Dall’ultima analisi Istat che prende il nome “Noi Italia 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, relativo all’anno scorso, è emerso che in Italia, uno studente su 10 lascia gli studi superiori.
Dal rapporto in questione si è potuto evidenziare che l’11,5% dei giovani che hanno una età compresa tra i 18 e i 24 anni abbandonano precocemente gli studi superiori.
L’indagine Istat rinominata “Noi Italia 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”
Dall’ultimo rapporto Istat, l’ente pubblico di ricerca italiano che si occupa dei censimenti generali della popolazione, è emerso che nel nostro Paese un giovane studente su 10 lascia gli studi superiori.
L’indagine ha evidenziato che l’11,5% dei ragazzi che hanno una età compresa tra i 18 e i 24 anni anni abbandonano precocemente gli studi. Nel dettaglio, nel Mezzogiorno, invece, l’incidenza sale sino al 15,1%.
Nel rapporto chiamato “Noi Italia 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, si sono presi in analisi anche i dati circa la spesa pubblica per l’istruzione relativa all’anno 2021 pari al 4,1% del prodotto interno lordo, contro una media europea del 4,9%.
I dati nel dettaglio
Entrando nello specifico dell’analisi Istat “Noi Italia 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, è emerso che l’anno scorso il numero di adulti con il titolo di studio non superiore alla terza media era pari al 37,4%.
L’incidenza è maggiore nel sesso maschile, con un 40,1% rispetto quella femminile pari a 34,8%. Nel nostro paese, i giovani con una età compresa tra i 30 e i 34 anni che abbiano un titolo di studio post diploma ha una incidenza del 27,4%. Aumenta la percentuale al 29,2% se si prendono a campione i giovani tra i 25 e i 34 anni.
In entrambe le categorie, dal rapporto è emerso che il numero maggiore è a favore del gentil sesso. Inoltre, lo studio ha preso in esame anche la categoria dei Neet, meglio conosciuti come gli inattivi, quindi tutti quei soggetti che non studiano, non lavorano e non ricevono una formazione.
Questa fetta di popolazione, secondo l’indagine Istat, è stimata al 19% e comprende i soggetti con una età compresa tra i 15 e i 29 anni. Rispetto al centro Nord, nell’Italia meridionale l’incidenza risulta essere maggiore.