Nella notte in Sudan è stata nuovamente violata la tregua, si sono susseguiti una serie di scontri e di raid aerei a Karthum. La tregua era stata concordata per permette ai civili e agli aiuti umanitari l’ingresso.
I motivi del conflitto sono da ricondursi al potere e agli interessi economici che entrambe le fazioni hanno. Un ruolo importante lo stanno svolgendo anche USA e Russia, che in qualche modo fanno sentire il loro peso nel conflitto.
In Sudan la situazione è sempre molto delicata. Nella notte è stata nuovamente violata la tregua. Nella parte meridionale della città di Khartum si sono registrati diversi scontri e attacchi aerei.
In tutto il Sudan si era stabilito un cessato il fuoco di una settimana per permettere il passaggio di civili e l’arrivo di aiuti umanitari al Paese. La tregua concordata tra paramilitari e esercito non ha però avuto successo ed è stata interrotta nella notte.
Gli scontri tra le due fazioni, l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhane e i paramilitari che appartengono alle Forze di supporto rapido, conosciute con l’acronimo FSR, del generale Mohamed Hamdane Daglo sono iniziati lo scorso 15 aprile 2023.
A causa degli scontri ci sono stati più di un migliaio di morti, e più di un milione tra sfollati e profughi. Dall’inizio del conflitto tra le due fazioni a oggi sono circa 10 le tregue che sono state decise e che poi sono state interrotte.
Quest’ultima tregua doveva iniziare proprio nella giornata di ieri, 22 maggio 2023, alle ore 19:45 ma i residenti poco dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco hanno riportato notizia di diversi combattimenti.
I combattimenti hanno interessato in particolare i sobborghi che si trovano nella zona nord orientale della Capitale. Al sud di Khartoum sono invece stati registrati diversi attacchi aerei.
Karl Schembri, del Consiglio norvegese per i rifugiati conosciuto con l’acronimo NRC, su Twitter ha diffuso la notizia che al di là dei comunicati ufficiali in cui si parla di un cessate il fuoco concordato il Sudan è continuamento bombardato.
A causa di questi bombardamenti ci sono milioni di civili a rischio, “più di un mese di promesse non mantenute” questo il commento di Schembri.
Purtroppo da aprile ad oggi tutte le tregue concordate sono fallite già poco dopo i primi minuti delle loro entrate in vigore e il Sudan continua a trovarsi in seria difficoltà.
Sono numerose le motivazioni che hanno portato il conflitto in Sudan, tutte legate principalmente al potere e agli interessi economici.
Per anni Abdel Fattah al Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo sono stati alleati o comunque dalla stessa parte politica, ognuno curando i propri interessi.
Dal 2022 però i loro rapporti si sono deteriorati fino a culminare nel conflitto che oggi ha portato la guerra in Sudan.
Una parte della motivazione è legata al fatto che i due comandi armati avrebbero dovuto unirsi e diventare uno soltanto sotto la guida di Abdel Fattah al Burhan.
Condizione che a Mohamed Hamdan Dagalo non è mai piaciuta perché avrebbe significato perdere forza e potenza sul territorio. Aveva perciò proposto che l’unione delle due forze armate avvenisse in modalità lenta e nel corso di circa 10 anni.
Un’altra problematica che ha acceso gli animi è stata la sospensione dei finanziamenti americani al Paese dopo che non si era verificata la svolta democratica che ci si aspettava.
Il Sudan è uno tra i paesi più poveri al mondo e dipende fortemente dagli aiuti umanitari internazionali, la sua condizione è poi peggiorata con l’arrivo della pandemia da Covid portando il Paese giù nel baratro.
Al tempo stesso però la principale fonte di guadagno della nazione sono le miniere d’oro e la maggior parte di loro sono controllate da Mohamed Hamdan Dagalo, è il terzo produttore in Africa.
Le forze armate di Dagalo sono inoltre legate alla Wagner, il gruppo di mercenari di Evgenij Prigozin che attualmente sta combattendo in Ucraina.
Grazie al gruppo di mercenari le forze di Dagalo possono avere accesso a armi di alto livello. Inoltre la nazione Russia da anni si occupa in buona parte dell’Africa di addestrare i militari che rientrano poi nelle RSF di Dagalo.
Secondo alcune indiscrezioni grazie a questo legame tra le due fazioni, quella russa e quella di Dagalo, la Russia avrebbe modo di aggirare le sanzioni ricevute per il conflitto in Ucraina.
La Russia sembra che voglia controllare alcuni dei più importanti canali all’interno della nazione portando alla creazione di una base navale sul Mar Rosso.
La situazione è perciò molto controversa, ciò che si sa per certo è che attualmente il Sudan è in guerra e che l’ennesimo tentativo di cessate il fuoco è fallito.
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