Milano: l’incendio divampato lunedì in un deposito di rifiuti della zona di Bruzzano è stato quasi totalmente domato. Ma nella zona nord della città si sente un odore forte e acre. Le autorità hanno invitato i cittadini a tenere le finestre chiuse in attesa che vengano fatti accertamenti sulla qualità dell’aria da parte dell’Arpa. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per arginare il rogo, ma il materiale continua questa mattina a bruciare.
Il fuoco è divampato intorno alle 20 di ieri sera. Tutta l’area nord e l’hinterland è stata soffocata dal fumo e dall’odore. Su Twitter, i residenti hanno scritto anche questa mattina, scambiandosi messaggi di preoccupazione: “A Milano non si respira”. “Anche in Città Studi odore di bruciato”. L’emergenza, insomma, non è finita. Nell’incendio di via Senigallia non ci sono stati feriti, ma per precauzione è stato evacuato un palazzo vicino al deposito di rifiuti. L’odore fastidioso investe Affori, Comasina, Niguarda, ma si avverte anche a Loreto, Sarpi, Centrale.
Sul luogo, ieri sera, sono arrivati anche il Nucleo Nbcr (nucleare, biologico, chimico, radiologico) dei vigili del fuoco, la protezione civile e la polizia locale. Oltre all’assessore all’Urbanistica, Raffaele Todaro, e al presidente del Municipio 9, Giuseppe Lardieri. Il titolare del deposito ha detto che all’interno non c’erano materiali pericolosi, ma solo scarti di plastica. A gestire i rifiuti di plastica industriali è la ‘EcoNova’, già in passato al centro di alcuni appelli dei residenti perché il deposito venisse spostato più lontano dalle case, da un asilo nido e da alcune scuole materne ed elementari.
Nel 2013, nella stessa struttura di Bruzzano, si era verificato un altro incendio. Appena due settimane fa, invece, rogo in una ditta analoga di Senago, nell’hinterland milanese. L’assessore all’Ambiente, Marco Granelli, su Facebook ha fatto sapere: “E’ un impianto di gestione rifiuti autorizzato dalla Regione Lombardia con il parere contrario del Comune di Milano, motivato dalla vicinanza delle abitazioni e delle scuole, ma purtroppo l’ultima parola è della Regione. Oggi convocherò un incontro urgente con le autorità competenti per vederci chiaro e capire come poter evitare cose di questo tipo. Soprattutto, rivalutare la possibilità che impianti di questo tipo siano autorizzati vicino ad abitazione e scuole”.