitarie ha fatto presente che all’aumento dei posti e all’attivazione di nuovi Corsi, non è coinciso l’aumento dei candidati anche per quelle professioni che storicamente erano state attrattive per gli studenti del primo anno.
Intanto il Ministero dell’Università con il decreto 1327 del 10 agosto 2023 ha finanziato con 1,14milioni un progetto per le 22 Professioni Sanitarie. Si tratta del primo progetto Nazionale dedicato all’orientamento, ha detto Luisa Romanò dell’Università di Milano, che ha coinvolto 38 atenei e 450 Corsi di studio.
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