[didascalia fornitore=”ansa”]Attivisti per i diritti LGBT indiani festeggiano dopo la decisione della Corte[/didascalia]
La Corte suprema dell’India ha depenalizzato l’omosessualità, decisione storica che mette fine all’applicazione di un divieto contenuto in una legge dell’epoca coloniale, ossia la sezione 377 del Codice penale indiano che puniva come “offese contro natura” questi comportamenti. Essere gay, finora, poteva costare fino a 10 anni di prigione.
“Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile”, ha osservato il presidente Dipak Misra, illustrando il verdetto: “La legge era diventata un’arma per la persecuzione della comunità Lgbt”.
La massima istanza giudiziaria del Paese di 1,25 miliardi di abitanti ha definito illegale un vecchio articolo del codice penale, che categorizzava l’omosessualità come “reato contro natura”. Essere gay, quindi, non è più reato in India. Con una decisione storica, la Corte Suprema indiana ha depenalizzato l’omosessualità.
La sentenza arriva dopo anni di battaglia: nel 2009, infatti, un’analoga decisione della Alta Corte di Delhi era stata poi cancellata nel 2013 dalla stessa Corte Suprema, ma l’argomento era poi tornato ad essere discusso nel 2017.
Subito dopo la diffusione della notizia, immagini diffuse dalla televisione indiana hanno mostrato gli attivisti che si sono battuti per la depenalizzazione in lacrime di gioia durante la lettura della sentenza.
Secondo il codice penale risalente al periodo coloniale britannico, l’omosessualità era sulla carta punibile con il carcere a vita. Nei fatti, i casi di persecuzione giudiziaria per le relazioni tra persone dello stesso sesso erano rari.
L’articolo 377 che parlava di “rapporti carnali contro l’ordine naturale” era al centro di battaglie giudiziarie da decenni. Ma è arrivato il momento della svolta: cinque giudici della Corte suprema a luglio avevano ascoltato varie persone omosessuali, tra cui varie celebrità, che denunciavano come l’articolo fosse contrario alla Costituzione.
Il governo nazionalista indù di Narendra Modi, conservatore sui temi sociali, aveva scelto di non posizionarsi sul tema. Fino a questa storica sentenza.
L’India è diventato così così il 124esimo Paese al mondo dove i rapporti omosessuali non sono o non sono più considerati reati penali, come sottolineato in queste ore dall’Associazione internazionale delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali.
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