Un’inchiesta che sembra aver lasciato strascichi dietro di sé, tanto che un ex presidente del Consiglio ed un ex ministro della salute a breve saranno interrogati. Stiamo parlando dell “inchiesta Covid”.
Conte e Speranza, il prossimo 10 maggio, saranno interrogati a Brescia. Cerchiamo di capire il motivo della loro convocazione.
Sono indagati nell’inchiesta che porta proprio il nome della pandemia Covid: si tratta dell’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Sono indagati per quel che riguarda la gestione della prima fase della pandemia, nel pieno della prima ondata, nel mese di febbraio del 2020.
I due politici, per questo, saranno ascoltati dal Tribunale dei ministri di Brescia il prossimo 10 maggio. Nell’ambito degli atti della procura di Bergamo, che ha condotto l’inchiesta per epidemia colposa e sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, il tutto è stato trasmesso sia alla procura di Brescia quanto anche al Tribunale dei ministri, che ha così deciso di interrogare sia Conte che Speranza.
Stando a quanto, invece, trattato nell’inchiesta di Bergamo, diverse sono le ipotesi di reato: quella di epidemia colposa aggravata, quella di rifiuto di atti d’ufficio, quella falso e, anche, quella di omicidio colposo plurimo.
Nell’inchiesta e al vaglio sia della Guardia di Finanza che delle altre forze dell’ordine che stanno indagando sui fatti, ci sono sia i casi delle morti all’interno delle Rsa della Val Seriana e dell’ospedale di Alzano (che, ricordiamo, fu chiuso e riaperto nel giro di poche ore), ma anche la mancata istituzione di una zona rossa, come invece venne disposta nel Lodigiano.
Sulla base della relazione tecnica effettuata dal professor Crisanti, la Procura afferma che, se queste misure fossero state attuate e messe in campo in tempo, “si sarebbero evitati 4 mila morti” – scrive. Diverse sono le persone indagate nell’inchiesta, per un totale di 19 persone.
Ci sono, come dicevamo, l’ex presidente del Consiglio, Conte, l’ex Ministro della salute, Speranza, ma anche l’ex coordinatore del Cts, Miozzo. Proprio su di loro, a pronunciarsi, dovrà essere il Tribunale dei ministri di Brescia che, sull’inchiesta, ha la competenza distrettuale.
Ma fra gli altri che sono indagati ci sono anche il Presidente della Regione Lombardia, Fontana, ma anche l presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Brusaferro, l’ex assessore al welfare della regione Lombardia, Gallera e il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Locatelli.
Al centro dell’inchiesta, lo dicevamo, la mancata istituzione della zona rossa all’inizio della pandemia, in zona quali Nembro ed Alzano, che se fosse stata proclamata subito, avrebbe risparmiato la vita a tantissime persone. Ma c’è anche un altro punto da chiarire, quello della chiusura e dell’apertura, nel giro di poche ore, dell’ospedale di Alzano.
Si attendono, quindi, nuovi sviluppi di indagine dopo l’interrogatorio del prossimo 10 maggio.
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