Paura nella notte tra il 15 e il 16 settembre ad Ancona, nelle Marche: un vasto incendio è divampato al porto e ha avvolto in una coltre di fumo la zona. Le fiamme hanno distrutto tre siti produttivi e sono arrivate a lambire anche alcuni stabilimenti di varie attività limitrofe. Tuttavia, fortunatamente, non si registrano né vittime né feriti. I vigili del fuoco hanno disposto la chiusura dell’area, mentre il Comune ha chiuso le scuole e i parchi.
Aggiornamento del 17 settembre 2020
La sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli ha confermato in serata l’ordinanza emessa il giorno dell’incendio che prevedeva la chiusura degli edifici scolastici, dei parchi e degli impianti sportivi all’aperto. Le scuole, inoltre, potrebbero rimanere chiuse per tutta la settimana, in attesa anche delle elezioni amministrative e del voto per il referendum sul taglio dei parlamentari del 20 settembre 2020.
I danni strutturali maggiori si sono registrati in diverse attività che avevano sede nell’area lambita dalle fiamme: Frittelli, Ase, Cpn, Cosmon, Asmon, Compa, Carmar e altre. Confermato, invece, il bilancio di zero vittime e zero feriti. Anche l’Asur – Azienda Sanitaria Unica Regionale – ha confermato che fino alla serata di mercoledì 16 settembre non sono stati segnalati nei pronto soccorso casi di crisi respiratorie dovute all’inalazione di fumo disperso nell’atmosfera.
Tra le prime ipotesi sulle possibili cause scatenanti il rogo vi è quella di corto circuito elettrico degli impianti fotovoltaici posti sul tetto del capannone. Non si esclude, tuttavia, alcuna pista, visto che dalle analisi pare che il rogo si sia originato a partire da più punti diversi. Le prime indagini – svolte dalla Squadra mobile della questura di Ancona, dai carabinieri del Noe e dal servizio investigativo dei vigili del fuoco – hanno per il momento escluso l’atto doloso, ma non mancano dubbi a tale riguardo. Le indagini sono ancora in corso.
Era da poco scoccata mezzanotte (00.35) quando un incendio è divampato al porto di Ancona, in uno dei capannoni della ex Tubimar. Le fiamme hanno lambito l’area nella quale si trovavano depositati materiali cartacei, vernici, vetroresina e altro materiale infiammabile.
Vicino all’area interessata si trova anche la Skalo, un’azienda che produce pesce congelato. Gli operai che lavoravano all’interno della struttura, comunque, sono riusciti a mettersi in salvo. Il vento ha alimentato le fiamme che con il loro vigore hanno distrutto tre siti produttivi limitrofi. Coinvolti anche lo stabilimento di Ancona Merci e sfiorato un deposito di metano. Non sono stati toccati, invece, i diversi capannoni di cantieristica che si trovano al porto.
Sul luogo si sono precipitati diversi mezzi dei Vigili del Fuoco, la Protezione civile della Regione Marche e del Comune di Ancona. I vigili del fuoco sono riusciti a domare l’incendio – nonostante le dovute difficoltà a causa di punti nascosti all’interno dei capannoni -, ma il disastro causato dallo scoppio delle bombolette è stato enorme.
Paura in tutta la città per la spaventosa coltre di fumo e per l’odore acre che sin dall’inizio ha iniziato a diffondersi nell’area. Il Comune ha invitato i cittadini a rimanere nelle loro case e a tenere le finestre chiuse. Rimangono chiuse anche le scuole di ogni ordine e grado, le università, gli impianti sportivi all’aperto e i parchi, mentre i vigili del fuoco sono rimasti al lavoro per ore prima di riportare la situazione alla normalità. Sono intervenute almeno una dozzina di squadre di pompieri provenienti da Ancona-Falconara, da Pesaro e da Macerata. Alle 2 del mattino il loro intervento ha circoscritto le fiamme.
Il rogo non ha coinvolto i diversi autotreni che erano parcheggiati sulla banchina del porto. I testimoni, inoltre, hanno udito alcuni boati dovuti forse all’esplosione di bombole di acetilene. La coltre nera di fumo era visibile a chilometri di distanza.
Anche il sindaco di Ancora Valeria Mancinelli ha pubblicato su Facebook un messaggio in merito al drammatico evento accaduto in mattinata. A seguito dell’incendio al porto di Ancona, scrive la prima cittadina, “l’Amministrazione comunale ha deciso la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle sedi universitarie per la giornata odierna”. “Resteranno chiusi – prosegue la sindaca – anche parchi e impianti sportivi. Cerchiamo di limitare gli spostamenti in attesa dei rilievi delle autorità sanitarie. Seguiranno comunicazioni di aggiornamento”.
Le persone che hanno assistito al divampare delle fiamme hanno raccontato di aver udito forti boati. “Abbiamo sentito diverse esplosioni, almeno tre, dall’una meno un quarto in poi – ha raccontato la titolare di un hotel -. Poi il fuoco e le sirene dei mezzi di soccorso. Abbiamo pensato subito a quello che è successo a Beirut, è inevitabile”.
“C’è molto fumo nero, il vento però non lo sta portando verso il centro della città, ma verso sud, verso l’interno – ha aggiunto la donna -. Si sente un fortissimo odore che sembra di plastica bruciata”.
Il questore di Ancona Giancarlo Pallini ha riferito che sin da subito “la sala operativa della questura ha seguito gli sviluppi della situazione, in particolare sotto il profilo della sicurezza. Immediatamente le pattuglie della polizia di Stato ma anche delle altre forze dell’ordine, che ringrazio per il tempestivo intervento, hanno cinturato la zona in modo che i vigili del fuoco potessero operare in tutta tranquillità e sicurezza”.
Nonostante il rogo sia divampato a tarda notte, ha aggiunto, “diverse persone erano in giro per la città e si sono recate al porto, incuriosite per vedere da vicino cosa stesse accadendo. Le forze dell’ordine sono comunque riuscite a tenerle lontane per ovvi motivi di sicurezza”.
Dopo aver domato l’incendio, i vigili del fuoco hanno disposto anche l’analisi della qualità dell’aria, mentre il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli ha invitato tutti i residenti a rimanere in casa tenendo le finestre chiuse. I risultati delle rilevazioni effettuate dovrebbero arrivare in giornata.
“Dai primi rilievi sembra non ci siamo problemi di inquinamento – ha spiegato la sindaca di Ancona – ma abbiamo ritenuto opportuno essere prudenti in attesa degli esiti finali degli esami delle autorità preposte”.
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