[didascalia fornitore=”ansa”]Mati distrutta dalle fiamme[/didascalia]
Mentre siamo costretti a aggiornare il bilancio delle vittime per gli incendi in Grecia segnalando che è salito a 82 morti, seguiamo il dibattito post tragedia interrogandoci sulle vere responsabilità che hanno portato a così tanti morti. E’ innegabile che ci sia stato un corto circuito nella macchina della protezione civile e dei soccorsi, con omissioni del pericolo, mancate allerte e ritardo negli interventi dei soccorritori. Ma è tutta colpa del governo o dietro c’è anche l’ombra della Troika? Sono diversi gli esperti dell’argomento che spiegano come questa catastrofe, annunciata, poteva essere evitata se solo l’Europa non avesse costretto la Grecia a tagliare tutto il tagliabile per rientrare nei parametri economici della UE, che comprendevano anche tagli del 30% alle dotazioni antincendio nazionali.
La politica di austerità voluta dall’Europa ha messo in ginocchio l’apparato della sicurezza e dei soccorsi in Grecia. Negli ultimi 5 anni i tagli sono stati del 40% quelli che hanno interessato anche le forze dell’ordine e la macchina della Protezione civile. I trasferimenti diretti dello Stato ai ministeri hanno segnato un -50%. La Grecia arranca nella povertà e non ha uomini e mezzi per affrontare le emergenze come gli incendi che hanno devastato in questi giorni le località dell’Attica.
Per evitare disastri del genere c’è bisogno di un risposta di cooperazione più funzionale. “Quest’anno è toccato alla Grecia, lo scorso anno al Portogallo. Ora brucia la Svezia e l’Italia è sempre ad alto rischio. Queste tragedie palesano la mancanza di efficiente e rapida collaborazione europea nel sistema di difesa militare e civile. Non possiamo andare avanti così. Tutelando le sovranità nazionali ed i rispettivi apparati di difesa e protezione civile va trovato un metodo di collaborazione snello”, scrive in una nota il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati Gianluca Rizzo.
“Davanti a tanti morti e paesi interi inceneriti dalle fiamme non è pensabile che la solidarietà europea sia affidata esclusivamente alla buona volontà dei singoli governi a tragedia già cominciata. Occorre un sistema di difesa e protezione civile con la più efficiente collaborazione tra Stati europei, in grado di entrare in azione immediatamente di fronte al raggiungimento di un determinato livello di rischio e di pericolo”, sottolinea Rizzo. Che ribadisce la responsabilità dell’Europa nella tragedia in atto in Grecia: ”Non si può chiedere – come lo si è chiesto alla Grecia in questi anni – piani draconiani per rispettare i parametri economici della UE compresi i tagli del 30% alle dotazioni antincendio della Grecia e poi versare lacrime davanti alla conta dei morti. Occorre una Europa più razionale, più sociale, meno legata ad astratti parametri finanziari e vincoli di bilancio, una Europa che rispetti tutti i suoi popoli, più giusta, più sicura e direi semplicemente più umana”, conclude Gianluca Rizzo.
[didascalia fornitore=”ansa”]Fiamme distruggono le pinete intorno ad Atene[/didascalia]
Gli esperti parlano di catastrofe annunciata, escludendo la fatalità: “Sappiamo molto bene che il cambiamento climatico crea sempre di più delle condizioni meteo estreme”, quindi la poltica deve giocare d’anticipo e imparare a gestire il rischio. Inoltre ciò che è mancato in questo dramma è stata la prevenzione, afferma l’esperta ambientale Christina Theohari. “La prevenzione. Siamo stanchi di dirlo, di ripeterlo, non vediamo mai muoversi niente”, ha spiegato, sottolineando che non c’era un piano di evacuazione della zona. Tante vittime che sono rimaste uccise nel tentativo di salvarsi, scappando in auto o buttandosi a mare, ne sono un esempio.
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