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In Nebraska una minorenne ha abortito e bruciato il feto

Ha appena 17 anni la ragazza del Nebraska che con una pillola abortiva, ha interrotto la gravidanza al terzo mese e ha bruciato il feto.

Pillola abortiva – Nanopress.it

Dai giudici è arrivata la condanna a 90 giorni di carcere e poi avrà due anni di libertà vigilata, pena che arriva due anni dopo l’accaduto. Celeste Burgess, questo il nome della protagonista, infatti, ha ora 19 anni è si è dichiarata colpevole di aver nascosto i resti in maniera illegale, aiutata dalla madre Jessica. Teniamo presente che nello stato del Nebraska, dove le due risiedevano, la legge vietava di interrompere la gravidanza oltre le 20 settimane e la ragazza era di 28 settimane. La pena di oggi, compresa del periodo di libertà vigilata, è stata ritenuta necessaria per la gravità del gesto compiuto non solo per quanto riguarda l’aborto ma anche per ciò che è successo dopo. Le due donne infatti, che già si erano procurate le pillole abortive in maniera non legale, hanno poi bruciato il feto e lo hanno seppellito e dissotterrato più volte in diversi punti a nord di Norfolk.

Ragazza condannata nel Nebraska per aver bruciato il feto

Ha infranto la legge interrompendo la gravidanza in un periodo in cui non poteva più farlo, ovvero oltre le 20 settimane, inoltre ha eliminato le prove dando fuoco al feto. È quanto accaduto due anni fa nel Nebraska, fatto che oggi ha portato i giudici a emettere una sentenza molto grave nei confronti di Celeste, una ragazza che all’epoca dei fatti aveva 17 anni.

Rimasta incinta dopo la bravata di una notte, con la complicità della madre si è procurata delle pillole abortive per poter interrompere la gravidanza in maniera illegale. La normativa nello stato americano infatti vietava in quell’anno, di abortire oltre le 20 settimane di gestazione e la giovane era entrata nella 28esima.

Dopo aver fatto questo, in casa e con metodi rudimentali, hanno estratto il feto e lo hanno bruciato per poi seppellirlo e dissotterrarlo in diversi punti a Norfolk, prima di trovare la collocazione che più gli andava a genio per nascondere le prove di ciò che avevano fatto.

Una cosa che fa rabbrividire, un fatto gravissimo non solo dal punto di vista legale ma anche etico. Tanti lo considerano un omicidio vero e proprio, con annesso occultamento di cadavere. Per questo motivo i giudici si sono espressi oggi con una condanna a 90 giorni di reclusione e due anni di libertà vigilata, ritenendo la mira appropriata all’entità della trasgressione.

Giudice – Nanopress.it

La giovane imputata, che all’epoca dei fatti era ancora minorenne, ha confessato di aver nascosto i resti con l’aiuto della madre e quest’ultima, Jessica, rischia ancora più di lei, fino a 5 anni di carcere. La donna, che oggi ha 42 anni, è stata accusata degli stessi reati della figlia e in più, per aver procurato un aborto nonostante non fosse un medico autorizzato a farlo.

In un patteggiamento avvenuto poche settimane fa, Jessica si è dichiarata colpevole dei reati occultamento di cadavere ed esecuzione di un aborto oltre il tempo limite. Il suo avvocato ha richiesto per lei un esame psicologico e la prossima sentenza in merito è prevista a settembre.

Il caso

In un primo momento la giovane ha raccontato di aver partorito un feto nato morto ma secondo gli atti del che il tribunale ha avuto dall’inchiesta che la polizia ha aperto nel giugno del 2022, la verità era ben diversa.

Soprattutto, in alcuni documenti erano riportate nero su bianco le chat scambiate fra le due donne, dove discutevano di come ottenere le pillole abortive – farmaco che nessun medico avrebbe prescritto loro perché la gravidanza era al terzo trimestre – e dove si organizzavano per seppellire i resti. Proprio quelle conversazioni le hanno incastrate.

La polizia aveva aperto un’inchiesta prima che la Corte Suprema annullasse il diritto nazionale all’aborto, lasciando agli stati americani la possibilità di scegliere in autonomia in quali modalità consentire l’aborto. Il caso ha suscitato molto sgomento ma vogliamo precisare che è abbastanza isolato.

Pillola abortiva – Nanopress.it

Secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, gli aborti tardivi sono molto rari, la maggior parte infatti avviene prima della 13esima settimana. In America ci sono molte restrizioni sugli aborti e in concomitanza con queste normative, più diffuse dove alla guida ci sono i repubblicani, le donne cercano soluzioni semplici e veloci come appunto la ricerca online delle pillole per interrompere la gravidanza.

Il professor Greer Donley ha avvertito che questo caso è molto triste perché rispecchia una società in cui una donna si trova in condizioni disperate perché lo Stato non l’aiuta, nel caso specifico, i divieti di aborto negli Stati Uniti stanno contribuendo a creare questo disagio e quindi le trasgressioni della legge.

Recentemente proprio in Nebraska è stato introdotto il divieto di aborto dopo la 12esima settimana, quindi restrizioni ancora più severe, a conferma di quello che ha detto il docente associato di giurisprudenza presso la School of Law dell’Università di Pittsburgh. Il disegno di legge, firmato a gennaio, fa eccezione solo per le gravidanze che provengono da violenza sessuale, incesto ed emergenze di tipo medico.

 

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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