Ogni estate il fenomeno degli incendi dolosi in Italia si ripresenta puntualmente, impegnando tutte le forze in campo, dai Vigili del Fuoco ai semplici volontari, nell’attività di prevenzione, o purtroppo più spesso in quella di spegnimento di roghi che rappresentano un vero e proprio dramma ambientale dai numeri impressionanti, in particolare nel Mezzogiorno d’Italia, ma non solo, visto che gli incendi in Italia oggi coinvolgono anche la Val di Susa in Piemonte e la provincia di Varese con il Campo dei Fiori, con centinaia di ettari in fumo. Perché vengono appiccati incendi dolosi in Italia? Al netto di una minoranza di piromani che agiscono a causa di disturbi comportamentali, dietro la distruzione di ettari di macchia boschiva ogni anno vi è una precisa strategia criminale, volta a soddisfare interessi speculativi. Un pessimo costume, quello degli incendi dolosi, che comporta nefaste conseguenze per l’ambiente, dall’inquinamento dell’aria alla perdita di habitat naturale, oltre che la morte di intere generazioni di specie animali bruciate vive. Cerchiamo di analizzare più in dettaglio le cause degli incendi in italia e la mappa delle zone più sensibili.
Secondo le forze preposte alla protezione di parchi naturali ed aree verdi, su 200 incendi boschivi che si verificano ogni anno in Italia, specialmente d’estate, 199 sono causati dall’uomo, con un 25 per cento dovuto ad atti volontari, e non quindi a disattenzione ed imprudenza. Contro questa pratica diffusa a poco servono le norme pure severe varate dal legislatore fino ad oggi, laddove solo un controllo capillare e un attento monitoraggio, per cui servono risorse economiche non indifferenti per gli enti locali impegnati nella lotta agli incendi, possono contenere una tale piaga dilagante.
Incendi dolosi: le cause
Dietro agli incendi dolosi in Italia, alla volontà di bruciare volontariamente alberi ed arbusti, vi sono varie ragioni riconducibili sostanzialmente a due precise volontà: volontà di protesta e volontà di profitto. Nel primo caso possiamo raggruppare l’intenzione di coloro che in contrasto con gli enti pubblici, o per forme di vendetta personale, appiccano incendi allo scopo di svalutare aree turistiche, contro la creazione di aree protette, o per altre cause non meglio definite ma che vedono la ritorsione agire sulla natura indifesa. Tuttavia la gran parte degli incendi dolosi con cause come queste avviene nell’erronea convinzione che al posto della terra bruciata possano sorgere attività umane, ossia che quelle zone un tempo boschive possano essere utilizzate come area edificabile o agraria: in nome della speculazione edilizia ed agraria negli anni sono stati sistematicamente incendiati migliaia di ettari verde, soprattutto al centro-sud, ma le norme attuali impediscono che ciò possa accadere. Tuttavia la mano criminosa dell’uomo non si ferma, e spesso anzi gli incendi possono essere una tattica per sviare l’attenzione da altre attività illecite come sversamento di rifiuti ed altre piccole e grandi illegalità, compiute da organizzazioni criminali, aziende gestite da imprenditori senza scrupoli o semplici cittadini.
I numeri del disastro
I numeri di un tale disastro ambientale sono davvero impressionanti: ogni anno sono migliaia gli incendi dolosi in Italia appiccati con danni incalcolabili. Si vedono andare in fumo biodiversità di flora e fauna uniche al mondo, morire uccelli migratori che giungono a nidificare nel nostro Mezzogiorno, come alberi e piante caratteristiche dell’area mediterranea. Oltre che le cause degli incendi, il Corpo Forestale informa sui dati che riguardano il numero di incendi e le conseguenze: nel 2010 ad esempio ci sono stati 4.884 incendi per un totale di 46.537 ettari, di cui il 40 per cento in aree boschive. Per fare un raffronto, è come se fosse stato bruciato il 15 per cento della Valle d’Aosta. La tendenza negli anni è assestata su queste cifre, con talora qualche centinaio di incendi in più o in meno: in testa alle Regioni con il maggior numero di incendi dolosi vi è la Sicilia, e in generale tutto il sud Italia, a causa della triangolazione tra mafia, politica e guardie forestali, che in molti casi si fanno pochi scrupoli ad appiccare loro stessi gli incendi che dovrebbero domare.
Incendi dolosi in Italia nel 2017
L’estate 2017 verrà ricordata come teatro di alcuni dei peggiori incendi dolosi degli ultimi anni: la mappa degli incendi dell’ultima estate in italia infatti ha visto il nostro Paese battere ogni record diventando prima in Europa per numero di roghi di vaste dimensioni, superiori ai 30 ettari: secondo i dati raccolti dall’European Forest Fire Information System della Commissione europea, nel 2017 si sono verificati 743 grandi incendi, oltre cinque volte di più rispetto ai 142 riportati in media ogni anno tra il 2008 e il 2016. La mappa degli incendi in Italia nel 2017 ha visto le regioni meridionali ancora una volta protagoniste: in totale dall’inizio dell’anno sono bruciati 134.107 ettari di boschi, 100mila ettari in più rispetto ai 34mila ettari arsi, in media, ogni anno tra il 2008 e il 2016, con le zone di Palermo ed Enna in Sicilia, il Lazio, la Campania sul Parco del Vesuvio e quelli degli Astroni tra le zone più colpite.
Le indagini aperte dai magistrati non escludono alcuna ipotesi, dallo sversamento di rifiuti tossici alla mafia ‘verde’ che vuole mettere le mani sul business della riforestazione, ma sono emersi anche gli atti scellerati di giovanissimi che per divertimento hanno dato fuoco a sterpaglie, e a causa delle alte temperature le fiamme si sono propagate mettendo a dura prova gli interventi dei Vigili e dei Canadair. E proprio le anomale alte temperature nell’ottobre 2017 hanno contribuito agli ultimi eventi nel Nord Italia in Val di Susa e nelle Prealpi lombarde: azioni criminose contro cui lo Stato sembra fare ancora troppo poco, come se gli incendi dolosi in Italia fossero un male inevitabile. Ma è davvero così?