La Federcalcio ha inviato alla difesa della Juventus anche la seconda carta Covisoc, l’email chiesta dai legali sul caso plusvalenza.
Gli avvocati della Juventus dopo la richiesta alla Federcalcio hanno ottenuto la carta Covisoc, la seconda carta segreta chiesta dai legali di Paratici e Cherubini, inviata dal presidente Paolo Boccardelli della Covisoc a Chiné. Il presidente Gravina: “In Italia c’è la cultura del sospetto”.
A pochi giorni dalla prima carta Covisoc, arriva anche il secondo documento per la difesa della Juventus. Nell’ambito dell’inchiesta plusvalenze, valsa penalizzazioni pesantissime in campionato (15 punti) e condanne per i dirigenti dei bianconeri, il club potrà adesso fare ricorso alla sentenza.
Così come avvenuto per la prima carta, anche in questo caso non è presente il nome “Juventus” nella comunicazione tra il presidente della Covisoc Paolo Boccardellie la Federcalcio. L’email non è la prima spedita dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, che ha chiesto spiegazioni sul tema delle plusvalenze alla Federazione in data 31 marzo 2021.
Pochi giorni fa il Tribunale regionale del Lazio aveva deciso per la consegna di tali documenti alla difesa della Juve, che potrà imbastire il ricorso. Nel messaggio si legge di una richiesta su analisi pressoché generiche, sui bilanci e sulle operazioni di plusvalenza, mentre la commissione faceva notare che i calciatori vengono spesso scambiati – usando il termine “trading” – ma che le plusvalenze generano poche liquidità nonostante avesse potuto sostenere aggregati patrimoniali.
Un fenomeno dunque da approfondire, vista la difficoltà poi di riuscire a verificare i prezzi delle operazioni e le reali valutazioni di mercato sempre dei calciatori.
Quello che sembra trapelare dalle carte sarebbe dunque un parere, più che un’indagine, alla Figc. La lettera termina infatti con l’auspicio di riuscire a lavorare sul tema plusvalenze con l’apertura di un tavolo per poter valutare meglio il fenomeno.
Secondo il presidente della Federazione, in Italia ci sarebbe una cultura del sospetto: “Mi stupisco ci sia questa strategia“. Strategia che farebbe parte del modo di lavorare del nostro Paese, a detta di Gabriele Gravina intervenuto sulla questione della seconda carta Covisoc.
Nulla di strano secondo Gravina dunque, sullo scambio di documenti con la Covisoc servita a detta del presidente della Figc ad accertamenti. “Capisco le esigenze della difesa e non entro nel merito” ha detto in risposta a una domanda durante la conferenza stampa avvenuta al termine del Consiglio Federale.
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