Non si placano gli incendi in Canada, oggi in particolare l’attenzione è sulla provincia della British Columbia, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Il premier della provincia più occidentale del Canada, David Eby, ha preso questa decisione confermando le parole degli uomini impegnati a lavoro in queste aree e dette anche da altre personalità politiche, ovvero che si tratta della peggiore stagione degli incendi che il Paese ha affrontato in questi anni. In particolare, l’area più devastata in queste ore è la città di Kelowna, dove da ore un incendio fuori controllo ha colpito McDougall Creek propagandosi su 10.500 ettari.
Continuano gli incendi in Canada, dove ora l’attenzione delle autorità e dei Vigili del fuoco si concentra sulla situazione della British Columbia. Purtroppo tutte le aree colpite sono caratterizzate da boschi e vegetazione incontaminata, dettagli che in questo contesto alimentano ancora di più le fiamme.
Ieri hanno colpito la città di Kelowna, dove al momento il fuoco è fuori controllo e oltre 2.400 abitazioni sono state evacuate. Questa serie di incendi è divampata la scora notte e riportando le parole del capo dei pompieri della città, Jasson Brolund, possiamo dire che le fiamme sono le più pericolose degli ultimi anni, tanto che lui stesso ha affermato di non aver dovuto mai affrontare nulla di simile in carriera.
Il nord ovest del Canada è alle prese con 381 roghi, un numero senza precedenti che ha portato il premier Justin Trudeau a incontrare esponenti di governo e ministri per fare il punto sulla tenuta delle infrastrutture. Questi sono gli incendi che stanno devastando la British Columbia e la maggior parte sono fuori controllo.
Le fiamme divorano tutto ciò che incontrano, distruggendo ettari di aree boschive e danneggiando pesantemente le abitazioni e la rete elettrica. In tanti sono isolati, nel frattempo gli ospedali si riempiono di cittadini intossicati e feriti. Migliaia di persone hanno dovuto lasciare la propria casa in British Columbia e il premier David Eby ha dichiarato lo stato di emergenza.
“Nelle ultime 24 ore la situazione si è evoluta velocemente e nei prossimi giorni ci aspetta un quadro difficile e drammatico in cui i pompieri stanno cercando di fare il loro meglio”.
Da ore ormai sono impegnati a spegnere le fiamme fuori controllo di McDougall Creek, nella città di Kelowna, le quali hanno già carbonizzato 10.500 ettari propagandosi verso le colline e le montagne.
Nel contesto drammatico che il Paese sta vivendo, sono due in particolare i vasti incendi su cui bisogna porre attenzione, quello appunto di Kelowna e quello di Yellowknife, che ha portato all’evacuazione di 19mila persone. Qui i pompieri stanno lavorando con i militari dell’esercito, 24 ore su 24, per proteggere i residenti.
In Canada sono in corso due grandi incendi boschivi in zone differenti del Paese. Il primo, come abbiamo detto è nella British Columbia, intorno alla città di Kelowna. Siamo nel sud-est del Canada e qui le fiamme si sono estese fino a 70 chilometri quadrati in un giorno e dato che si sono avvicinate molto ai centri abitati, è stata disposta l’evacuazione e la dichiarazione dello stato emergenziale.
L’altro grande rogo che non accenna a diminuire di intensità è quello al nord-ovest, vicino alla città di Yellowknife. È la capitale della provincia ed è stata interamente evacuata perché le fiamme sono letteralmente fuori controllo.
Per il momento non abbiamo notizie di feriti gravi o vittime ma come abbiamo specificato in precedenza, tanti sono gli intossicati che hanno avuto bisogno di cure mediche, altri invece hanno riportato ferite di lieve intensità.
Dall’inizio dell’estate il Canada brucia e finora sono andati in fumo 137mila chilometri quadrati di territorio con un totale di 5.000 incendi. Ogni anno il Paese è soggetto a quella che viene chiamata stagione degli incendi ma questa non si verifica mai in maniera così distruttiva e incontrollabile. Nei precedenti sette anni non erano mai bruciati più di 42mila chilometri quadrati l’anno, questo ci dà un’entità di quello che sta accadendo e che ormai è su tutti i giornali.
Fino a quella del 2023, la peggiore stagione degli incendi – che in Canada va da giugno ad agosto – è stata quella del 1989 che comunque non ha raggiunto la gravità di quello che stiamo vedendo ora.
Per consentire ai mezzi di soccorso di lavorare al meglio nello spazio aereo, l’aeroporto di Kelowna è stato chiuso e solo i velivoli dei pompieri possono passarvi.
Ad alimentare le fiamme, oltre alla vegetazione, il fortissimo vento che non accenna a calmarsi. Non c’è ancora una stima complessiva dei danni, per farla è opportuno che gli incendi vengano contenuti ma nei prossimi giorni non sono previsti miglioramenti.
I roghi sfruttano le condizioni meteorologiche anomale dovute al cambiamento climatico, nella fattispecie, le alte temperature in Canada hanno fatto sciogliere la neve e seccare la vegetazione, favorendo l’espansione del fuoco nelle aree verdi ricche di acceleranti naturali.
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