Il numero degli incidenti stradali, nel 2018, è stabile su autostrade e strade extraurbane, ma la maggior parte di essi avvengono nei centri abitati anche se diminuisce il numero di decessi in città. Sono questi i dati essenziali che emergono dallo studio “Localizzazione degli incidenti stradali 2018” realizzato dall’ACI, che ha analizzato i 37.228 incidenti, 1.344 decessi e 59.853 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade della rete viaria principale italiana.
Le strade d’Italia dove si verificano più incidenti stradali
Una mappa, quella tracciata dall’ACI, che evidenzia non solo il numero di incidenti, ma che scava più a fondo evidenziando quali siano le strade più pericolose dello Stivale. A detenere il triste primato di vie con la maggiore densità di incidente sono le autostrade urbane, soprattutto a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi; tra di esse la più rischiosa in assoluto per gli automobilisti è la penetrazione urbana della A24 Roma-L’Aquila con un tasso di 12,9 incidenti al km, seguita poi dal Raccordo di Reggio Calabria con 12,5 incidenti/km, e dalla Tangenziale Nord di Milano che nel tratto in provincia di Monza fa registrare 10,3 incidenti/km. Per quanto riguarda le strade extraurbane, dove la media nazionale è di 0,6 incidenti/km, la maglia nera spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Monza e della Brianza con 9,8 incidenti/km, con la SS131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari, dove si verificano 8,6 incidenti/km, subito dietro.
Le tratte più pericolose per i mezzi a due ruote
Ad occupare la strada, però, non ci sono solo gli automobilisti, ma anche i cosiddetti “utenti vulnerabili” che, sulle strade extraurbane, rappresentano una quota assai elevata dei decessi, anche se in diminuzione rispetto allo scorso anno: il 31%, ossia un decesso su tre, appartiene alla schiera di ciclisti, dueruotisti o pedoni. Nel 20,6% dei casi è deceduto un motociclista, nel 10,2% un pedone e nel 3% un ciclista con i veicoli a due ruote, biciclette comprese, che sono coinvolti nel 22% degli incidenti stradali e che presentano un indice di mortalità, pari a 3,6 decessi ogni 100 mezzi coinvolti in incidenti, molto più elevato rispetto alla quattro ruote. Tra le tratte più pericolose per le due ruote ci sono da segnalare la SS 001 Aurelia in Liguria, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 145 Sorrentina in provincia di Napoli, la SS 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona, la SS 114 orientale Sicula in provincia di Messina mentre per i pedoni le strade peggiori sono Aurelia, Adriatica e Casilina.
Venerdì è il giorno in cui si verificano più sinistri
Ad influire sulla percentuale di sinistri stradali, però, non è solo il tipo della strada, ma anche il giorno della settimana e l’orario: secondo lo studio ACI, infatti, è il venerdì il giorno in cui si verificano più incidenti con una percentuale del 15,4% con la fascia oraria compresa tra le 18 e le 20 considerata la più pericolosa mentre per quanto riguarda i mesi sono giugno e luglio a prendersi il poco invidiabile primato della maggiore incidentalità rispettivamente con il 9,9% e 10,4% del totale. Non ci sono solo brutte notizie, però, per quanto riguarda gli incidenti stradali; prendendo come riferimento l’anno 2010, sono infatti diminuiti del 19,4%, con la percentuale dei morti calata del 18,2% mentre su alcune strade la percentuale di sinistri rispetto all’anno passato è diminuita come nel caso della SS 7 quater Domiziana, SS 69 di Val d’Arno, SS 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, SS 222 Chiantigiana, SS 229 del Lago d’Orta, SS 513 di Val d’Enza ed il Raccordo Tangenziale Nord Città di Bologna (Casalecchio-Aeroporto-San Lazzaro).