Un cartello contro il cosiddetto “turismo dell’orrore“, con gente proveniente da tutta l’Inghilterra per farsi un selfie con la Grenfell Tower alle spalle. I residenti del quartiere hanno dovuto apporre un cartellone in cui invitavano le persone a non scattarsi foto con i resti dell’incendio del grattacielo di Londra. Come ha spiegato a Metro Lorraine Warrington, una delle abitanti del quartiere, questo “non è il momento o il luogo per farsi un selfie, di fronte al grattacielo dove i miei amici sono morti“.
Non sono bastati gli appelli arrivati da più parti di non scattare foto alla struttura semi carbonizzata del grattacielo, trasformatosi in una tomba per chissà quante persone. A oggi, il conteggio ufficiale della Polizia dopo il rogo della Grenfell Tower è di 79 vittime, di cui solo 5 identificate: il timore, hanno ripetuto le autorità, è che non si riescano non solo a identificare tutti i corpi ma anche a ritrovare i resti di tutte le vittime.
“Capisco chi è venuto a omaggiare i morti anche se non conosceva nessuno, ma ci sono persone che continuano a scattare foto e fare filmati come se fossero dei turisti, è inammissibile“, ha chiarito la donna al tabloid.
La moda dei selfie non si è fermata di fronte alla disperazione di chi ha perso tutto: i residenti riferiscono ai media di persone arrivate da ogni parte del paese, dal Devon o da Manchester, per scattarsi una foto.
Il tour dell’orrore non è certo una prerogativa degli inglesi: senza andare indietro nel tempo, oltre ai turisti che riempivano le strade di Avetrana dopo l’omicidio di Sarah Scazzi o al naufragio della Costa Concordia, è di qualche tempo fa la notizia del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che ha cacciato via turisti venuti a farsi dei selfie nelle zone del terremoto.