A Centuripe, in provincia di Enna, un uomo di 71 anni ha perso la vota avvolto in un incendio sviluppatosi in campagna.
Il terreno era di sua proprietà e non è ancora chiara la dinamica che ha portato Giuseppe Bonanno alla morte. Dai primi dettagli emersi sappiamo che l’uomo voleva ripulire la zona dalle sterpaglie ma in breve tempo, forse a causa del vento che ha lavorato come un accelerante, la situazione è degenerata.
È terribile la notizia riportata poche ore fa dai quotidiani locali siciliani, poi ripresa da tutti gli altri, riguardante un incendio che in poco tempo ha completamente avvolto un uomo bruciandolo vivo come fosse una torcia umana.
Ci troviamo a Centuripe, un comune siciliano di poco più di 5.000 abitanti, in provincia di Enna. Si tratta di quello più a est della città, caratterizzato per lo più da un territorio in cui si alternano rocce e campagne, queste ultime utilizzate dai contadini per l’agricoltura.
Proprio sul suo appezzamento di terra, uno dei diversi che possedeva, il 71enne Giuseppe Bonanno stata lavorando oggi come faceva ogni giorno. Al termine della giornata, prima di andare via ha deciso di dare una pulita generale con un fuoco per eliminare le sterpaglie ma in pochi minuti è avvenuta la tragedia.
Giuseppe ha dato origine a un fuoco che a causa probabilmente del vento, si è propagato in pochi minuti avvolgendolo completamente. Questo non gli ha lasciato scampo e i soccorritori che sono accorsi subito dopo le chiamate dei residenti, non hanno potuto fare nulla per salvarlo. Al loro arrivo era già morto, letteralmente bruciato vivo.
L’uomo è stato forse troppo ingenuo, pensava di pulire il terreno velocemente invece con altrettanta rapidità le fiamme si sono espanse uccidendolo e poi minacciando anche i terreni limitrofi al suo, dove insistono case rurali e ci sono anche diversi animali da pascolo.
Il corpo dell’uomo non è ancora stato recuperato, sul posto stanno lavorando i carabinieri di zona, i forestali con i velivoli e chiaramente i Vigili del Fuoco per eliminare il rogo e controllare che non riprenda, cosa abbastanza facile dal momento che il vento non accenna per ora a diminuire.
L’aria è diventata in poco tempo irrespirabile e solo l’intervento tempestivo dei pompieri di zona e dei comuni limitrofi, con diversi mezzi, ha consentito di contenere i danni che potevano essere catastrofici per l’ambiente. Ovviamente rimane l’aspetto più tragico, la perdita dell’ennesima vita umana a causa dell’ingenuità con cui si utilizza il fuoco.
Non c’era nessuno insieme all’agricoltore ma nei campi vicini sì e coloro che hanno parlato con le forze dell’ordine hanno raccontato di aver visto colonne di fumo neo e lingue di fuoco che si muovevano velocemente e hanno temuto il peggio, così si sono susseguite chiamate alle autorità competenti.
Sono stati attimi di panico nelle zone di campagna di contrada Piano Daino, dove appunto sorge l’appezzamento di terreno che era dell’ingegnere 71enne.
Purtroppo avvicinandoci alla stagione calda il rischio incendi aumenta ma in realtà questa allerta c’è stata anche negli altri mesi perché ultimamente stiamo assistendo a un periodo siccità molto prolungato che è iniziato l’anno scorso all’incirca in questi mesi e ancora non è cessato, basti vedere i livelli ai minimi storici di corsi d’acqua anche imponenti come il Po che funge da riserva idrica per tutta la Pianura Padana.
L’allerta riguarda non solo l’Italia, che nel 2022 ha registrato il 170% in più dei roghi, ma anche l’Europa, dove nello stesso anno sono andati a fuoco 517mila ettari solo nella prima metà del 2022.
C’è da fare ovviamente una netta distinzione fra i roghi di natura dolosa e quelli accidentali causati dall’uomo però accanto a questi c’è anche una buona percentuale di incendi che si sviluppano spontaneamente appunto per la mancanza di piogge. Il fuoco ha un impatto devastante sull’ambiente, sull’economia, sul lavoro e sul turismo e secondo quanto segnala Coldiretti questi sono direttamente collegati con le temperature che da mesi a questa parte sono di gran lunga al di sopra della norma.
Ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare le zone verdi distrutte, che richiedono denaro per interventi immediati e per la bonifica a lungo termine, fondamentale per ricostruire il sistema ambientare e la biodiversità delle aree devastate.
Se poi di mezzo ci sono delle vittime, come in questo caso, il fenomeno diventa ancora più preoccupante. A causare gli incendi sono principalmente la disattenzione e l’azione dei piromani, in effetti il 60% dei roghi viene causato volontariamente.
È importante prevenire i comportamenti pericolosi e come sottolineato da Coldiretti, la prima regola per la sicurezza è evitare di accendere fuochi nelle aree boschive e in quelle coltivate, proprio per il rischio elevato che le fiamme si propaghino senza lasciare il tempo di capire cosa sta accadendo.
Giuseppe poteva evitare la morte e ora tutto il paese, che lo conosceva molto bene, piange un lavoratore onesto e un buon uomo che di certo non voleva arrecare danno a nessuno ma con il suo gesto superficiale è morto e ha distrutto una parte di quel territorio siculo su cui tanti agricoltori fanno affidamento per il sostentamento della famiglia.
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