A quanto pare gli inquirenti di Torino hanno deciso di inviare gli atti dell’inchiesta Juve alle procure di altre sei città italiane. Si tratterebbe di un’indagine su movimenti di calciomercato sospetti.
La procura di Torino ha deciso di inviare i fascicoli dell’inchiesta ad altre sei città, per questioni territoriali. L’indagine riguarda i movimenti monetari di una delle squadre calcistiche italiane maggiormente seguite, ossia la Juventus.
L’inchiesta Juve e la decisione degli inquirenti di Torino
L’inchiesta Juve nasce da una serie di movimenti di calciomercato riguardanti la squadra, che agli inquirenti di Torino sono apparsi sospetti. Questi, dunque, per questioni afferenti a competenze territoriali, hanno inviato le carte alle procure di altre sei città italiane.
Tra le operazioni sospette va citata la mail di Claudio Chiellini in cui venivano riportati una serie di debiti nei confronti di altre società, per un totale di 30 milioni più agenti. Ma non solo, la procura ha voluto indagare su alcuni contratti non depositati, mascherando gli obblighi d’acquisto in operazioni di recompra.
Per esempio, il caso di Rolando Mandragola, il quale era stato venduto a 20 milioni di euro all’Udinese, fruttando un guadagno di 13, 7 milioni. Il calciatore è stato poi riacquistato poi in un secondo momento per dieci milioni dalla Juve. Gli inquirenti, in merito a questa operazione, hanno pensato che si trattasse di un obbligo d’acquisto.
Ossia che la Juve aveva preso l’impegno a riacquistarlo a 26 milioni, cosa che poi, tra l’altro, non è accaduta.
Per questo i pm hanno ascoltato come testimoni Mandragora, suo padre e Stefano Campoccia, il vicepresidente dell’Udinese.
Il processo contro la Juventus
Dunque le procure continueranno ad indagare sulla questione, approfondendo inoltre alcuni elementi dell’ormai chiusa indagine Prisma. Con la possibilità di trovare alcune integrazioni per il processo che la squadra dovrà affrontare il 27 marzo.
Il processo vedrà come indagati 12 persone tra cui anche il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedvevn e la stessa Juventus, la quale andrà a processo come una persona giuridica.
I giudici hanno identificato ben 15 capi d’accusa, ossia manipolazione del mercato, false comunicazioni da parte di società quotata in Borsa, dichiarazione fraudolenta mediante documenti per operazioni fittizie e ostacolo alle autorità.
I pm si baseranno su fatti avvenuti tra il settembre 2019 e il maggio 2022.