Si allarga sempre di più l’inchiesta in Qatar che ha portato alla luce un giro di soldi, e non solo, e che vede coinvolti alcuni esponenti del Parlamento Europeo. Un’indagine con nomi che continuano ad affiorare.
Ecco che, ora, è spuntato anche quello di un pentito, pronto a rivelare dettagli sconvolgenti. Vediamo di cosa si tratta.
L’hanno denominata semplicemente “Inchiesta Qatar”, ma in realtà si sta dimostrando una vera e propria rete complessa. Tante le persone coinvolte, e non solo rappresentanti del Parlamento Europeo. Stando a quanto riferito dal quotidiano “La Repubblica”, ci sarebbe una persona, un primo pentito (se così lo si può definire) che ha deciso di contattare chi sta indagando per iniziare a rilevare dettagli su questa rete articolata, guidata dall’ex europarlamentare Panzieri.
Se queste rivelazioni possono diventare interessanti, una tegola in più sta per abbattersi sull’eurogruppo S&D, al quale lo stesso Panzieri apparteneva. Ma partiamo dall’inizio. Alla base di tutto c’è l’ipotesi di reato di corruzione per due persone: Antonio Panzeri e Luca Visentini. Loro sono, rispettivamente, ex europarlamentare e segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Ituc.
La polizia di Bruxelles li ha fermati insieme ad altri due italiani. L’inchiesta pone al centro una questioni di influenze economiche e politiche che un Paese del golfo, ma senza specificare quale, abbia avuto su alcune decisioni in materia che l’Europarlamento avrebbe preso.
Senza specificare il nome, i quotidiani hanno fatto intendere che si tratta di “uno del Medio Oriente” e dove, in questo periodo, si stanno svolgendo i Mondiali di calcio. Da lì, poi, il vaso di Pandora si è aperto ed ha portato anche alle indagine sulla vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili, fermata dalla Polizia per essere interrogata come persona informata sui fatti.
Una situazione ed un’inchiesta davvero complessa che, parte dalle accuse di corruzione ma che ha visto, anche, un giro di soldi notevole. Ed ora, ecco che un primo pentito ha deciso di parlare. Quest’ultimo ha deciso di illustrare, infatti, alcune delle attività della Ong “Fight Impunity”, iniziando anche a fare i nomi di alcune persone che hanno collaborato con l’ex europarlamentare italiano Panzieri.
Anche a Strasburgo, proprio dopo le dichiarazioni del pentito, è arrivata la Polizia belga per iniziare le perquisizioni nella sede del parlamento Europeo. Ad alcuni uffici perquisiti, sono stati posti anche i sigilli e, fra questi, anche l’ufficio dell’europarlamentare PD, Cozzolino, e dell’assistente della Moretti.
Sigilli posti anche all’ufficio di una funzionaria che è una delle responsabili dell’unità della Sottocommissione Diritti Umani.
Le richieste di sospensione di tutti gli europarlamentari coinvolti, insieme a tutti i loro assistenti, non si sono fatte attendere. Subito alcune autosospensioni sono già arrivate, fra cui quella dello stesso Cozzolino, ma anche quella del relatore ombra dossier della commissione per le libertà civili, Bartolo. Dimissioni anche per Maria Arena, presidente della commissione per i diritti umani.
Non in ultimo, il Parlamento Europeo si prepara a votare la destituzione definitiva della vicepresidente coinvolta, Kaili.
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