L’Istituto Superiore di Sanità ha reso noto che nel periodo che va dal 10 al 23 febbraio, l’indice Rt medio è salito a 1,06 tra i casi sintomatici. Un dato che desta preoccupazione visto che non veniva superato l’1 da 7 settimane.
La previsione, dicono, è dunque che la pandemia acceleri in maniera netta visto che attualmente i casi sono 194,87 ogni 100 mila abitanti ed è possibile che nei prossimi giorni si arrivi a 250. Si è giunti a questa conclusione dopo che nel periodo nella settimana tra il 22 e il 28 febbraio è stata notata una forte impennata dei casi.
In particolare, si nota un’impennata di nuovi casi non associati a catene di trasmissione nel periodo 10-23 febbraio: 41.833 contro i 31.378 della settimana precedente. Scendono le percentuali dei casi rilevati attraverso il tracciamento dei contatti (28,8% contro 29,4%) e di quelli rilevati tramite la comparsa dei sintomi (35,2% vs 36,1%).
Il tutto è emerso dall’analisi fatta dalla Cabina di regia del monitoraggio settimanale che viene fatto dall’Istituto Superiore di Sanità insieme al Ministero della Salute.
Sale l’indice Rt ma anche i ricoverati in terapia intensiva
A destare molta preoccupazione è anche l’aumento di ricoverati in terapia intensiva, diretta conseguenza dell’aumento dell’indice Rt che potrebbe mettere in seria difficoltà il sistema sanitario nazionale.
Attualmente le terapie intensive sono occupate al 26%, quando settimana scorsa lo erano al 24. Se al 23 febbraio i ricoverati erano 2.146, al 2 marzo erano 2.327, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono passati da 18.295 a 19.570. Il rischio è che personale e strutture vadano in sofferenza non potendo garantire adeguate e immediate cure a tutti.
A questo punto si rendono più che necessarie le misure restrittive del Dpcm, che potrebbe rendere rosse più zone di quelle preventivate.