Simone Bonori lotta fra la vita e la morte dopo un incidente sul lavoro avvenuto ieri presso l’Ansaldo di Genova.
L’operaio è stato colpito da un componente che si è staccato da un macchinario nell’azienda che si occupa del settore energetico.
Simone Bonori è il nome del ragazzo di 36 anni che ieri è rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro presso la ditta Ansaldo Energia di Genova. Subito è stato trasportato all’ospedale San Martino in gravi condizioni per essere stato colpito violentemente da una componente che si è staccata improvvisamente da una macchina.
Secondo le prime informazioni il 36enne ha riportato un trauma gravissimo alla testa poiché il pezzo che gli è piombato addosso pesa 200 chili e si è staccato da un tornio verticale travolgendo anche le paratie. Dopo l’urto Simone si è accasciato a terra sbattendo nuovamente la testa. Non serve un medico per capire che è stato necessario il trasporto in ospedale con codice rosso e che ore le condizioni sono critiche.
Ora è in coma ma le sue condizioni sono davvero pessime. Ci vorrebbe un miracolo per salvargli la vita ma oltre la speranza che questa storia si concluda con un lieto fine, ci sono anche azioni concrete messe in atto da chi lo conosce e gli vuole bene, come i suoi colleghi.
Da ieri stanno scioperando con manifestazioni appoggiate dai sindacati del settore, per chiedere più sicurezza sul lavoro.
L’incidente è avvenuto intorno alle 14,30 di ieri e sul posto, oltre al personale sanitario del 118, sono arrivati anche gli agenti delle forze dell’ordine per capire cosa sia accaduto.
Non sono mancate le immediate reazioni dei sindacati che hanno indetto uno sciopero che oggi è al secondo giorno.
In un comunicato congiunto, Fim Cisl, Fiom e Uilm hanno proclamato l’astensione lavorativa per alcuni turni lavorativi, spiegando che ci vuole molto coraggio per classificare quanto accaduto come un infortunio sul lavoro.
Nella Ansaldo gli incidenti gravi non sono stati molti però anche episodi isolati come questo devono essere prevenuti ed era possibile farlo, infatti l’operaio lavorava su un macchinario molto vecchio, così come erano antiquati i sistemi di sicurezza sulla paratia, tanto è vero che sono stati i colleghi a intervenire per bloccare alcuni meccanismi e non i sistemi di emergenza.
I lavoratori dello stabilimento Ansaldo nel comune di Fegino vogliono giustizia e sono scesi in piazza perché esigono sicurezza, infatti hanno esposto uno striscione contro la società, con scritto ‘Ansaldo: macchine anni Settanta e zero investimenti, vergogna’.
Il triste riassunto della vicenda dal quale Simone potrebbe non uscire vivo, il suo nome viene citato in un secondo striscione con cui i colleghi esprimono la propria vicinanza alla famiglia auspicando la guarigione, un messaggio disperato viste le condizioni del giovane, in prognosi riservata.
Intanto dal mondo politico sono arrivati commenti di sdegno e la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta e sequestrato il macchinario e la zona del reparto dove si è verificato l’incidente, dove sono in corso dei sopralluoghi.
In risposta di tutto ciò, la Ansaldo Energia ha espresso costernazione per l’incidente ma i rappresentanti dei sindacati non accettano scuse:
“oggi è un giorno pieno di tristezza e rabbia. la macchina su cui lavorava simone era vecchia di 44 anni e non sicura. il problema dell’azienda è che non investe e quindi i dipendendi devono arrangiarsi, è ora di dire basta e di smettere di lavorare con questi compromessi”.
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