In manovra è passato anche l’emendamento che consente la caccia ai cinghiali sempre

La commissione Bilancio della Camera, in cui tornerà il testo della manovra per l’approvazione di un emendamento che prevedeva fondi per 450 milioni di euro per i Comuni che, però, non aveva coperture, ha approvato anche una modifica che consente la caccia ai cinghiali in qualsiasi periodo dell’anno e in qualsiasi spazio.

cinghiali
Dei cinghiali – Nanopress.it

L’emendamento, a firma del capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, nasce dall’esigenza di abbattere la fauna selvatica per motivi di sicurezza stradale e prevede anche che, se avranno un giudizio negativo nell’analisi igienico-sanitaria, potranno anche essere destinati al consumo alimentare. All’attacco, il deputato e co portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che già in precedenza aveva dichiarato battaglia se il provvedimento fosse stato introdotto nella manovra finanziaria.

Approvato anche l’emendamento che consente la caccia ai cinghiali (che poi potrebbero essere anche mangiati)

Fino a poco prima del gong, il governo di Giorgia Meloni aveva messo da parte l’emendamento di Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, sull’estensione della caccia nelle aree protette e urbane, soprattutto dei cinghiali.

Poi qualcosa è cambiato: quando mancava solo il mandato al relatore, infatti, la proposta del deputato è tornata a fare capolino in commissione Bilancio di Montecitorio – dove si stava votando il nuovo testo della legge di bilancio che entro venerdì dovrà essere approvato dall’aula di Montecitorio (con voto di fiducia) prima di passare al Senato – e, nonostante la bagarre, è stata votata e approvata.

Foti
Tommaso Foti – Nanopress.it

Nel concreto, prevede che dal 2023 si potrà sparare agli animali sempre, “anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto“, purché le Regioni autorizzino dei piani di controllo numerico della fauna mediante abbattimento o cattura. Non servirà più, quindi, l’okay dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che fino al 31 dicembre (ancora) deve verificare l’inefficacia dei metodi alternativi, ma sarà sufficiente avvertire un pericolo, anche da parte dei cacciatori, affinché qualsiasi animale selvatico possa essere ucciso.

Certo, servono corsi di formazione che devono essere autorizzati dagli organi competenti per poter imbracciare un fucile, ma chi già li ha non avrà problemi e, anzi, potrà anche mangiarsi il suo “bottino”, a patto che passi i controlli igienico-sanitari.

Gli attacchi di Bonelli di Europa Verde prima e dopo l’approvazione

Ma perché l’emendamento è stato inserito solo all’ultimo? E perché ha scatenato un putiferio? Le due domande sono strettamente collegate e hanno, più o meno, la stessa risposta.

Quando si era ventilata l’ipotesi di inserire nella manovra una norma che cambiasse quasi del tutto le leggi sulla caccia, erano insorti da Europa Verde, sia i due portavoce, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, sia la capogruppo alla Camera dell’alleanza , Luana Zanella, che avevano lanciato l’allarme sulla “strage di animali selvatici” e per il “pericolo della pubblica incolumità“.

Non solo, però, perché avevano mandato una lettera al presidente della commissione Bilancio, Giuseppe Mangialavori di Forza Italia, e al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, chiedendo di dichiarare inammissibile l’emendamento “data la sua natura chiaramente ordinamentale“, perché, per loro, serviva solo a modificare norme e non interveniva sul bilancio dello Stato.

Pur non recando l’indicazione degli effetti finanziari ad essa ascrivibili – avevano risposto -, è stata comunque considerata ammissibile, in quanto, definendo il quadro programmatico delle attività di gestione e contenimento numerico della fauna selvatica sul territorio nazionale, è stata ritenuta suscettibile di determinare effetti sulla finanza pubblica attraverso la razionalizzazione delle predette attività“. Il riferimento, qua, era a un’altra novità che si sarebbe introdotta con il via libera alla modifica che prevede l’adozione, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della manovra, di un “piano straordinario di contenimento e gestione della fauna selvatica di durata quinquennale“, attuato e coordinato dal Corpo forestale dei Carabinieri, che però, anche in questo caso, “può avvalersi dei cacciatori” consentendogli di sparare nelle aree protette e nelle aree urbane.

Zanella Bonelli
Luana Zanella e Angelo Bonelli – Nanopress.it

Ora che l’emendamento è passato, pur con la legge di bilancio che deve tornare al vaglio della commissione per un errore nell’approvazione di un altro emendamento rimasto scoperto, il deputato e co-portavoce dei Verdi ha attaccato la maggioranza di destra che, secondo lui, ha violato le regole e le intese dei lavori con l’opposizione. “È vergognosa l’arroganza con la quale la maggioranza di destra ha proceduto a farlo approvare tenendolo nascosto per poi presentarlo all’ultimo momento“, ha detto. “La norma  – ha spiegato ancora Bonelli – non riguarda solo i cinghiali ma consentirà l’abbattimento di specie protette dalla Ue, in totale violazione della direttiva habitat e dell’articolo 9 della Costituzione“, per cui ha annunciato battaglia in Parlamento, oltre a un esposto all’Unione europea: “Siamo convinti che l’Italia sarà messa in mora con l’avvio di una procedura d’infrazione“, ha concluso.

La capogruppo, invece, è intervenuta dopo che Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e del Made in Italy, uno degli ideatori della norma perché il suo dicastero è quello a cui sono state attribuite le competenze sulla caccia, ha detto che la motivazione per cui è stato inserito quest’emendamento è da imputarsi al fatto che “permetterà di affrontare finalmente in maniera seria il contrasto di alcune patologie che mettono a rischio la vita degli animali. La selezione serve a tutelare tutti, ogni volta che la peste suina arriva vicino a un allevamento sono migliaia gli animali che rischiano di essere macellati immediatamente“.

Ecco, Zanella ha risposto sbugiardando il ministro e dicendo che “la peste suina africana, secondo le analisi dell’Ispra, viene aggravata dalla dispersione dei cinghiali che aumenta naturalmente con la pressione venatoria. Il ministro o non sa o mente, dunque, quando pretende di far passare l’emendamento come una misura di sanità e di risparmio pubblico“. Per la deputata, “siamo davanti a una grave manipolazione della realtà: l’emendamento Foti è un regalo alle lobby venatorie e delle armi“.

E gli attacchi al ministro Lollobrigida sono arrivati anche dalle associazioni animaliste Enpa e Lav che hanno detto che “ha ben poco di cui compiacersi”. “Stanotte è stata scritta una pagina tristissima nella storia del nostro Paese. Con un blitz vergognoso, la maggioranza ha approvato un provvedimento inammissibile, perché estraneo alla legge di Bilancio, e incostituzionale, che ci espone alle procedure di infrazione dell’Europa. Stanotte è stato fatto scempio del diritto, ci appelliamo alla coscienza dei parlamentari affinché sia posto rimedio a questo terribile vulnus normativo“, hanno comunicato in una nota.

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