A Faenza un uomo è morto schiacciato da un mezzo agricolo, questo nuovo incidente sul lavoro si aggiunge ai tanti che avvengono ogni giorno.
Siamo quasi al primo maggio, festa dei lavoratori, e mai come in questo momento è importante lottare per i propri diritti sul lavoro e per le norme sulla sicurezza che molto spesso lasciano a desiderare, portando a incidenti gravi e anche alla morte. Ieri sera un 48enne a Faenza, in mattinata un operaio dell’Esselunga di Pioltello, la lista non terminerà mai e quello che possiamo fare è protestare per un lavoro migliore e dignitoso. Tante le iniziative che in questi giorni porteranno i lavoratori in piazza, intanto la cronaca delle morti bianche si arricchisce di nuovi episodi più e meno gravi.
Un uomo di 48 anni stava lavorando a Faenza, presso l’azienda di noleggio macchinari per l’agricoltura dove era impiegato da anni. In particolare, Luca Ferretti stava mettendo a terra un mezzo agricolo quando c’è stato il cedimento di una sponda laterale.
Sul posto è giunta subito l’eliambulanza per le gravi condizioni in cui versava l’operaio, ma nonostante la tempestività dell’intervento non c’è stato nulla da fare e l’uomo è morto ieri all’ospedale Bufalini di Cesena, dove era arrivato in codice rosso.
Secondo la ricostruzione ufficiale, l’operaio stava mettendo a terra un grande mezzo agricolo, quando a un certo punto la sponda ha ceduto schiacciandolo letteralmente e provocando un gravissimo trauma cranico e altre diverse lesioni.
Sul caso di Faenza, in provincia di Ravenna, sono in corso le indagini della Procura che sta disponendo il sequestro dei mezzi nell’attesa di una perizia tecnica. Come dicevamo non è assolutamente un caso isolato, anzi sono tanti coloro che perdono la vita nel posto di lavoro, specialmente se si tratta di tipologie di impiego che prevedono la mobilitazione di grandi mezzi o comunque il maneggiamento di oggetti pericolosi.
Un incidente analogo c’è stato sempre ieri a Pioltello, nel Milanese, intorno alle 9 di mattina. Un dipendente di Esselunga di 48 anni, Stefano Sainaghi, ha perso la vita nel reparto logistico del supermercato della nota catena di franchising, per un errore di distrazione che gli è stato fatale.
La vittima era dipendente di una ditta esterna che rifornisce la catena e ieri l’uomo stava appunto rifornendo il punto vendita ma non avrebbe posizionato i blocca-ruota sul camion e così questo si è mosso schiacciandolo.
L’operaio è morto sul colpo e i soccorritori del 118 non hanno potuto fare nulla per lui. Gli importanti traumi da schiacciamento non gli hanno lasciato scampo, sembra infatti che abbia anche tentato di fermare il mezzo a mani nude ma chiaramente non ce l’ha fatta ed è rimasto schiacciato fra questo a un altro rimorchio.
Anche in questo caso sono in corso le indagini per chiarire l’esatta dinamica ma dai primi dati emersi non risulterebbero coinvolte altre persone. L’Esselunga ha diffuso una nota per esprimere il cordoglio per questo drammatico incidente, stringendosi al dolore della famiglia.
Ancora, riportiamo anche di un altro incidente a Petrosino, in provincia di Trapani, dove al cimitero comunale stava lavorando un operaio di 48 anni per lo svolgimento delle tumulazioni da provvisorie a definitive. Stavolta però non c’è stato un epilogo tragico, l’uomo è stato colpito in testa da una bara che stava seppellendo.
Questa era posizionata sul sollevatore quando a un certo punto si è sganciata ed è precipitata sull’operaio. In un primo momento è stato portato al pronto soccorso di Marsala e poi al reparto di rianimazione di Villa Sofia. Ha un’emorragia cerebrale e un trauma facciale ma nonostante la prognosi riservata di certo la notizia buona è che poteva essere un’altra vittima e non è stato così.
I carabinieri indagano per ricostruire la dinamica, questo è il modus operandi di ogni incidente sul lavoro, specialmente se ci sono vittime. Quasi alla vigilia della festa dei lavoratori, poniamo di nuovo l’accento sulla sicurezza sui posti di lavoro perché questi episodi non devono accadere, è impensabile che guadagnarsi il pane significhi non essere sicuri di tornare a casa. Il primo maggio significa lottare per i propri diritti e non solo un finesettimana di vacanza.
A questi fatti se ne aggiungono tanti altri e sarebbe impossibile riportarli tutti assieme in un solo articolo, speriamo però davvero che il lavoro di cronaca serva ad aprire gli occhi a chi di competenza e a cambiare la situazione del lavoro in Italia.
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