Proseguono le indagini per chiarire la dinamica che ha caratterizzato lo scontro tra barche avvenuto in Costiera amalfitana lo scorso mercoledì. A quanto pare, lo skipper del gozzo su cui viaggiava la vittima con la sua famiglia, è stato accusato di omicidio colposo e naufragio.
Lo skipper del gozzo sorrentino di 9 metri è, infatti, risultato positivo al test tossicologico e per questo è stato ritenuto responsabile dell’avvenimento.
Inoltre, diverse testimonianze, tra cui quella del marito della donna deceduta, hanno riportato un comportamento anomalo dell’uomo alla guida dell’imbarcazione.
Le indagini si concentrano anche su velocità e rotta delle due imbarcazioni.
Le autorità, dopo aver ascoltato diversi testimoni dell’incidente avvenuto in Costiera amalfitana, hanno messo sotto accusa lo skipper del gozzo che trasportava la famiglia di turisti americani.
L’uomo, infatti, dopo i test tossicologici, è risultato positivo e dunque al momento dello schianto era in uno stato di alterazione.
Tra i testimoni ascoltati vi è anche il marito di Adrienne Vaughan, la donna di 45 anni che è deceduta a causa dell’incidente.
Gli inquirenti hanno ascoltato l’uomo mentre era ricoverato in ospedale e dunque in un momento molto delicato a causa della tragica vicenda.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, l’uomo ha raccontato che lo skipper è stato gran parte del tempo a telefono.
“Ovviamente la testimonianza andrà ripetuta perché raccolta in un momento particolare”.
Ha affermato il procuratore di Salerno.
Il procuratore Borrelli, poi, spiega che i due bambini di 8 e 12 anni sono in albergo con il nonno. Le autorità italiane avevano offerto anche ospitalità in una casa famiglia, ma il padre ha deciso le modalità di custodia dei due piccoli.
Gli inquirenti hanno poi ascoltato il comandante del Tortuga, il quale ha raccontato l’intero avvenimento.
In primo luogo l’uomo ha spiegato che ha visto l’imbarcazione della famiglia di turisti arrivare da lontano, provando dunque a spegnere il motore e ad andare indietro. Tutto ciò è stato inutile, in quanto l’impatto era inevitabile.
Immediatamente dopo, afferma il comandante, ha visto la madre e la figlia in acqua. La madre aveva la testa verso l’acqua e dunque i suoi marinai si sono precipitati a prestarle soccorso. La donna era viva ma incosciente.
La bambina, invece, non era ferita ed è per questo che è subito risalita sulla barca per dirigersi verso il fratellino di 8 anni che stava piangendo disperato in preda al panico.
“Lo skipper, come il marito della donna, erano entrambi leggermente feriti. Il ragazzo si teneva la testa tra le mani e gridava: la mia vita è finita, io sono finito. E poi mi ha detto: non vi ho visti. Era esaltato”.
Ha spiegato il comandante, aggiungendo che non capisce la manovra messa in atto. Secondo l’uomo le ipotesi sono due. La prima è quella che lo skipper possa aver inserito il pilota automatico che si è poi accidentalmente tolto (cosa che appare molto strana). La seconda è che lo skipper abbia completamente perso il controllo.
“A me sembrava una manovra suicida”.
Conclude il comandante del Tortuga.
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