È entrato in vigore in North Dakota il divieto di aborto dopo sei settimane, i medici che violeranno la nuova legge rischiano fino a cinque anni di carcere anche nei casi di stupro o incesto.
È il provvedimento più rigido che è stato emesso, finora, negli Stati Uniti d’America da quando è stata data la possibilità ad ogni nazione di poter scegliere, come agire sulla questione, per proprio conto.
È entrata in vigore la legge che d’ora in avanti vietare l’aborto a tutte le donne in North Dakota dopo la sesta settimana.
Doug Burgum, il governatore repubblicano dello Stato, ha firmato la nuova legge per il divieto dell’aborto dopo sei settimane, sarà valido anche nei casi di stupro oppure di incesto.
Attualmente è il decreto legge più duro che sia stato approvato dai uno dei Paesi presenti sul territorio degli Stati Uniti.
Questo provvedimento vuole definire l’aborto come un reato di “classe C” e quindi che sarà punibile anche con pene detentive, fino a cinque anni di carcere, e/o con multe da 10mila dollari.
Le pene però non saranno imputabili alla donna che desidera abortire dopo la sesta settimana di gravidanza ma unicamente al medico che esegue l’interruzione di gravidanza.
Nel caso in cui l’interruzione sia stata eseguita perché c’è stato uno stupro o un incesto, il medico ha la possibilità di fare ricorso.
L’interruzione della gravidanza è stato uno dei diritti per cui le donne hanno lottato per anni e che in America fu legalizzato con la storica sentenza “Roe v. Wade” del 1973.
Lo scorso giugno 2022 però La Corte Suprema ha deciso di abolire la storica sentenza dando la facoltà ai singoli Stati di poter decidere come muoversi in merito all’aborto.
Ogni Stato americano ha la facoltà di poter realizzare una propria legge e di poter stabilire regole precise da seguire, pene per chi non le segue più o meno gravi.
Gli Stati Uniti non sono l’unica nazione al mondo che si è mossa in questa direzione, infatti è la quarta nazione che decide di annullare il diritto di aborto che è stato sancito nel 1994.
Gli altri Paesi in cui questo diritto non è più valido è il Nicaragua, Salvador e la Polonia. A seguito di questa decisione su tutto il territorio americano si sono susseguite una serie di proteste e manifestazione per ristabilire la sentenza del 1973.
Proteste e manifestazioni che si sono rivelate vane dal momento che diversi Paesi americani si sono mossi e hanno iniziato a realizzare le loro leggi, eliminando o limitando notevolmente la possibilità di abortire alle donne americane.
Questo era uno degli aspetti più preoccupanti a seguito dell’abolizione della legge del 1994, perché molti Stati americani sono guidati dai conservatori e ci si aspettava perciò un cambio della legge.
Il North Dakota diventa così il 14esimo Stato americano e repubblicano ad aver abolito o limitato la possibilità di interruzione della gravidanza, anche in caso di incesto o di stupro.
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