È stato domato l’incendio di grosse dimensioni divampato martedì mattina nella zona industriale di Mortara, all’interno dei capannoni della ditta Eredi Bertè, che si occupa di rifiuti speciali e recupero metalli. Mentre la Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta, resta il rischio diossina nell’aria. Il prefetto di Pavia, Attilio Visconti, dopo che le fiamme erano divampate aveva subito lanciato l’allarme per tutti i cittadini della zona: “Le notizie che sto raccogliendo non sono troppo confortanti. Sta bruciando di tutto, comprese gomme e plastica. C’è il rischio diossina“. Il sindaco Marco Facchinotti aveva invitato i cittadini a non uscire di casa, chiudere le finestre e non raccogliere i prodotti nell’orto.
La colonna di fumo nero era visibile a decine di chilometri di distanza dal luogo del rogo. I vigili del fuoco hanno fatto sapere che sono andati in fumo sia rifiuti speciali sia residui di alluminio e copertoni.
Sul luogo dell’incendio, per tutta la mattina di martedì, hanno lavorato dodici squadre dei vigili del fuoco provenienti da Vigevano, Pavia e dai distaccamenti volontari di Mortara, Mede, Garlasco, Robbio e Milano.
Le operazioni di spegnimento sono state rese difficoltose da problemi di approvvigionamento idrico: sul posto, c’erano pochissimi idranti e la pressione delle tubazioni era bassa. Ecco perché le autobotti facevano la spola da quattro punti diversi di Mortara e dai paesi limitrofi.
Il prefetto di Pavia, giunto sul posto, aveva dichiarato: “Al momento, le fiamme sono sotto controllo, ma ci vorrà tempo per spegnerle del tutto. Stiamo valutando se far intervenire un elicottero per aggredire dall’alto, con il secchiello, i cumuli di rifiuti in fiamme, ma adesso non è possibile perché il fumo compromette la visibilità”. Il fumo, a causa del vento, si è diretto verso nordest, in direzione non solo di Vigevano, ma anche di Novara.
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Mercoledì mattina l’incendio è stato domato, anche se i vigili del fuoco sono ancora al lavoro per spegnere i focolai più piccoli e procedere con le operazioni di messa in sicurezza.
I carabinieri hanno aperto un’inchiesta per capire le cause del rogo, ma anche la commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti vuole vederci chiaro, a causa della “strana epidemia di incendi” che negli ultimi mesi ha colpito la Lombardia e il resto dell’Italia.
In attesa di conoscere i risultati dei monitoraggi dell’Arpa sulla diossina, le scuole restano chiuse.
Le cause dell’incendio in fabbrica non sono chiare. Proprio ieri era prevista, in azienda, la visita ispettiva dell’Arpa.
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