La guardia di finanza ha aperto un’inchiesta sui Vas, ossia i servizi telefonici a pagamento che si attivano con un Sms e ti prosciugano il credito. A quanto pare, l’indagine ha rivelato che le società responsabili di questa truffa sono in grado di attivare fino a 40.000 nuove utenze al giorno.
I finanzieri hanno sequestrato circa 322 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta. Le società indagate sarebbe sei e, di queste, 22 i dipendenti al centro delle indagini. Ma vediamo come evitare questa truffa informatica.
A tutti, almeno una volta, è capitato di ricevere un messaggio da parte del proprio operatore telefonico, nel quale veniva comunicato l’arrivo di un pacco mai ordinato o l’attivazione di qualche promozione mai richiesta. Ecco, in questi casi si è incappati in un Vas.
Si tratta, appunto, di servizi telefonici attivati tramite Sms, che hanno l’obiettivo di prosciugare il credito all’insaputa del cliente.
Dunque, per evitare questo tipo di truffa basta cercare di non aprire messaggi strani – normalmente di tipo commerciale – mai richiesti.
Secondo una delibera Agcom del 2021 tutte le compagnie telefoniche dovrebbero attivare una specie di filtro, in modo da bloccare preventivamente questo tipo di servizi o, nel caso, attivarli solo con esplicito consenso degli utenti. Il problema è che questo tipo di servizi si sono diffusi e sviluppati tra il 2017 e il 2020, ossia il periodo in cui la delibera dell’Agcom non esisteva.
Nel caso in cui si pensi di essere stati vittima di un Vas, si consiglia di contattare la propria compagnia telefonica, chiedendo di interrompere tutte le promozioni non richieste.
La guardia di finanza di Milano ha, dunque, avviato un’inchiesta sulla questione dei Vas. Secondo le indagini queste compagnie telefoniche sono in grado, attraverso questo metodo, di attivare circa 30/40mila nuove utenze al giorno.
Sei le aziende sotto accusa e 20 gli indagati. I finanzieri, inoltre, hanno provveduto al sequestro di circa 322 milioni di euro, ricavati proprio da questo tipo di attività illegale. Il decreto di sequestro – come riportato da Fanpage – riguarda anche la Tim, anche se per ora il colosso delle comunicazioni non risulta nel registro degli indagati.
Il capo d’accusa formulato per gli indagati è quello di frode informatica.
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