Riprende la circolazione sul tratto dell’Alta Velocità Bologna-Milano e quella delle linee convenzionali dopo la mattina di stop dovuta all’ incendio doloso che ha interessato la mattina del 23 dicembre alcuni impianti della stazione di Bologna Santa Viola, mandando in tilt la circolazione dei treni in tutta Italia. Gli inquirenti sono ormai certi che si tratti di un’azione dolosa e hanno aperto il fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di disastro ferroviario causato da danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento seguito da incendio. Al momento non è contestata l’aggravante eversiva, anche se sonon state perquisite alcune abitazioni di esponenti anarco-insurrezionalisti. Nelle vicinanze sono state notate scritte che sembrano richiamarsi ai “No Tav”, ma su cui non c’è la certezza, e che sembrano recenti.
La circolazione dei treni sulla tratta dell’Alta Velocità tra Bologna e Milano e le linee convenzionali tra Bologna e Verona hanno subito pesanti ritardi: sospese dalle 4.30 del mattino, dalle 6.30 sta ritornando lentamente alla normalità. Sul luogo stanno indagando gli inquirenti, con il Procuratore Capo di Bologna, Roberto Alfonso, a coordinare le indagini e che ha definito l’incendio “un episodio che ci preoccupa. Dobbiamo fare molta attenzione”. Il ritrovamento delle scritte, di fiammiferi e parte degli stracci usati per accendere il fuoco fanno propendere per un atto doloso, anche perché è il quarto episodio in un mese.
Per il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi si è trattato di un “nuovo atto di terrorismo con la Tav. Questo e non altro è l’incendio doloso a Bologna – ha commentato il ministro – Ma non ci fermeranno nella strada di innovare e cambiare l’Italia”.
Il premier Matteo Renzi ha cercato di smorzare i toni parlando di sabotaggio e non di atto terroristico. “Stiamo monitorando la situazione, non è il primo”, ricorda il presidente del Consiglio. “Per rispetto non vogliamo rievocare parole del passato, è in atto un sabotaggio, ma stiamo approfondendo quello che è accaduto e per rispetto di chi indaga non spendo una parola di più”, il suo commento.
Dalle Ferrovie dello Stato arrivano alcuni dubbi. Secondo Maurizio Improta, responsabile del compartimento Polfer ai microfoni di Sky Tg24, “operare su uno snodo come quello di Bologna su quattro punti differenti significa che qualcuno ci ha studiato“. Qualcuno sapeva esattamente che le “canaline e pozzetti che contengono i collegamenti dei cavi elettrici e delle fibre ottiche che trasmettono in dati” sono fondamentali per lo snodo e sabotarle “crea certamente un grande problema“. Il dubbio è che ci sia “un movimento, una rete che si muove, ma non mi compete definirlo o commentarlo“.
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