Diversi gli arresti della polizia durante l’incoronazione di Carlo III. Fermato anche il capo del gruppo antimonarchico Republic.
Nella giornata di oggi la polizia a Londra ha arrestato dei manifestanti, durante le proteste in occasione dell’incoronazione di Carlo III. Gli attivisti del gruppo Republic erano riuniti contro la monarchia britannica, nella mattinata di oggi. Tra gli arresti anche quello del loro leader, Graham Smith, fautore del movimento per l’abolizione della monarchia.
Hanno fatto il giro del mondo le immagini di diversi uomini ammanettati e trasportati in carcere dalla polizia londinese. Nella giornata di oggi l’Inghilterra ha dato il suo “benvenuto” sul trono a Carlo III, re succeduto ad Elisabetta, che dopo parate militari in pompa magna si è presentato insieme alla moglie Camilla con tanto di corona e mantello. Un’incoronazione più snella, dove si è tentato di rimanere al passo con i tempi ma che non si è tirata indietro davanti ai rituali antichi.
Scene di grandissimo impatto per la popolazione, sicuramente più contenta di lasciar correre sulla questione monarchia quando a capo del Regno Unito vi era l’amatissima sovrana deceduta lo scorso 8 settembre.
Era infatti ampiamente pronosticabile un accanimento dei contrari alla monarchia dopo la sua morte, e un malcontento in crescita ha portato alle proteste della giornata di oggi.
In tanti si sono riuniti, tra anitmonarchici e manifestanti, per protestare contro il Re ma soprattutto contro la monarchia. La polizia di Londra ha effettuato alcuni arresti, tra cui anche il leader di Republic, Graham Smith, il quale da anni continua con le pressioni per l’abolizione della monarchia.
Secondo quanto riportato dalla BBC, gli arresti hanno riguardato oltre al capo del movimento anche alcuni altri manifestanti che stavano scaricando dei cartelloni con scritte contro il re, dove poi si sarebbe dovuta svolgere la processione. I cartelloni sono stati confiscasti dalla polizia.
In questo contesto, le immagini di confisca di cartelloni, di arresti ai “dissidenti” hanno acquistato anche un significato simbolico in una terra come quella inglese. Protestare contro la monarchia non è certo di per sé illegale – hanno fatto notare dalla Gran Bretagna – così come affiggere o mostrare dei cartelloni.
Republic aveva spinto i manifestanti, nella giornata di ieri, a presentarsi nella zona di Londra da cui sarebbe passato il Re con delle maglie gialle e la scritta: “Not my King“, diventato lo slogan degli oppositori della corona.
In questo momento la polizia non ha chiarito quante persone siano state arrestate, parlando di “diverse persone fermate per disturbo alla quiete pubblica” e ancora per “violazione delle norme di sicurezza introdotte per l’occasione“.
C’è chi parla di “paranoia” da parte di Scotland Yard, che durante una manifestazione così importante e viste le tante tensioni estere del momento – considerata la presenza di decine e decine di capi di stato presenti – avrebbe preferito reprimere tutto quello che si sarebbe potuto tramutare in nervosismi.
Dalle zone calde di Londra sono stati allontanati anche gli attivisti del gruppo ecologista Just Stop Oil, mentre nel corso della giornata altre proteste antimonarchiche sono andate in scena – in scala ridotta – anche Glasgow, in Scozia, e a Cardiff, in Galles
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