[didascalia fornitore=”ansa”]La folla che ha protestato contro l’indipendenza a Barcellona[/didascalia]
La questione dell’indipendenza della Catalogna è a un punto di svolta. In attesa del discorso del presidente catalano Carles Puigdemont, dalla stampa iberica spunta un piano segreto per la secessione: secondo quanto riporta El Pais, sulla base di informazioni filtrate dalla Guardia Civil, il piano sarebbe stato trovato durante le perquisizioni dello scorso 20 settembre nell’abitazione di Josep María Jové Llado, segretario generale della vicepresidenza all’Economia e al Commercio, agli arresti per un ordine del giudice di Barcellona per il presunto reato di sedizione. Secondo il documento visionato dal quotidiano, il piano per la secessione è composto da due passaggi: il primo potrebbe arrivare già in serata col discorso di Puigdemont e sarebbe la dichiarazione unilaterale d’indipendenza della Catalogna.
La Spagna e la Catalogna stanno vivendo una giornata storica, in attesa di capire quali saranno le mosse del governo catalano di Puigdemont. A esacerbare gli animi, è arrivata la notizia del presunto piano segreto per la secessione. Secondo quanto riporta El Pais, il documento si intitola “Enfo CATs Reenfocant el procés d’independencia per un resultat exitós” (che possiamo tradurre come “rimettere il focus sul processo d’indipendenza per un risultato positivo”).
Il documento è stato trovato nell’abitazione del braccio destro del vicepresidente catalano Oriol Junqueras e conterebbe alcuni aspetti particolarmente inquietanti per Madrid, a partire dal ruolo attivo dei “referenti politici e i capi dei Mossos d’Esquadra” nel piano per la secessione.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/mondo/2017/10/02/perche-la-catalogna-vuole-essere-indipendente/91961/” testo=”Perché la Catalogna vuole essere indipendente”]
Il piano per l’indipendenza della Catalogna prevederebbe due azioni: la dichiarazione unilaterale dell’indipendenza e, a seguire, un “conflitto democratico con un ampio sostegno pubblico, finalizzato a generare instabilità politica ed economica che costringa lo Stato ad accettare di negoziare la separazione o un referendum forzato”.
Il documento, sequestrato dalla Guardia Civil non è datato, scrive El Pais, ma sarebbe stato redatto dalla coalizione Junts Pel Yes (Uniti per il sì) fin dal 2015, quindi ben prima del referendum dello scorso 1 ottobre 2017.
La prima mossa sarebbe la Dichiarazione unilaterale di indipendenza che, nei piani del governo catalano, dovrebbe “generare un conflitto che, se ben gestito, può portare a uno Stato indipendente”. Secondo gli estensori del rapporto, “lo Stato spagnolo non riconosce il diritto di fare un referendum” per l’indipendenza, ma “se vedesse che tutto è perduto, lo farebbe fare”.
Il piano è quindi di non evitare il conflitto con lo Stato centrale ma anzi, “nel momento in cui arriva il chiaro sostegno pubblico e la complicità internazionale”, di iniziare ad alzare il livello dello scontro in maniera crescente “secondo la risposta dello Stato, sotto la guida e con il coordinamento di tutti gli attori coinvolti”.
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In questo modo, gli indipendentisti punterebbero a un governo di transizione, presieduto dal presidente catalano, il suo vice e i membri dei gruppi parlamentare secessionisti che dovrebbe arrivare fino a settembre 2018 che, sempre se avrà la maggioranza, dovrebbe diventare il Governo dell’Indipendenza fino al 2022 anche se lo stesso “potrebbe dichiarare l’indipendenza il giorno dopo la sua costituzione o il giorno prima della sua dissoluzione”.
Ad aiutare il piano d’azione è prevista anche la reazione del governo centrale e il “soffocamento economico” della regione e della Spagna che potrebbe diventare il detonatore del processo. In pratica, i secessionisti vorrebbero usare l’economia come arma di negoziazione col governo centrale che ha già chiarito di non avere alcuna intenzione di riconoscere l’indipendenza della Catalogna.
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