La voragine che si è aperta a Firenze il 25 maggio ha riportato d’attualità in modo gigantesco un problema della circolazione stradale che potrebbe sembrare secondario, fino a quando non ci si finisce letteralmente dentro: quello dei danni derivati da buche stradali, soprattutto sulla questione di come chiedere i relativi risarcimenti. Non è una cosa semplice, lo diciamo subito. Ma nemmeno impossibile.
La sempre più scarsa manutenzione delle strade negli ultimi anni ha causato il proliferare di buche più o meno grandi, un pericolo particolarmente infido, come del resto sono infidi quegli amministratori e dirigenti pubblici che continuano ad aumentare le tasse locali, rastrellano denaro a palate dalle multe e poi non fanno il loro dovere, cioè assicurare una corretta manutenzione delle strade di loro competenza, in più sprecando quantità enormi di fondi pubblici in appalti pessimi, quando non addirittura loschi.
Questa gente fa finta di nulla o accampa scuse di ogni tipo quando c’è da investire per servizi necessari ma che forse non attirano l’attenzione mediatica, quindi non rendono da un punto di vista propagandistico. Però ci sono delle leggi che obbligano a risarcire i danni che provocano. Inoltre negli ultimi anni molte sentenze della magistratura hanno messo un freno a certi indegni trucchi sull’onere della prova. Vediamo dunque cosa fare se una buca o un qualsiasi cattivo stato della strada ci provoca un danno.
Ci sono due leggi specifiche che ci proteggono. Il Codice civile, all’articolo 2051, dice che “Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito” (linguaggio un po’ arcaico del 1942, ma sempre valido).
Soprattutto, il Codice della strada, articolo 14 comma 1, prescrive: “Gli enti proprietari delle strade, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono: a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi; b) al controllo tecnico dell’efficienza delle strade e relative pertinenze; c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta“.
Nella maggior parte dei casi l’ente proprietario della strada è il Comune; fuori dai centri urbani possono essere Provincia, Regione, Anas; in autostrada è la società di gestione.
Innanzitutto, non appena accade il fatto dannoso, è necessario raccogliere delle prove. La cosa migliore da fare è chiamare una pattuglia (Polizia locale, Polizia stradale, Carabinieri) perché compili un verbale sulle condizioni della strada in quel momento, di cui poi noi dovremo farci dare una copia; importante scattare delle fotografie; se ci si fa male, farsi portare ad un pronto soccorso e conservare il referto medico. Se è possibile, ma è alquanto improbabile riuscirci, raccogliere anche delle testimonianze.
La cosa fondamentale è avere sufficienti prove per dimostrare che il danno non è dovuto al caso oppure ad un nostro comportamento imprudente, ma proprio alle cattive condizioni della strada. E’ l’unica cosa che dobbiamo dimostrare noi. Per tutto il resto, è l’ente pubblico a dover dimostrare che non è stata colpa sua.
Successivamente, dovremo raccogliere un preventivo per le riparazioni del nostro veicolo e per qualsiasi altro danno materiale causato dall’incidente. In caso di danni fisici, servono i certificati medici rilasciati dal pronto soccorso e tutti quelli per le eventuali cure successive; sarà poi opportuno anche richiedere una valutazione da parte del medico legale.
Una volta raccolta tutta la documentazione, si dovrà inviare all’ente tramite raccomandata la richiesta di risarcimento danni. Ci sono 5 anni di tempo dalla data dell’incidente. I comuni hanno un apposito modulo per questi casi, da richiedere in municipio o, a volte, disponibile on line sul sito comunale.
Successivamente il Comune delegherà la pratica alla propria assicurazione. Se tutto va bene, il danno verrà valutato e liquidato. Ma ciò accade raramente, praticamente mai. L’assicurazione troverà ogni appiglio per non pagare o per pagare molto meno; soprattutto userà tattiche dilatorie, mirerà a perdere tempo con mille cavilli burocratici per scoraggiare il cittadino danneggiato. C’è anche un altro giochetto che i comuni usano: in caso di danno causato da lavori stradali, il Comune scarica la responsabilità all’impresa che esegue i lavori e l’impresa fa il rimpallo contro il Comune.
Gioco sporco: è sempre il Comune responsabile dello stato delle sue strade nei confronti del cittadino; sarà poi un problema dell’ente farsi eventualmente risarcire dall’impresa. Sarebbe un altro incentivo a selezionare con cura gli appaltatori.
Purtroppo però solo il giudice può stabilirlo con certezza; soprattutto, solo il giudice ha la forza per imporsi sul Comune furbetto. Per questo motivo è consigliabile farsi assistere da un legale, anche perché è molto probabile essere costretti a fare causa all’ente per ottenere il rimborso. Può essere utile sottoscrivere una polizza assicurativa infortuni (ma non dopo il danno) oppure iscriversi ad un’associazione consumatori.