Nubi che oscurano il sole, l’aria che si colora di un arancione surreale, carcasse di animali carbonizzati, roghi che incorniciano uno scenario infernale. Questo è il quadro apocalittico creatosi in Australia. Infatti, dallo scorso settembre gli incendi in Australia hanno distrutto vaste aree boschive, che circondano Sydney, tra cui parchi nazionali e aree protette, come le Blue Mountains, che ospitano specie animali e vegetali particolarmente protette. Di fatto, l’Australia, ospita una biodiversità unica e irripetibile nel mondo, che pero è messa a forte repentaglio dai recenti disastri ambientali.
L’Australia, da più di quattro mesi ormai, arde come un cero, uccidendo persone e migliaia di animali, carbonizzando antiche foreste e vomitando nell’atmosfera milioni di tonnellate di CO2. La situazione degli incendi in Australia non sembra destinata a migliorare nel breve periodo, anzi, la stagione dei roghi è ancora lunga e si prevede che le temperature, che hanno già fatto registrare il massimo storico, continueranno ad aumentare alimentando ulteriormente le fiamme, che potrebbero potenzialmente bruciare fino a 15 milioni di ettari.
Il fumo degli incendi in Australia, percorrendo migliaia di chilometri sono arrivati fino alla Nuova Zelanda, dove la cenere ha ingiallito i ghiacciai (accelerandone così la fusione), e perfino in Sud America, ha reso irrespirabile l’aria di molte città australiane. A Canberra, capitale situata nel Mainland, la scorsa settimana è stata registrata la peggiore qualità dell’aria al mondo, mentre a Sydney, offuscata da una nube di polveri sottili, si è verificato un aumento del 10 per cento dei ricoveri ospedalieri.
Da quando hanno avuto inizio gli incendi in Australia le fiamme hanno causato 26 vittime accertate, tra cui tre pompieri volontari, mentre si registrano quattro dispersi negli stati del Nuovo Galles del Sud e di Victoria. Sono state distrutte più di 1.500 abitazioni, 900 nel solo Nuovo Galles del Sud, lo stato più gravemente colpito dagli incendi.
Un ecologo dell’Università di Sidney tentando di stimare il numero di animali morti negli incendi in Australia, basandosi sul calcolo della perdita di habitat, è giunto alla conclusione che sarebbero morti circa 487,5 milioni di animali, tra uccelli, rettili e mammiferi. Tale catastrofica cifra è stata sottostimata, secondo il WWF Australia sarebbero infatti morti, direttamente o indirettamente, oltre un miliardo di animali.
Data la peculiarità della fauna australiana, composta da creature uniche al mondo, evolutesi separatamente dal resto del pianeta nella loro isola-continente, l’87 per cento delle specie è infatti endemico, renderebbe queste stime particolarmente preoccupanti, dal momento che si rischia di perdere un’ecosistema unico in tutto il mondo. Le vittime animali più note degli incendi sono i koala, le cui popolazioni avrebbero subito un drastico, e forse irreversibile, declino.
Dopo le catastrofi ambientali verificatesi in Amazzonia, Siberia e California e adesso gli incendi in Australia, il 2020 sarà un anno cruciale per la salvaguardia planetaria dell’ambiente e si dovrà far fronte ai disastri avvenuti durante l’anno appena concluso. Il susseguirsi di grandi catastrofi ci deve far riflettere sulla direzione che l’umanità sta prendendo e presa coscienza di ciò riuscire ad invertire la rotta, prima che la situazione diventi irreversibile.
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