La polizia è sulle tracce del professore che avrebbe ucciso il suo studente, dopo averlo picchiato in classe. Il 15 enne apparteneva alla casta Dalit.
Proteste in India dopo la morte del giovane Nikil Dohre. Un professore è stato incriminato per la sua morte: il 15enne era ricoverato da giorni, morto per aver risposto male durante un esame.
India, polizia alla ricerca del professore pre arrestarlo
E’ morto Nikil Dohre, ragazzo indiano di 15 anni. Il giovane ha perso la vita dopo essere stato picchiato brutalmente dal suo insegnato, incriminato e al momento ricercato. La polizia ha promesso di dedicare tutte le sue forze alla sua cattura, mentre nel Paese sono scoppiate le prime poteste.
Si, perche Nikil faceva parte della casta dei Dalit, ossia gli ex intoccabili, uno dei gradini più bassi nelle gerarchie sociali indiane. Negli anni appartenenti a tale casta come risaputo hanno subito diversi atti di discriminazione, e adesso diversi componenti si sono riversati per le strade in segno di protesta, rovesciando auto della polizia e manifestando anche violentemente dopo la morte del 15enne.
Secondo quanto si apprende, pare che il professore avesse iniziato a picchiare il ragazzo durante un esame, dopo che quest’ultimo non aveva saputo rispondere a delle domande. Da lì la perdita di conoscenza, poi il ricovero, e la morte avvenuta nelle ultime ore.
Migliaia di Dalit si sono riuniti nel distretto di Auraiya, per assistere alla cremazione, poi sono cominciati gli scontri con la polizia che aveva tentato di reprimere la manifestazione.
Morte studente di 15 anni in India: il ricovero nei primi di settembre
Dopo le percosse subite, Nikil Dohre era stato trasferito all’ospedale di Lucknow, nello stato Uttar Pradesh. Il professore al momento risulta ancora a piede libero, ma la polizia ha confermato di essere sulle sue tracce.
E’ stato il commissario della polizia Charu Nigam ad intervenire pubblicamente, rilasciando tali dichiarazioni: “Lo arresteremo al più presto, e lo assegneremo alla giustizia”.
Ancora una volta la folla è scesa in strada a protestare contro le ingiustizie sociali e i soprusi. Proteste e scene simili infatti in queste ore in India, a quelle che nelle ultime settimane si stanno svolgendo a Teheran, in Iran, dove migliaia di donne e di uomini sono scesi in piazza per protestare contro la polizia. I tumulti erano cominciati dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata e poi uccisa di botte dalla polizia religiosa.
In India le violenze contro i Dalit sono ricorrenti purtroppo. Una vera e propria emergenza quelle delle violenze sessuali inoltre. Solo pochi giorni fa, il 19 settembre, una ragazza Dalit di 16 anni era stata violentata e poi data alle fiamme, e la famiglia, considerata in pericolo, era stata messa sotto protezione dalla polizia.
Nel 2021 una giovane di 16 anni era stata violentata e uccisa in un campo. E ancora nell’aprile dello stesso anno vi erano state diverse proteste per la morte di due ragazze di 13 e di 16 anni, trovate uccise nella casa dei familiari. Anche in quel caso, le giovani erano della casta Dalit.