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Sassi contro pallottole, sputi contro lacrimogeni: è un bollettino di guerra quello riferito dal ministero della Sanità di Gaza dopo gli scontri avvenuti a Gerusalemme per l’apertura della nuova ambasciata Usa di Israele. Il trasferimento della sede diplomatica americana da Tel Aviv alla Città Santa ha infatti provocato tensioni al confine con la Striscia. Durante le manifestazioni contro il trasferimento dell’ambasciata sono rimasti uccisi almeno 59 palestinesi, tra cui bambini e donne. I feriti sono circa 2800. Proteste, che si sono allargate a Ramallah, Cisgiordania, Betlemme, Hebron, Nablus e Gerico.
Il trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme era stata condannata dai palestinesi e celebrata da Israele. Decine di migliaia di dimostranti palestinesi hanno iniziato a radunarsi dalla mattina del 14 maggio lungo la frontiera con lo stato ebraico, provando a forzare i blocchi militari posti nel confine. Militari che hanno risposto al lancio di pietre e molotov aprendo il fuoco mentre degli aerei si sono alzati in volo bombardando alcune postazioni di Hamas.
L’inaugurazione dell’ambasciata Usa a Gerusalemme coincide con il 70esimo anniversario della fondazione di Israele. Trump non era presente alla cerimonia, ma in sua vece ha inviato la figlia Ivanka con il marito Jared Kushner, insieme al segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, e al vice segretario di Stato, John Sullivan. L’evento iniziato alle 16:00 ora locale (le 15:00 italiane) ha visto la partecipazione di centinaia di invitati. Mentre gli scontri andavano avanti fino a sera inoltrata, arrivava anche un tweet di Donald Trump in merito all’apertura dell’ambasciata.
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E non si è fatto attendere nemmeno quello del premier israeliano Benjamin Netanyahu
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“Chiunque si avvicini alla barriera tra Gaza e Israele viene considerato un terrorista“, così ha commentato in un’intervista radiofonica Naftali Bennett, il ministro dell’Istruzione israeliana. Superblindata tutta l’area intorno all’ambasciata e al confine. Ambasciata che si trova all’interno del consolato nell’area residenziale di Arnona, alla periferia meridionale di Gerusalemme. Lo Stato ebraico dice di non volere un’escalation di morti ma ribadisce che nessun palestinese potrà superare impunemente il confine. Proteste e manifestazioni da parte palestinese, che hanno purtroppo già provocato vittime pari ad una piccola guerra.
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Unanime la condanna dei vari esponenti del mondo arabo. Il più duro è il presidente turco Recep Tayyp Erdogan che parla di “terrorismo di Stato” e “genocidio”. Anche Unione Europea, Onu e Russia prendono le distanze. I terroristi di al Qaeda chiamato i musulmani alla jihad contro l’America e Israele.
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