La Cassazione e la Corte d’appello dell’Aquila concordano: le molestie sessuali subite dalla donna ricoverata non sono da ritenersi tanto gravi perché l’infermiere si è pentito.
Un operatore sanitario ha tranquillamente palpato una paziente ricoverata nel reparto di psichiatria di un ospedale in Abruzzo.
Molestie e abusi sessuali sui pazienti in ospedale: la sentenza definitiva
Il tutto sarebbe avvenuto mentre la donna era stesa sul lettino e collegata a degli elettrodi per controllare i suoi parametri vitali. L’infermiere in questione ha successivamente chiesto scusa alla paziente e tanto è bastato per avere una riduzione della pena. Questo è ciò che ha sancito la Cassazione nell’atto finale del processo.
Nel 2011 (periodo a cui risale il caso) l’uomo, di ormai 67 anni, era stato condannato dal tribunale di Lanciano. L’accusa è scattata per aver baciato e toccato in maniera intima la paziente che era stesa sul lettino di ospedale.
Tuttavia, nel Gennaio del 2022 gli era stato concesso uno sconto della pena dalla Corte d’Appello dell’Aquila. La condanna era stata ridotta a tre anni e quattro mesi, grazie alle scuse pervenute.
L’attenuante del “fatto di minore gravità” è stata infatti messa al di sopra dell’aggravante del reato commesso considerata la violazione dei doveri riguardanti l’esercizio della funzione di infermiere addetto al reparto in cui era ricoverata la vittima.
Richiesto l’annullamento della sentenza
Successivamente è stato richiesto di annullare la sentenza di secondo grado. Il procuratore generale dell’Aquila aveva infatti sostenuto che ci fosse stata un’applicazione sbagliata dell’articolo del codice penale.
Si è continuato ritenendo che non fosse stata applicata giustamente la riduzione della pena per gli abusi di minore gravità. Le affermazioni sono che i giudici hanno valutato solo la “natura oggettiva degli atti sessuali” senza contare “il vizio di motivazione“.
D’altra parte però, la Cassazione aveva ormai promosso in pieno quello sconto di pena e l’aveva infatti considerata “congrua e in linea con l’orientamento giurisprudenziale”.
Il fatto che l’infermiere sia andato subito a scusarsi basta, a quanto pare, a ritenere che la “libertà sessuale non sia stata compromessa in modo grave”.
La conseguenza di questa sentenza è la creazione di un precedente giudiziario. Adesso infatti sono state poste le basi per permettere ad altri accusati di violenze sessuali di prendere ad esempio questo caso e portarlo nelle aule dei tribunali per ottenere il riconoscimento delle attenuanti.