Per la Polizia Stradale, tra i giovani, le maggiori cause di distrazione alla guida consisterebbero in alcol, droghe e cellulare.
Tante, troppe le morti nelle strade italiane di giovani alla guida in questi giorni. Il drammatico trend, di centinaia di vittime, continua e si amplifica a ridosso della fase calda della stagione. In estate complici vacanze e belle giornate, il traffico aumenta e così anche gli incidenti. Tra i giovani dai 18 e i 24 anni tantissime le vittime, che nei weekend di tutto il mese di giugno sono state centinaia in Italia. Su questa fascia di età, per analizzare le cause di questi incidenti, la Polizia Stradale ha aperto un focus: gli incidenti stradali rimangono la prima causa di morte per le giovani generazioni dice il direttore Filiberto Mastropasqua.
Non si placa la scia di sangue sulle strade italiane. L’esodo estivo purtroppo ha contribuito all’aumento del numero di incidenti negli ultimi giorni nel nostro Paese, che conta tra le tante vittime tanti giovani. Diciottenni, neopatentati, le vittime della strada giovanissime sono in aumento, e questo aumento a detta del direttore della Polizia Stradale è causato da diversi fattori, come la distrazione o l’abuso di sostanze, più che l’alta velocità come negli scorsi anni.
Di recente tra Jesolo, Trapani e Caserta, sono state 7 le vittime di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Numeri gravissimi, che chiamano a interventi mirati. Il trend è in crescita, ed è innegabile, come conferma lo stesso Filiberto Mastrapasqua intervenuto di recente all’Adnkronos. Il direttore ha detto di avere aperto un focus proprio su questa fascia di età, visto che gli incidenti stradali per i 20enni rappresenta una delle principali cause di mortalità.
Dati ancora da analizzare a fondo hanno portato alla luce le principali cause di incidenti per le nuove generazioni. In testa la distrazione, che comprende l’uso del cellulare e il sonno, con il 31% di incidenti provocati. Segue la velocità, spodestata, che rimane però al 28%. Le altre infrazioni come la distanza di sicurezza fanno al momento segnare un 12%, mentre il comportamento – come infrazioni di norme, sorpassi azzardati o precedenze non rispettate – alla guida rimane al 5%. Il 6% invece degli incidenti tra i giovani è causato dall’alterazione psicofisica. Anche questa tipologia può essere considerata una distrazione, dice Mastrapasqua.
L’eccesso di velocità una volta rappresentava la causa maggiore di incidente per i giovani, mentre adesso c’è un’altra tendenza. Secondo quanto affermato dal dirigente della Polstrada infatti, adesso le violazioni di questo tipo sono state superate di gran lunga dall’uso del telefonino alla guida, dalla stanchezza, dai colpi di sonno e dall’alcol.
Un fenomeno preoccupante, continua Mastrapasqua ponendo l’accento sul weekend e la pericolosità di mettersi alla guida in stato di alterazione, con incidenti che poi vanno spesso a coinvolgere non solo i conducenti ma tante persone, chi viene trasportato, mettendo in pericolo tutta la viabilità.
Ma quali sono gli obiettivi che il nostro Paese si è posto per contrastare questa piaga? Il direttore della Polizia Stradale ricorda intanto che dal 2019 non si vedevano questi numeri per gli incidenti stradali. Un trend che era sceso vertiginosamente tra il 2020 e il 2022, complice sicuramente la pandemia e lo stop forzato agli spostamenti, ma nel 2023 si è tornati su una preoccupante curva di crescita tra vittime e incidenti mortali quasi dei livelli pre Covid.
Un numero rilevante, che non viaggia in linea con le previsioni. Sì, perché si sperava di arrivare al 2030 con la metà delle morti causate dagli incidenti stradali rispetto ai dati attuali, e di azzerarle tramite innovazioni per l’andamento e nelle tecnologie entro il 2050. Non si potrebbe essere probabilmente più lontani da questo obiettivo, con Mastrapasqua che sottolinea: “L’andamento non ci sembra essere compatibile con quest’obiettivo”.
E’ in questo contesto che entra in scena la prevenzione. Più che le manovre mirate alla contravvenzione infatti, secondo il direttore ciò che servirebbe a fare abbassare i numeri delle vittime e degli incidenti sarà l’educazione stradale. “L’aspetto contravvenzinale che facciamo tutti i giorni – continua all’Adnkronos – non può essere abbandonato e viene di volta in volta implementato soprattutto nei periodi estivi per far fronte agli esodi che gravano sulla circolazione stradale” bisogna però comunicare il più possibile. “Dobbiamo comunicare quanto più è possibile sulla sicurezza stradale affinché venga percepito questo valore“.
In sintesi, sì alla durezza della pena, sì a nuove norme anche per le nuove tipologie di veicoli elettrici e monopattini, ma non ci si deve dimenticare della sensibilizzazione e dell’educazione stradale. Le campagne di prevenzione continuano in tutta Italia, e si intensificano nel periodo estivo dove l’esodo contribuisce a portare sempre più gente e ragazzi per le strade. E’ stato realizzato anche uno spot, diretto da un regista molto vicino ai giovani che potrebbe portare alla sensibilizzazione su tali temi: “Per avere una linea di comunicazione diretta con le nuove generazioni”.
Una delle campagne ha preso il nome di “E…state con noi” per ricordare ai ragazzi che la stagione estiva deve essere anche quella dell’allerta, considerano i fattori già citati in precedenza peculiari della bella stagione. Sono arrivo anche altre campagne, promette il direttore della Polstrada, che sulle nuove norme varate dal governo mantiene molta cautela.
Giusto regolamentare i nuovi mezzi, perché il codice della strada risaliva a qualche anno fa e determinate tipologie di veicoli erano finiti in una sorta di limbo – come i monopattini elettrici – ma il fattore più importante rimane a detta del direttore quello dell’evoluzione di una cultura alla sicurezza stradale. Quello della contravvenzione rimane un aspetto importante, ma non quello realmente determinante: “Quello a cui dobbiamo riferirci è la realizzazione della cultura della sicurezza stradale fattore determinante per poter arrivare ad aggredire questi numeri che sono ancora molto gravi“.
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