Un enorme incendio nella foresta di Dadia, nel nord-est della Grecia, ha portato alla morte di 18 migranti, i cui corpi sono stati trovati carbonizzati dai pompieri.
Sono molti i Vigili del fuoco che in questo periodo sono attivi nell’isola proprio per l’emergenza relativa agli incendi boschivi, causati dalla terra eccessivamente arida, dalla vegetazione secca per la mancanza di piogge significative e dal forte vento. Se vogliamo, la notizia di oggi unisce un po’ due grandi emergenze con cui abbiamo a che fare in questa estate 2023 che volge quasi al termine: i flussi migratori incontrollati e i roghi. I media greci hanno riportato oggi la notizia riguardo al ritrovamento di questi cadaveri, in un’area che si trova a nord della Grecia. Ora i corpi verranno recuperati, intanto sono iniziate le indagini per capire se si tratta di persone che sono entrate illegalmente nel Paese.
Sconvolgente il ritrovamento fatto dagli uomini dei Vigili del fuoco e della Protezione Civile impegnati nel contenimento degli incendi in Grecia, infatti fra ettari di vegetazione andata distrutta sono stati rinvenuti 18 cadaveri carbonizzati. Si tratterebbe di migranti che forse sono entrati in maniera illegale nell’isola.
A dare la notizia sono stati i media greci, che hanno riportato anche le parole del rappresentante dei pompieri, Giannis Artophios: “I cadaveri si trovavano nella foresta di Dadia, situata a nord-est del Paese. Stiamo indagando con il supporto delle autorità per capire se siano clandestini o si trovassero in Grecia in modo regolare”.
Intanto proseguono le ricerche in tutta l’area di Evros, il punto dove sorge la parte boschiva in questione. Si tratta di una zona vicina al confine con la Turchia e potrebbero esserci altre vittime delle fiamme che fino a poche ore fa erano molto alte mentre al momento abbiamo una situazione sotto controllo in cui si può lavorare meglio.
Il portavoce dei pompieri ha fatto sapere che le salme completamente carbonizzate sono state rinvenute vicino a una baracca nella zona di Avanta (Alexandroupolis) e la polizia ha attivato la squadra di identificazione delle vittime per dare un nome a questi migranti. Almeno questo pensano le autorità, analizzando diversi elementi, ad esempio sappiamo che non sono stati segnalati dispersi in quella zona quindi c’è una forte possibilità che si tratti proprio di migranti arrivati dal vicino confine turco.
L’isola è di nuovo in fiamme in quella che è la seconda ondata di incendi dopo quella di luglio, che ha provocato tante vittime e diversi disagi ai residenti, evacuati dalle abitazioni per motivi di sicurezza.
Le fiamme sono incontrollate e imperversano al momento proprio nella parte nord-est del Paese, dove le temperature hanno raggiunto i 41 gradi e il mix con i forti venti è la caratteristica ideale per il propagarsi delle fiamme.
Fra i punti più colpiti c’è proprio il parco nazionale di Dadia, dove già ieri sera le squadre impegnate sul posto hanno trovato il cadavere di un presunto migrante, senza documenti. Oggi la terribile notizia del ritrovamento di altre salme, in due diversi gruppi.
Si pensa che possano essercene altri in questa area, una delle più importanti in Europa, che ospita specie faunistiche rare ed è addirittura l’unico posto dei Balcani dove si riproduce l’avvoltoio nero.
In zona sono attivi attualmente 59 mezzi dei Vigili del fuoco, insieme a volontari, forze di polizia, autocisterne messe a disposizione dai comuni, velivoli e canadair.
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