A soli due mesi dalla tragedia del sommergibile Titan, si parla di nuovo di spedizione verso il relitto del Titanic ma il governo americano si oppone.
Sembra quasi incredibile quello che stiamo riportando ma è proprio la notizia che circola in queste ore sul web. Dopo il viaggio organizzato dalla OceanGate, ora si pensa di riorganizzare per il 2024 altre spedizioni analoghe migliorando le falle che hanno portato all’implosione del mezzo con a bordo i 3 passeggeri, il proprietario dell’azienda e il pilota. È di nuovo polemica.
Nuova spedizione in programma verso il Titanic
Ricordiamo tutti la terribile tragedia del sommergibile Titan, la cui implosione è costata la vita a 5 persone che si erano recate a 4.000 metri di profondità per visitare il relitto del Titanic, che riposa da più di 100 anni a 370 miglia nautiche a sud-est della costa dell’isola canadese di Terranova.
Scoperto nel 1985, oggi solo i ricchi possono permettersi di soddisfare questa voglia, quasi un capriccio che l’azienda OceanGate aveva reso possibile. Questo almeno fino al 18 giugno scorso, quando abbiamo appreso della scomparsa del piccolo sommergibile dell’azienda, per poi apprendere dopo alcune ore della sua implosione a causa dell’elevata pressione delle profondità marine. Erano stati fatti molti test in merito ed era davvero considerato un mezzo sicuro che poteva sfidare tranquillamente le profondità dell’Oceano Atlantico, invece qualcosa è andato storto e in soli 14 secondi i visitatori sono morti in modo orribile.
All’interno c’erano il pilota, il proprietario della OceanGate, un uomo d’affari britannico e un miliardario pachistano insieme a suo figlio. Sono tutti morti quel giorno pagando per l’esperienza in fondo agli abissi un prezzo esoso ma anche il costo più alto: la vita.
Sono passati poco più di due mesi e la polemica si riaccende a causa della decisione della società della Georgia che possiede i diritti di proprietà e di recupero sul relitto. Parliamo della RMS Titanic Inc., che ha programmato di riproporre la medesima spedizione nel maggio del prossimo anno.
Questa volta però non è impresa facile, perché il governo federale americano si sta opponendo e quindi, si preannuncia una battaglia legale che è solo all’inizio. La vicenda è finita già in un tribunale della Virginia. secondo quanto riferito dai media americani che stanno seguendo con molto interesse questo scoop, gli appigli sono una legge federale e un accordo internazionale con il Regno Unito in virtù dei quali il relitto della famosa nave affondata all’inizio del Novecento durante un viaggio inaugurale, è considerato un cimitero consacrato per le 1.500 persone che morirono quel giorno.
Doveva essere un giorno memorabile per la storia americana invece è ricordata come una delle peggiori tragedie in mare. L’amministrazione federale teme che un nuovo tentativo di avvicinamento rappresenti un rischio per eventuali reperti che ancora sono conservati in mare. Fra l’altro ci potrebbero essere dei resti umani. Insomma quel luogo a quasi 4.000 metri di profondità a largo del Canada dovrebbe essere ammirato in silenzio, lontano dai riflettori e soprattutto lontano fisicamente alla luce anche della tragedia di giugno.
L’azienda che promuove il viaggio però sostiene che lo scopo non è portare altre persone in una situazione di pericolo ma esclusivamente avvicinarsi per scattare foto dell’intero relitto, compresa una parte dell’interno dove c’è una crepa che consente di penetrare esplorando l’interno, senza danneggiare nulla, magari con macchinari comandati a distanza.
La società intende recuperare quanti più oggetti possibili, fra cui quelli che si trovano nella sala Marconi, dove c’è ancora la radio che all’epoca trasmise il segnale di emergenza dopo la collisione con l’iceberg. La RMS sostiene che non avrebbe bisogno di autorizzazioni perché possiede i diritti di recupero già da 30 anni.
Attendiamo aggiornamenti in merito, che sicuramente non mancheranno: riuscirà l’azienda a partire di nuovo per la spedizione costata la vita a 5 passeggeri, come una inquietante ripetizione dei fatti avvenuti nel 1912?
Il ritrovamento del relitto
Il Titanic era considerata una nave solidissima e inaffondabile, un gioiello dell’ingegneria meccanica che solo con il senno di poi, si scoprì avere delle pecche importanti. Il viaggio inaugurale da Southampton a New York ci fu il 14 aprile del 1912 e proprio quella notte avvenne la terribile collisione con l’iceberg.
Il Titanic era stato progettato per offrire un collegamento settimanale con l’America e all’epoca era la massima espressione della tecnologia navale, con un lussuoso bastimento. Tutti avrebbero fatto carte false per salire a bordo ma solo 2.223 ci riuscirono. Solo 705 sopravvissero.
La dinamica della collisione non è mai stata chiaria appieno ma sono state fatte diverse ipotesi. La manovra per evitare l’iceberg incontrato a 5.000 miglia a sud del Circolo Polare Artico è stata messa in discussione più volte da testimoni ed esperti. Su internet ci sono pagine infinite in cui si ricostruisce quello che è accaduto quella notte, tuttavia sebbene siano state fatte centinaia di ipotesi, nulla cambierà l’inquietante fascino e interesse che ruota intorno a tutto ciò che riguarda il relitto, scoperto nel 1985 dal ricercatore Robert Ballard.
Dopo diversi tentativi sbagliati e ipotesi errate in merito alla geolocalizzazione, finalmente in quell’anno ci fu la spedizione che riuscì a localizzare il punto di affondamento del relitto lungo 269 metri, spezzato in due parti, le quali distano l’una dall’altra 600 metri di distanza. Attorno c’era una grande quantità di oggetti, 5.000 dei quali vennero recuperati poco tempo dopo. Poi nel 1994 i diritti vennero assegnati appunto alla RMS Titanic Inc.
Dopo oltre 100 anni da quella tragedia, il Titani è ancora ricoperto da un alone di mistero e macabro fascino, caratteristiche che attirano la curiosità di molti. Poi accadono fatti come quello di giugno, in cui quasi come una triste coincidenza, coloro che hanno avuto la fortuna di potersi avvicinare all’enorme relitto, sono morti. Ancora una volta il viaggio veniva sponsorizzato come sicuro al 100%.
Alla luce di questo, le autorità americane concederanno una nuova discesa negli abissi? Non resta che attendere e vedere come evolverà la vicenda.